Migliaia di persone per le strade di Ajaccio chiedono “democrazia e rispetto per il Popolo Corso”

Nonostante la pioggia, erano migliaia (6000 per la prefettura, 20.000 per gli organizzatori) le persone che oggi hanno sfilato per strade di Ajaccio nella grande manifestazione chiamata da Gilles Simeoni dopo l’insuccesso degli ultimi colloqui parigini.

La manifestazione si svolge tre giorni prima della visita di Emmanuel Macron nell’isola, dove commemorerà il prefetto Claude Erignac a 20 anni dal suo assassinio.

Il corteo, con in testa uno striscione che recitava “demucrazia è rispettu pè u populu corsu”, è partito intorno alle ore 15 guidato da giovani còrsi, tra cui molte ragazze, cche portavano sulle spalle la bandiera di Corsica. Molti manifestanti tenevano in mano fogli bianchi con sopra stampato l’hashtag « #Demucrazia » e scandivano slogan contro lo Stato francese.

Una vettura recante la scritta« Amnistia » diffondeva musica e canti tradizionali, un’altra aveva la scritta « Libertà » due chiari riferimenti alla questione dei prigionieri politici.

« Penso che abbiamo vinto la nostra scommessa», si è felicitato il leader indipendentista Jean-Guy Talamoni, poco dopo la partenza del corteo. « Siamo soddisfatti perché il popolo còrso ha risposto al nostro appello. Credo che questa sarà una mobilitazione permanente, con la quale i Corsi sosterranno le nostre richieste a Parigi non solo attraverso il voto ».

Sostenuto da un comitato che riuniva sindacati, associazioni e vari movimenti nazionalisti, la manifestazione aveva l’obiettivo di « convincere il presidente Macron, attraverso una manifestazione popolare e pacifica, ad aprire un dialogo »,ha spiegato il leader autonomista Gilles Simeoni. Vogliamo la « fine del rifiuto sulla maggior parte dei dossier » come la co-ufficialità della lingua corsa o il rientro e l’amnistia per i prigionieri, lo statuto di residenza e l’inserimento in costituzione della Corsica con un articolo specifico.

Intanto, nella notte tra ieri ed oggi, l’Assemblea di Corsica (non solo la maggioranza ma anche 6 macronisti) ha votato una risoluzione che riassume queste rivendicazioni e chiede al presidente Macron, cui sarà consegnata, di aprire un vero dialogo.