Tutto ciò che c’è da sapere sullo storico patto tra Corsica e Sardegna

Una delegazione dell’Assemblea di Corsica, guidata dal suo presidente Jean-Guy Talamoni, è stata ricevuta in pompa magna a Cagliari, al Consiglio Regionale sardo, il 28 di aprile, giorno simbolico di festa nazionale in Sardegna, per approvare in maniera formale e istituzionale le relazioni politiche strette tra le due isole. In linea con gli scambi sostenuti sin dall’inizio del mandato di governo nazionalista, l’incontro ha permesso di effettuare un passo decisivo verso la volontà di cooperazione per la creazione di un Consiglio permanente sardo-corso, organismo che si occuperà di questioni economiche, transfrontaliere, linguistiche e culturali. Una dichiarazione comune, firmata dai presidenti di tutti i gruppi delle due assemblee, che è stata votata dagli eletti sardi e corsi.

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Il vento della storia ha soffiato, questo 28 aprile, sul Consiglio Regionale sardo che ha ricevuto una delegazione dell’Assemblea di Corsica per una sessione straordinaria dove i rappresentanti delle due assemblee si sono seduti insieme e votato una dichiarazione comune per approvare “u pattu corso-sardu”, la concretizzazione finalmente effettiva di una volontà di cooperazione vecchia di decenni. I rappresentanti dei gruppi nazionalisti, Hyacinthe Vanni, vicepresidente dell’Assemblea di Corsica e rappresentante della Commissione della finanze, Anne-Laure Santucci, in rappresentanza dell’Esecutivo e Marie-Hélène Casanova Servas per Femu a Corsica, Petr’Antone Tomasi per Corsica Libera, ma anche Maria Guidicelli per Prima a Corsica, hanno effettuato la trasferta. La destra, l’estrema destra e il Front de Gauche, anche loro firmatari della dichiarazione, hanno disertato il viaggio. Presente anche il sindaco di Bonifacio, Jean-Charles Orsucci.

Un giorno simbolico

Storica e simbolica, la giornata lo è stata a più riprese. Prima di tutto la data decisa dai Sardi. Il 28 aprile è il giorno della festa nazionale, “Sa die de sa Sardigna”, che commemora l’insurrezione popolare del 1794 contro i Piemontesi, l’ingiustizia del governo e del vice re che fu cacciato dall’isola. Per il potere autonomo sardo, simboleggia, oggi come ieri, la volontà di emancipazione dei popoli dalla dipendenza dagli Stati centrali. “Questo giorno simbolico dell’orgoglio sardo e il ricordo di un percorso ancora incompleto, che trova le sue radici più profonde nella ricerca dell’autonomia e nella volontà di sfociare nella piena riconoscenza della sovranità e dell’autodeterminazione del popolo sardo. Una sovranità moderna, compatibile con i principi che fondano l’Europa dei popoli e che caratterizzano un federalismo democratico moderno”, afferma il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, nel suo discorso di apertura. Un simbolo che accetta il nuovo potere nazionalista còrso il cui primo atto è stato quello di voltarsi verso l’isola vicina e sorella per creare un fronte comune contro il loro rispettivi Stati che influenzano Bruxelles.

Un gesto di fiducia

Il simbolo, ugualmente, nella pre-apertura della sessione, con la bandiera sarda offerta ai Còrsi, durante lo scambio dei doni tra i due presidenti. “Non la offriamo a tutti, è un gesto di fiducia che noi vi facciamo”, assicura Giafranco Ganau a Jean-Guy Talamoni che offre, in cambio, tre opere storiche sulle relazioni sardo-corse, Napoleone e Pascal Paoli. La storia parallela delle due isole “gemelle”, che hanno portato, ognuna dal proprio angolo, delle lotte spesso identiche per salvaguardare la loro libertà, la loro indipendenza, la loro identità, cultura e lingua, sviluppare la loro economia…, è stata lungamente evocata da tutti gli interventi, durante la sessione seguente. Una sessione volutamente storica e simbolica con i due presidenti che condividevano la tribuna, il rappresentante del Consiglio esecutivo della Corsica seduto sul banco degli assessori sardi e gli eletti delle due isole seduti nella stessa camera.

Una nuova governance

Il simbolo, ancora, durante l’unaminità mostrata, sia a livello emozionale, della soddisfazione e dell’ardore per costruire un reale ponte tra le due isole. “Isole sorelle per la loro geografia, Corsica e Sardegna vivono, da molti anni, nella solitudine. La nostra presenza nel vostro Parlamento è un segno della nostra volontà comune di inserire le nostre isole e i nostri popoli in un rapporto d’amicizia, di cooperazione culturale, ambientale, economico e politico. Noi siamo qui, oggi, per costruire un ponte tra le nostre due isole e un altro che vada fino a Bruxelles… Il voto di questo patto sardo-corso e un passo simbolico verso la costruzione di un nuovo modo di governare. Dobbiamo difendere, insieme, lo statuto delle isole del Mediterraneo. Converrà indentificare i soggetti nei quali convergere i nostri interessi comuni al fine di indirizzarci insieme alle autorità europee”, riassume Jean-Guy Talamoni.

