Chi è Bruno Retailleau, nuovo ministro dell’Interno francese e possibile erede del progetto sull’autonomia della Corsica?

Bruno Retailleau, nuovo ministro dell'interno francese. Fonte immagine: Qqqq95, Wikimedia, 2022.

Dopo settimane di attesa in seguito allo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e alle elezioni parlamentari anticipate, la Francia ha finalmente ritrovato un governo. Guidato da un uomo di destra, Michel Barnier, e composto quasi esclusivamente da membri della maggioranza presidenziale e della destra repubblicana (rispettivamente terza e quarta forza politica al termine delle elezioni legislative del 2024), questo governo è già al centro di polemiche: ad eccezione del ministro della Giustizia Didier Migaud, nessun rappresentante della sinistra fa parte della nuova squadra. Va ricordato che la coalizione di sinistra (Nouveau Front Populaire) ha ottenuto la maggioranza relativa alle ultime elezioni, mentre l’estrema destra è arrivata seconda. In Francia sta quindi iniziando a soffiare un vento di rabbia da parte dei quasi 20 milioni di elettori che, per idee ovviamente opposte, hanno votato per la sinistra o per l’estrema destra e che vedono il nuovo governo prevalentemente schierato con il campo presidenziale.

In attesa del discorso di politica generale del 1° ottobre, al termine del quale il nuovo governo potrà o meno essere censurato dall’Assemblea nazionale, il mondo continua a girare. Dobbiamo fare i conti con questi nuovi nomi e con le idee che li accompagnano. Nel caso della Corsica, e più in particolare per chi è impegnato nel progetto di sviluppo istituzionale dell’isola, o più semplicemente di “autonomia”, una nomina è stata particolarmente importante: quella del Ministro dell’Interno. Si ricorderà che è con Gérald Darmanin, ormai ex ministro, che la delegazione corsa ha condotto i negoziati sull’autonomia, nati dalla rivolta di una parte della popolazione in seguito alla morte in carcere di Yvan Colonna.

Sabato sera è stata svelata la composizione del governo e Bruno Retailleau ha assunto la guida del Ministero dell’Interno. Il senatore della Vandea, 64 anni, è una figura ben nota alla destra del popolo francese. Per certi versi, si può dire che incarni la “vecchia politica”, in tutti i suoi aspetti critici ma anche, per alcuni elettori, rassicuranti. Nel cuore di un panorama politico segnato per decenni dalla divisione tra destra e sinistra, che il “macronismo” ha infranto solo per mostrare rapidamente i suoi limiti, l’immagine della “vecchia scuola” di Bruno Retailleau è riuscita a ritagliarsi uno spazio forte. Insieme a Gérard Larcher (presidente del Senato), l’ormai nuovo ministro dell’Interno ha permesso alla destra repubblicana, nonostante sia stata indebolita dalle sconfitte elettorali dalla fine della presidenza di Nicolas Sarkozy, di mantenere la sua influenza in Francia conservando una maggioranza indivisa al Senato. Un’influenza tale da permettere alla sua famiglia politica di entrare nel governo e di occupare una delle sue cariche principali.

Bruno Retailleau è un conservatore che ha acquisito una certa notorietà grazie alle sue posizioni, ma anche una certa diffidenza. Fervente oppositore del matrimonio omosessuale e per certi versi nostalgico della Francia coloniale, è particolarmente noto per la sua posizione anti-immigrazione. In passato ha giudicato le politiche di Emmanuel Macron troppo “lassiste”. Da senatore, è stato uno dei principali artefici delle modifiche ritenute severe sulla “legge immigrazione” proposta da Gérald Darmanin: “I francesi vogliono più ordine, ordine nelle strade, ordine alle frontiere“, ha dichiarato durante il suo discorso di investitura al Ministero dell’Interno.

Dire che qualcuno è un conservatore non è una parolaccia. Ma nel caso di Bruno Retailleau e della Corsica, è un aspetto che rischia di causare più problemi che soluzioni, perché conservatorismo fa rima con centralismo. Giacobinismo. Il nuovo ministro dell’Interno, allora senatore, aveva espresso chiaramente il suo disaccordo con il progetto di autonomia per la Corsica, che già lasciava intendere, nonostante le numerose tappe che attendevano il testo prima della sua definitiva approvazione, che il Senato lo avrebbe svuotato della sua essenza.“Il riconoscimento di una comunità storica, culturale e linguistica legata a una terra. Sarebbe la costituzionalizzazione del comunitarismo. La Costituzione riconosce una sola comunità: la comunità nazionale. […] Se c’è un potere normativo, legislativo, con il Parlamento scavalcato, più il riconoscimento di un comunitarismo, per noi è un no!”, aveva dichiarato.

La personalità conservatrice di Bruno Retailleau non è ovviamente sfuggita agli eletti corsi del campo autonomista. Parlando con Corse Net Infos, il deputato Paul-André Colombani non ha nascosto la sua preoccupazione nel vedere Bruno Retailleau ereditare il dossier corso: Non sappiamo chi avrà in mano cosa, ma tutti speriamo che non sia lui a gestire il dossier corso. Bruno Retailleau è il più conservatore della destra. È quello che ha adottato la linea più dura sulla Corsica. Se eredita il dossier corso, non c’è molto da sperare. Non può essere un interlocutore per la Corsica!”. Il deputato della seconda circoscrizione Corse du Sud si augura che il processo sia seguito da Catherine Vautrin, perché “la logica lo imporrebbe, visto che abbiamo creato un Ministero del Decentramento”. Ritiene inoltre che Catherine Vautrin abbia un profilo più compatibile con i problemi della Corsica.

Per Michel Castellani, deputato della prima circoscrizione dell’Alta Corsica, la compatibilità di Bruno Retailleau con i problemi della Corsica solleva degli interrogativi:“È certo che anche le precedenti dichiarazioni del signor Retailleau non danno adito a un eccessivo ottimismo. Il minimo che si possa dire è che è un rappresentante del lato montano della politica francese, è un accentratore totale. Teme il comunitarismo per la questione corsa. Il che la dice lunga su quanta strada dobbiamo ancora percorrere. Ma anche in questo caso, faremo un salto di qualità”, ha dichiarato Castellani a Corse Net Infos.

Fonti: Corse Net Infos, BFM, Senat

Immagine di copertina : Qqqq95 su Wikimedia

Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

By Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *