Il 9 marzo scorso, il tribunale amministrativo di Bastia ha dichiarato come non conforme gli articoli del regolamento interno dell’Assemblea di Corsica che prevedevano che le lingue del dibattito erano il còrso e il francese. Il tribunale aveva allora ritenuto che un tal regolamento fosse contrario all’articolo 2 della Costituzione francese, che stabilisce che “la lingua della Repubblica è il Francese”.
Di fronte a quella decisione che “equivale a privare i rappresentanti eletti della Corsica del diritto di parlare la loro lingua durante i dibattiti”, la risposta della maggioranza non si è fatta attendere. Durante le sessioni della scorsa settimana (30-31 marzo) è stato provata la traduzione simultanea dei dibattiti.
Le persone presenti avevano a disposizione cuffie audio con la possibilità di scegliere la traduzione in diretta dei discorsi dal francese verso il còrso, e viceversa. Sono stati sei interpreti a lavorare a turno per dare a tutti la possibilità di ascoltare i dibattiti nella loro lingua. Quel dispositivo è costato 6480€ e ha permesso anche di dare accesso alla traduzione simultanea agli ascoltatori via Facebook e il sito internet ufficiale dell’Assemblea di Corsica.
Per ora quell’operazione è una prova, implementata con gli strumenti già a disposizione nell’emiciclo. Sarebbe necessario un investimento dedicato per il materiale, per perpetuare il dispositivo nelle migliori condizioni possibili.
“Nessuno ci può impedire di parlare còrso” ha dichiarato la Presidente dell’Assemblea, Marie-Antoinette Maupertuis. Oltre ad essere una scelta di equità, proporre la traduzione simultanea è un messaggio politico evidente, appoggiato in quell’occasione dalla presenza nell’emiciclo di Fernand de Varennes. Rapportatore speciale delle Nazioni Unite sul tema delle minoranze, De Varennes ha assistito alla sessione di venerdì come osservatore. Suo discorso è in linea con i difensori delle lingue minoritarie nello spazio pubblico: “Nessun paese al mondo costringe all’uso esclusivo di una lingua nella vita pubblica, tranne la Francia”.
In una intervista rilasciata a Corse-Matin, Fernand de Varennes illustra semplicemente la possibilità per diverse lingue di coabitare, con esempi che tutti fuori dalla Francia conoscono. La Svizzera e le sue quattro lingue, il Canada o, più vicino a noi, l’Italia con l’Alto Adige e la Valle d’Aosta (dove il francese è co-ufficiale pur non essendo la lingua madre di quasi nessuno nella valle). Inoltre Fernand de Varennes solleva una questione importante per quanto concerne la decisione del tribunale amministrativo di Bastia : “se diciamo che l’articolo 2 della Costituzione esclude tutte le lingue oltre al francese, che dire di alcuni organi amministrativi che usano l’inglese ? […] Come giustificare l’uso dell’inglese, parlato ovunque, quando il còrso è vietato?”. Secondo de Varennes, “bisogna dare un esame più attendo al testo costituzionale e alla lettura che ne facciamo”.
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Fonti : Assemblea di Corsica, Corse-Matin (articolo di Anne-C. Chabanon)
Guillaume Bereni
Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.