Ricordi e rilettura di alcuni scritti di uno “spirito folletto”

By Gianna Duda Marinelli Gen 9, 2021

Paolo Bernoini (Parenzo d’Istria, 7 marzo 1927 –Trieste 17 dicembre 1970)

Un giovane uomo che vedeva lontano.

Era il 22 dicembre 1970 quando sul Corriere della sera si leggeva un articolo di E. Montale dal titolo “La breve stagione di un poeta”, si trattava di un affettuoso, paterno ed ammirato omaggio, “Venti righe inesplicabilmente troppo per uno spirito folletto che attraversò la vita senza la pretesa di farsi notare”, ma le sue qualità non potevano rimanere nascoste, “Nella folla di anonimi che ho conosciuto, Bernobini spicca come un essere naturaliter, era lui toccato dalla grazia, inconfondibilmente” e continuava,.” si era formato a Trieste e di questa città era un figlio estravagante, del tutto diverso dei suoi predecessori”,

Trascorso un anno dalla sua scomparsa, il C,C,A, di Trieste per ricordarlo, aveva organizzato un Convegno al quale avevano aderito attivamente anici e stimatori..

Questo ragazzo aveva cominciato ad essere conosciuto grazie all’iniziativa di alcuni amici che avevano inviato a Milano, alla selezione di un Concorso letterario, una sua piccola raffinata pubblicazione di versi. Nella sede della stilista di moda Germana Marucelli si riunivano degli esponenti del mondo letterario, qui nel 1947 nasceva il “Premio San Babila” da assegnare ogni due anni.

Nel 1952 veniva premiato Mario Soldati per il suo “A cena col commendatore”, per le opere prime, venivano segnalati, per la poesia, “Canzoniere perduto” di Paolo Bernobini e per la narrativa, “Il ragazzo morto e le comete” di Goffredo Parise

intensa e poliedrica attività di questo “folletto” si concluderà già nel 1970.e, con il trascorrere dei decenni, nei convegni, nelle conferenze e nelle pubblicazioni veniva citato sempre più di raro. Nel 2006, dopo una paziente difficile ricerca, all’ Università di Trieste veniva discussa una interessante Tesi di Laurea su,“P. Bernobini, giornalista, critico letterario e poeta, poi nuovamente il silenzio.

Tra le sue attività va ricordata anche quella di traduttore di volumi editi in francese, inglese e tedesco.

Quale meraviglia nel 2018, vedere riproposto nella “Serie Gialli Garzanti” ,“La crociera della violenza” di F. e R. Lokridg, tradotto in lingua italiana nel lontano 24 febbraio 1959.

Le personalissime interviste di P. Bernobini erano state notate per il metodo seguito, infatti l’ intervistatore lasciava che l’intervistato parlasse di se liberamente edIl colloquio avuto al Colosseo con Orson Welles ne era stato un esempio. L’ intervistato aveva appena interpretato il regosta ne “La ricotta” di P. P. Pasolini. Si trattava di uno degli episodi del film “Ro. Go. Pa. G,” (R. Rossellini, P.P.Pasolini, Goddard, Gregoretti), che nel 1963 aveva fatto molto scalpore tanto, che proprio dall’ episodio di Pasolini era seguita una causa per blasfemia.

Molto più “filiale” l’intervista a E. Montale, di cui, una parte era stata proposta da Rai5 nei primi mesi di quest’ anno.

Molti degli elaborati proposti, per la comssità degli argomenti, se pure ricchianche per la loro inevitabile lunghezza, questi venivano pubblicati solo da alcune riviste come ABC o Playmen.,

E’ probabile che l’ultimo dei suoi articoloni sia stato, “Sopra il binario morto della Storia”” sottotitolato “Quando la Luna era una strega o forse una cacciatrice, l’uomo credette che il Tempo percorso un lungo giro, si sarebbe ripetuto. Poi l’anello si infranse, divenne una galleria di tanti

busti di buoni o cattivi tiranni, infine una lunga linea che fra discese e salite ci avrebbe portati al Terminal dell’ Utopia. Ma alla soglia degli anni 70 sorge un dubbio, se avessimo sbagliato treno ?” Da vent’anni siamo entrati nel terzo Millennio, forse si può rispondere con un altro interrogativo. L’ autore dell’ articolo aveva individuato i prodromi di un lungo periodo senza colpevoli o innocenti ma caratterizzato dalla mediocrità sintomo della decadenza ? Questo articolo era preceduto da un altro dal titolo “Quando finì il Mondo” che continuava,“Sull’ Atlantide sono stati scritti venticinquemila libri e l’ identificazione del continente scomparso è ancora un mistero. Ma è certo che verso la fine del XII secolo prima di Cristo un cataclisma di apocalittiche dimensioni sconvolse la Terra”. Con un altro scritto “Gli uomini di sabbia” sottolineava l’ inconsistenza del tessuto sociale che, Saul Steinberg aveva illustrato con la figura di ub uomo che perde parte dei suoi neuroni Anche questo articolo era sottotitolato dall’autore: “A quali modelli umani dal vero si ispirano gli scrittori+ d’oggi? La ricerca del personaggio si fa sempre più timida e negativa. Forse l’ultimo personaggio+ costruito in riva al mare, la statua della nullità che il vento spazzerà domani”.

Mentre curava questi articoli preparava per il Centro di Produzione della Rai d Torino il testo delle sette puntate de “Le scienze fantastiche”.

L’ autore paragonava il passato ed il presente citando i testi studiati. La prima puntata era stata intitolata , l’ ultima, “La Meicina e gli Segoni” l’ultimo, “ La Protocibernetica e la Meccanica”. Le musiche di Haidyn, Bach e Ravel che avevano impreziosito la trasmissione erano state eseguite dal Complesso Artistico RF – Sezopne di Musiche Originali. ”

La sua vita si concluderà alla fine del 1970 ma prima di lasciare Roma con la moglie Fausta Bulrghin per raggiungere Trieste era riuscito a completare un lavoro per la Rai Radio diva della serie in cinque puntate “Dall’umanoide al robot”. Era aggiornatissimo sui libri di Fntascienza che venivano pubblicati in quel periodo. Memorafio Rai – Radio 3, aveva condensato l’ultima fatica di Bernobini riproponendola il 16 gennaio 2018.

In realtà dopo il Robot e la fantasia di Rey con la sua “Ragazza di Tang, aveva concluso con l’ inquietante “Evoluzione dell’automa” che attualmente dovrebbe affiancare l’ homo technologicus.

Poeta, critico e giornalista, il suo pessimismo si intravvede anche quando si fa abbracciare dalla fantasia ma accanto a cio si sprigiona anche la sua pungente ironia che pervade le sue rime in dialetto con le quali dipinge i Personaggi del mondo culturale Triestino. Si tratta di versi che mensilmente inviava ai genitori, ora raccolti in uno zibaldone.

Sono trascorsi cinque decenni e quanto è ancora reperibile dell’ attività di quel “folletto” descritto da E. Montale è ancora attuale quindi, grazie Paolo.

Gianna Duda Marinelli

Gianna Duda Marinelli

Autrice triestina, nota studiosa esule dall'isola di Cherso (Cres), da lungo tempo s'interessa ai temi dell'Istria, di Fiume, della Dalmazia, e ha favorito di persona incontri e amicizie tra persone di queste terre.

By Gianna Duda Marinelli

Autrice triestina, nota studiosa esule dall'isola di Cherso (Cres), da lungo tempo s'interessa ai temi dell'Istria, di Fiume, della Dalmazia, e ha favorito di persona incontri e amicizie tra persone di queste terre.

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