Settimana europea delle Regioni: l’importanza di “essere isola”

Settimana europea delle regioni: la Corsica, le Baleari, la Sardegna e Gozo mettono l’accento sull’insularità

Viaggio a Bruxelles per il Presidente del Consiglio Esecutivo della Cullettività di Corsica e presidente della “Commissione Isole” per la Conferenza delle regioni periferiche e marittime (CRPM) Gilles Simeoni, per difendere la situazione delle isole in seno all’Unione Europea. Nell’ambito della Settimana europea delle città e delle regioni, Simeoni ha tenuto una conferenza politica sulle sfide e il futuro dell’insularità assieme a Baleari, Gozo e Sardegna ed ha firmato una «dichiarazione solenne» affinché vengano «tenute da conto» all’interno delle future politiche comunitarie. Una conferenza molto seguita e con la presenza di molti eurodeputati.

Del Lobbismo: questo è quello che è venuto a fare il presidente dell’Esecutivo còrso (e presidente della “Commissione Isole” del CPMR) martedì mattina a Bruxelles, nell’ambito della Settimana europea delle città e delle regioni.

Su iniziativa di Francina Armengol (presidente delle Baleari) con Justyne Caruana, ministra di Gozo ed Eleni Marianou, segretario generale del CPMR – il presidente della Sardegna si è scusato per l’assenza – alla presenza di un pubblico di eurodeputati “insulari” tra cui François Alfonsi, il vicepresidente della Sicilia Gaetano Armao, il vicepresidente del COR, Comitato delle regioni (il finlandese Markku Markula) e il consigliere esecutivo per gli Affari Europei e membro del COR, Nanette Maupertuis, è stata messa in piedi una conferenza di alto spessore politico sulle sfide e sul futuro dell’insularità e per ottenere una maggiore considerazione nell’ambito delle politiche comunitarie. «È un lungo percorso iniziato più di 20 anni fa», osserva Gilles Simeoni. Ricorda che, appena divenuto responsabile, ha deciso di avvicinarsi alla Sardegna e alle Baleari per firmare un accordo di cooperazione tripartito nel novembre 2016, al fine di «difendere i nostri interessi comuni in vista di una integrazione euro-mediterranea, aumentare la “connessione” delle isole con il proprio ambiente, creando sviluppo sostenibile e benessere per i cittadini e i popoli che rappresentiamo».

Una dichiarazione solenne

Lo scorso febbraio, i presidenti delle tre regioni hanno inviato una lettera ufficiale congiunta ai governi dei rispettivi Stati e alla Commissione Europea per chiedere l’attuazione di una “clausola di insularità“, in particolare attraverso il concetto di “discontinuità geografica” e l’applicazione dell’articolo 174 del Trattato operativo dell’Unione Europea che prevede politiche adeguate per i territori insulari, «territori soggetti a vincoli oggettivi dovuti al loro essere “isola” – come l’attuale crisi economica e sociale dimostra crudelmente – ma che non beneficiano di politiche dedicate». Un “lavoro di lobby” che Gilles Simeoni ha portato avanti con assiduità durante la sua presidenza presso la “Commissione Isole” e che è stato ampiamente documentato a Bruxelles grazie a Nanette Maupertuis, la cui opinione sull’«imprenditorialità nelle isole» è stata adottata all’unanimità dal Comitato delle Regioni. Questo 8 ottobre le tre isole, assieme a Gozo, hanno cercato di aumentare il proprio “peso politico” attraverso la firma di una dichiarazione solenne. «Questa è una dichiarazione politica molto importante. La Corsica, la Sardegna e le Baleari sono state unite fin dall’inizio; poi si è aggiunta Gozo. Anche la Sicilia ha espresso il suo sostegno, che è fondamentale. Mi auguro che le richieste che abbiamo fatto siano prese in considerazione e che saremo trattati d’ora in poi in maniera differente per ottenere gli stessi diritti dei cittadini sul Continente. Ciò deve riflettersi nei Fondi europei che saranno operativi per il periodo 2021-2027», riassume una Francina Armengol decisamente ottimistica.

