Con un ritardo di circa quattro anni sui tempi inizialmente previsti, è stato firmato questa mattina a Roma il Trattato del Quirinale, un patto di cooperazione rafforzata tra Francia e Italia, sul modello del trattato di amicizia franco-tedesco siglato negli anni 1960 e poi rinnovato nel 2019). I dodici punti del trattato segnano la cooperazione dei due Paesi in altrettanti campi, dalla geopolitica all’economia, dalla difesa alla cultura. E potrebbe aprire prospettive molto interessanti per la Corsica.
No, il trattato non prevede un articolo specifico sulla nostra isola come proposto a suo tempo dal consigliere nazionalista Vanni, in virtù del fatto che la Corsica è un “ponte naturale tra Francia e Italia”, che “lingua corsa è una lingua romanza dell’area italica” e che essa può essere dunque un ” fattore di inserimento sociale e vettore di sviluppo economico verso l’Italia”. Quella mozione purtroppo non fu mai discussa dall’Assemblea di Corsica allora presieduta da Jean-Guy Talamoni.
Ma il trattato di cooperazione italo-francese firmato oggi porta in sé alcuni punti molto interessanti per noi, che sosteniamo da sempre i vantaggi di riavvicinare lingua corsa e lingua italiana, proprio come fattore di conoscenza e sviluppo. L’articolo 8 del Trattato, al punto 2, recita:
Al fine di favorire la diffusione e il reciproco apprendimento delle rispettive lingue, le Parti realizzano azioni di promozione linguistica e sostengono lo sviluppo dell’insegnamento della lingua italiana e della lingua francese nei rispettivi Paesi. In questo quadro, esse prestano particolare attenzione alla formazione e alla mobilità dei docenti e degli studenti che intendono intraprendere la carriera di docente.
Le Parti favoriscono la formazione dei parlanti bilingue in italiano e in francese nelle regioni frontaliere, valorizzando in tal modo l’uso delle due lingue nella vita quotidiana.
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