La decisione è stata presa il 9 marzo. Il tribunale amministrativo di Bastia ha annullato gli articoli del regolamento interno dell’Assemblea della Corsica che prevedevano che “le lingue dei dibattiti sono il còrso e il francese”. Il tribunale ritiene che questa disposizione violi l’articolo 2 della Costituzione, secondo il quale “la lingua della Repubblica è il francese”.
“Questa decisione equivale a privare i rappresentanti eletti della Corsica del diritto di parlare la loro lingua durante i dibattiti dell’Assemblea della Corsica, del Consiglio esecutivo della Corsica e nella vita pubblica”, hanno dichiarato Gilles Simeoni e Marie-Antoinette Maupertuis in un comunicato.
“Accettare questa situazione è per noi impensabile”, scrivono il presidente dell’Esecutivo e il presidente dell’Assemblea della Corsica. Tanto che stanno pensando di presentare un ricorso contro questa decisione.
Inoltre, Gilles Simeoni e Marie-Antoinette Maupertuis ritengono che “questa decisione giudiziaria e le sue motivazioni non fanno che confermare l’assoluta necessità di una revisione costituzionale, in particolare per garantire alla lingua corsa lo status di co-ufficialità, condizione indispensabile per la sua sopravvivenza e il suo sviluppo”.
Hanno annunciato che nella prossima sessione proporranno a tutti i gruppi “di adottare una posizione comune di fronte alla situazione giuridica e politica creata dalla sentenza del tribunale amministrativo di Bastia, a cui lo Stato ha fatto riferimento”.
Per ricordare che era stato l’ex prefetto della Corsica Pascal Lelarge a presentare un ricorso contro queste delibere di modifica del regolamento interno dell’Assemblea, dopo che quest’ultima si era rifiutata di ritirarle.
Egli aveva infatti ritenuto che i riferimenti alla nozione di popolo corso e alla lingua corsa come possibile lingua per i dibattiti dell’Assemblea violassero la Costituzione.
Il tribunale amministrativo gli ha quindi dato ragione.
—
Fonte: FR3 Corse ViaStella