Un principio di uguaglianza

Questa è un’emergenza! Mentre i negoziati sul bilancio, sospesi per un certo periodo in vista delle elezioni europee, sono ripresi, le lobbies si sono organizzate e sono attive su tutti i fronti. Le isole mediterranee hanno poco tempo per far sentire la propria voce e spingere Bruxelles a comprendere meglio le proprie esigenze. «Il nostro incontro di oggi è fondamentalmente politico. Siamo qui per dire che siamo visceralmente europei e che crediamo nell’Europa. Riteniamo che il progetto europeo sia “unificante”. Dire che speriamo in qualcosa di più (e di meglio) da parte dell’Europa significa credere nel progetto politico, economico e sociale europeo. Ma riteniamo che, trattandosi di proposte per il bilancio post 2020, le nostre esigenze non siano prese sufficientemente in considerazione. Se alcune regioni insulari “prese assieme” rispondono ai criteri richiesti dall’articolo 174, allora ogni isola, presa separatamente, giustifica l’applicazione di questo articolo. La “Commissione Isole” ha già svolto un grande lavoro sul piano tecnico per individuare alcune problematiche ed ha presentato alcune proposte per poterle eliminare». Alla Commissione Europea, che obietta affermando che esistono tante problematiche diverse quante sono le isole, Francina Framengol ha ribattuto: «Abbiamo una comunità di problematiche che devono portare a una comunità di soluzioni». Ella insiste sul fatto che «il Mediterraneo è un luogo strategico in cui si svolgono questioni prioritarie. Non chiediamo una “rottura dell’uguaglianza” con gli altri cittadini europei, ma piuttosto l’applicazione del principio di uguaglianza. Il problema dei trasporti o dello sviluppo economico sono vincoli oggettivi. Non siamo più dei territori ultra-periferici, ma addirittura periferici e decentrati, perciò chiediamo che l’Unione Europea tenga conto di questi problemi inserendo una “clausola di insularità” nelle politiche comunitarie dando una sostanza concreta all’articolo 174».

Isole in prima linea

Una “clausola” che la fragilità delle isole mediterranee, duramente colpite da tutte le crisi che attraversano l’Europa – migratoria, dell’inquinamento, protezione ambientale, riscaldamento globale, crisi economica, declassamento sociale, ecc. – rende quasi vitale.

Le isole, molto più vulnerabili ai cambiamenti climatici e ultra-dipendenti dal trasporto aereo e marittimo, temono di essere penalizzate dalle nuove strategie di sviluppo sostenibile. «La nostra economia è fragile. Dobbiamo affrontare vari problemi. Siamo in prima linea nella crisi migratoria (il Mediterraneo è diventato un cimitero) e nella crisi ambientale (il Mar Mediterraneo è molto inquinato).. Accumuliamo svantaggi economici e sociali quando invece dovremmo sfruttare le opportunità che il bacino mediterraneo ci offre. Per risolvere tutto ciò, dobbiamo collaborare tra isole e diventare “snodi cruciali” per lo sviluppo, ma non siamo sostenuti», ha detto il presidente delle Baleari in un vibrante discorso. «Le isole mediterranee si trovano ad affrontare i problemi dell’intera Unione Europea, ma l’UE ha dimenticato la nostra situazione “periferica”. Dipendiamo sempre dallo spazio marittimo, siamo un crocevia con altri continenti. C’è una barriera fisica tra noi e la terra ferma: a volte è difficile trovare delle soluzioni, ma dobbiamo provarci. Dobbiamo agire in modo più coordinato. Il nostro successo può essere quello dell’intera UE. Possiamo fare molto per ridurre i rifiuti, per affrontare l’inquinamento marino o per creare trasporti puliti. È bello avere una crescita economica, ma se non riesci a sostenerla, è inutile!».

L’esempio di Gozo

Questa è l’opinione del ministro di Gozo, membro del governo maltese, che ha preso a cuore la questione dell’insularità durante la sua presidenza dell’UE. «Devi andare oltre la rigida regolamentazione e ottenere una certa flessibilità in un quadro adeguato». Justyne Caruana prende la sua isola come esempio – la più piccola dell’Unione Europea – per spiegare le sfide che gli isolani devono affrontare: «Le difficoltà sono notevoli, la dipendenza dall’isola di Malta è assoluta. Nonostante ciò, stiamo vivendo uno sviluppo economico senza precedenti con il 5% di crescita all’interno del nostro arcipelago, Gozo è un contributore netto al PIL nazionale. Malta ha sviluppato un pacchetto di misure infra-settoriali per Gozo sull’accesso alle infrastrutture, alla connettività e alla digitalizzazione per esplorare meglio i settori ad alto valore aggiunto. Gli aiuti di Stato sono importanti per compensare gli svantaggi strutturali. Essi devono essere garantiti per creare il miglior contesto economico possibile. Stiamo ottenedo dei risultati: l’economia di Gozo si sta aprendo all’intelligenza artificiale e al turismo sanitario, l’isola è il nuovo “polo di innovazione” con la partecipazione di Microsoft e Google. Il suo sviluppo va di pari passo con la protezione del suo ambiente e dei suoi paesaggi, meno rifiuti, e promuovendo una bassa emissione di carbonio a favore della “crescita blu”. La transizione energetica è molto importante per le isole ed è essenziale per l’UE. I fondi di transizione devono essere sufficienti e le isole non devono essere dimenticate».

