Sarkozy: il còrso diventi “lingua protetta” e alla CTC parlatelo nei corridoi ma non in aula

Nicolas Sarkozy torna in visita in Corsica, nell’ambito del tour che i candidati alle primarie aperte della Destra per le Presidenziali 2017 stanno tenendo in tutta la Francia.

In un’intervista, l’ex-presidente ha espresso la sua visione dell’identità e della specificità della Corsica, tra cui quella sulla lingua.

Interrogato su cosa pensasse di Jean-Guy Talamoni, che parla spesso in lingua corsa durante le sedute dell’Assemblea di Corsica, di cui è presidente, ha detto: “Parlando in Corsica tra eletti è comune nei corridoi dell’Assemblea della Corsica. Ma quando prende parola all’assemblea territoriale, deve parlare francese, che è la lingua della Repubblica.” Poi prosegue: “Tuttavia, non dobbiamo sottrarci al dibattito sulla lingua corsa. Non voglio una guerra di trincea tra sostenitori e oppositori della co-ufficialità. Qual è l’obiettivo che dobbiamo condividere? Non si tratta di sostituire il francese col còrso, ma abbiamo bisogno che il còrso rimanga una lingua viva. Cerchiamo di essere chiari: questa è una battaglia che è ben lontana dall’essere vinta. Dei 300.000 abitanti della Corsica, nemmeno un terzo parla còrso, e meno sarà per i loro figli. I mezzi devono essere forniti alla scuola per aumentare la formazione, invece di ridurli: lo dico perché la riforma del collège, che io abrogherei, complicherà l’insegnamento della lingua corsa in nome di egualitarismo. Ma dobbiamo andare oltre: il còrso non deve essere solo una lingua d’insegnamento, deve rimanere come un linguaggio sociale. Mi ha colpito questa estate per l’ampiezza e la diversità della letteratura còrsa sui scaffali delle librerie. Si tratta di una vera e propria ricchezza. Si tratta di uno dei membri fondatori dell’identità corsa. Dobbiamo uscire dai dogmi e immaginare nuovi strumenti: penso ad esempio alla creazione di uno status di lingua “protetta”, come esiste in altri paesi europei, l’Italia per esempio. Uno status che consente di avanzare realmente il bilinguismo nella società. Dobbiamo lavorare attivamente.”

Certamente un’apertura, che tuttavia ricade nei soliti schemi mostrati nei decenni dai governi centrali. La lingua corsa dev’essere usata nella società, ma non può avere uno statuto di co-ufficialità. Non dev’essere confinata ai libri di scuola, ma poi si parla dei libri scritti in còrso per decretarne la vitalità. Si parla di lingua “protetta” citando l’Italia, ma si dimentica che molte lingue locali e dialetti italiani sono in ottima salute (si pensi al veneto o al napoletano), che ai recenti Stati Generali della Lingua italiana, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha citato i dialetti locali come fonti di arricchimento dell’italiano standard. E non dimentichiamo neanche che in Italia diverse lingue, tra cui il sardo (seppur con molte difficoltà), il friulano e lo sloveno in Friuli Venezia Giulia, il tedesco in Alto Adige, il francese in val d’Aosta, hanno uno statuto di coufficialità forte.

La reazione di Saveriu Luciani, incaricato per la lingua e cultura còrse all’Esecutivo della CTC, affidata alle reti sociali, è stata decisa:

Sarkozy e la lingua corsa …” s’è t’ai da andà, vai puru !”

Per il suo ritorno in campagna elettorale nella nostra isola, Nicolas ha infine dato prova di responsabilità e rispetto per la lingua corsa:
– interdizione di parlare còrso all’Assemblea di Corsica, ma è permesso usarlo nei corridoi.
– uno statuto di lingua protetta per l’idioma vernacolare…

Parenu fole è guasi guasi ci seria da ride ma … li deraghju à l’accorta u mo parè :
– aghju sempre parlatu corsu inghjilocu, senza risparu, è soprattuttu à l’Assemblea di Corsica. Moltu più avà …
– a lingua di quì ùn hè micca cum’ è u cervu o a muvra, un’animale chì campa in u spaziu di u Parcu … prutege innò, ma amparalla à tutti è custruì una sucetà isulana bislingua.

Allora, l’amicu Niculaiu, s’ellu vole un statutu per a Corsica, cum’ellu a dice, bon prò li fia, in sti tempi di belle dichjarazione d’amore in campagna eletturale … State puru tranquilli, ùn serà u solu, u benedica.
Per contu nostru, li turnemu à dì : U Corsu hè una lingua naziunale è lì ci vole un statutu d’officialità è basta !”

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