Territori pilota

Per Justyne Caruana, la cooperazione con le altre isole è fondamentale, motivo per cui Gozo si è unita al trio originale. «Affrontiamo le sfide ogni giorno e dobbiamo condividere le nostre esperienze per ottenere un risultato rapido. Vogliamo inviare un messaggio forte all’UE: siamo piccoli, ma resistenti e resilienti, siamo forti. E se l’Unione Europea vuole avvicinarsi ai cittadini, come dice, deve sentirci. Essendo piccoli, possiamo muoverci velocemente, possiamo essere territori pilota». Poiché l’«unione fa la forza», la dichiarazione è aperta a tutte le isole che vorrebbero aderire. I deputati chiedono il loro sostegno per garantire la visibilità delle isole nell’agenda europea. L’eurodeputato di France Insoumise, Younous Omarjee (delle isole Riunione, oceano Indiano) presidente della Commissione per lo sviluppo regionale, ha già chiesto che la questione dell’insularità sia estesa a tutte le isole. «Dobbiamo creare uno sportello unico affinché tutte le questioni inerenti le isole siano prese in considerazione e e verficare che le stesse utilizzino tutti gli strumenti a loro disposizione», aggiunge Eleni Marianou. «Tutti i cittadini europei devono avere gli stessi diritti. Alcuni paesi (come la Spagna) hanno sviluppato politiche di “discriminazione positiva” che dovrebbero essere generalizzate. Vogliamo un Libro Bianco che riprenda l’articolo 174 e agisca sulla “clausola dell’insularità” con un indice di “perifericità».

Una strategia operativa

Pragmatico, Gilles Simeoni propone quindi di essere «il più operativi possibile. Possiamo declinare la strategia su quattro direzioni: appresso al Comitato delle Regioni, approfittando anche della presenza della Finlandia per riflettere sul tema dell’economia, dell’imprenditorialità, dell’innovazione e della transizione energetica, dove i sistemi insulari hanno qualcosa da dire, soprattutto nel settore della cosiddetta “economia circolare”. Dobbiamo prendere iniziative per combattere l’inquinamento, in particolare per la plastica». Poi presso il Parlamento Europeo: Simeoni concorda con la proposta del deputato Alfonsi di tenere un “colloquio di lavoro” tra i parlamentari dell’isola e il CPMR, la cui Assemblea generale si terrà tra 15 giorni a Palermo, in Sicilia. Anche per cogliere l’opportunità della Presidenza croata che partirà da gennaio 2020: «La Croazia è uno Stato insulare, dobbiamo approfittare dei suoi 6 mesi di presidenza per fare una serie di progressi». Infine, per intensificare i rapporti con la Commissione Europea. «Ci siamo attivati. Abbiamo bisogno del sostegno degli Stati membri a cui siamo collegati. Il percorso è tracciato. Resta a noi trovare i mezzi per avere successo in fretta».

Fonte: Corse Net Infos

 

Alessio Vic Stretti

Laureato in "Conservazione dei Beni Culturali" presso l'Università di Genova, il suo amore per la Corsica nasce nel 2005, dopo aver girato ogni angolo dell'isola in cerca dei suoi tesori naturali e artistici. La sua poesia in lingua corsa «Una preghèra da Genuva à l'isula bella» (presentata al concorso “Tropea, onde mediterranee” del 2009) e la sua Tesi di Laurea «L'architettura in Corsica e le regioni tirreniche fra l'Alto Medioevo e il XIV secolo» (2007) appaiono sulla rivista online A Viva Voce diretta da Paul Colombani.

By Alessio Vic Stretti

Laureato in "Conservazione dei Beni Culturali" presso l'Università di Genova, il suo amore per la Corsica nasce nel 2005, dopo aver girato ogni angolo dell'isola in cerca dei suoi tesori naturali e artistici. La sua poesia in lingua corsa «Una preghèra da Genuva à l'isula bella» (presentata al concorso “Tropea, onde mediterranee” del 2009) e la sua Tesi di Laurea «L'architettura in Corsica e le regioni tirreniche fra l'Alto Medioevo e il XIV secolo» (2007) appaiono sulla rivista online A Viva Voce diretta da Paul Colombani.

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