Fine della solitudine

“I tempi della solitudine sono finiti. È arrivato il tempo di decidere con coraggio del nostro destino e del nostro futuro”, gli fa eco Pietro Zanchetta, presidente del gruppo di sinistra Cristiano Popolari Socialisti. L’eletto della Maddalena, che si è espresso in gallurese, lingua del nord Sardegna, derivato dal Còrso, cita l’esempio della cooperazione sul Parco Marino di Bonifacio: “Una ricchezza per le nostre due regioni, che dobbiamo gestire assieme, in autonomia da Roma e Parigi”. Un esempio ripreso, da parte còrsa, da Maria Guidicelli che insiste, da parte sua, sulle problematiche sociali e ambientali, comuni alle due isole. “Dobbiamo condividere le similitudini che vanno aldilà delle similitudini geografiche e dei vincoli comuni. Noi abbiamo constatato i problemi diffusi e condivisi. Per meglio difenderli, bisogna essere solidali e parlare con una sola voce, soprattutto nei confronti con l’Unione Europea. Questo Consiglio sardo-corso è prima di tutto, uno spazio di lavoro che analizzerà un certo numero di soggetti e di proporre un certo numero di mezzi per difenderli insieme”.

Dei destini legati

L’entusiasmo è alto tra i Nazionalisti sardi che vedono, in questo partenariato, l’emergenza di una alternativa politica fruttuosa. “L’emozione non nasce solo della solenne importanza dell’evento, ma soprattutto la volontà, che appare chiaramente per la prima volta nella nostra storia, di decidere, in modo concertato e unanime, per tracciare un percorso comune tra i nostri due popoli, anche se sono fratelli di sangue, non hanno mai avuto la possibilità di costruire insieme il loro destino. E ‘quasi incomprensibile che, ad oggi, non abbiamo realmente capito come siamo legati “, spiega Paolo Zedda, vice presidente del gruppo e Soberania Indipendentzia.

Eppure, ricorda Marie-Hélène Casanova Servas, questa volontà di collaborare è una vecchia rivendicazione dei nazionalisti corsi. “Per molti anni, noi dimostriamo in Femu a Corsica, una chiara volontà di riavvicinamento e di cooperazione, che oggi comincia a materializzarsi. Affermiamo, quindi, che la collaborazione delle nostre due isole possa portare più peso e forza nelle discussioni con le istituzioni europee. Abbiamo proposto di organizzare una lobby comune per affermare la specificità del territorio regionale e la condizione dell’insularità per assicurare di fatto l’inclusione dell’insularità del Mediterraneo. Abbiamo ora la garanzia che i nostri desideri sono sulla buona strada per essere soddisfatti. “

Una storia da scrivere

Auspici equamente condivisi da un lato all’altro dello scacchiere politico delle due isole, ma la destra sarda ha avviato un appello vibrante e sorprendente in favore della libertà, della lingua, dell’autonomia e al diritto all’autodeterminazione. “E ‘essenziale per mantenere vivo il senso di libertà e di autodeterminazione che è nell’anima di ogni Sardo, come nell’anima del popolo corso … Con il tempo si assiste ad una offensiva senza precedenti neo-centralizzatrice da parte del governo italiano che vorrebbe, non solamente ridurre, ma eliminare la nostra autonomia e la specificità in nome di un interesse pseudo-nazionali, abbiamo il dovere di reagire e di unire le nostre forze per difendere la nostra identità, la nostra storia, la nostra cultura e la nostra lingua!” esclamò Pietro Pittalis, presidente del gruppo di Forza Italia Sardegna, il movimento liberale di Silvio Berlusconi. Facendo appello a un’Europa dei popoli, egli ritiene che la cooperazione tra le due isole, all’interno dello spazio europeo, è un modo di “scrivere la storia senza subirla.” Promuovere la creazione di una macro-regione, una piattaforma comune per influenzare Bruxelles, il rappresentante di destra ha concluso citando il poeta Don Pierre De Mari, “Si noi lascemu more ‘a nostra lingua ‘a nostra razza murarà cun ella”. Da lasciare sbalorditi i nazionalisti!

Una sola via

Una macro-regione che cui aspira anche Giuseppe Meloni, presidente del gruppo Partito Democratico, a cui ha unito le isole Baleari. Per lui, la sfida è principalmente economico, ambientale, culturale e linguistica. “Noi non vendiamo auto. Vendiamo il mare, il sole, la campagna e il nostro cibo. È per questo che dobbiamo rafforzare le nostre amicizie e sviluppare la cooperazione transfrontaliera “.

L’idea di un euro-regione mediterranea è ripresa da Anne-Laure Santucci che spiega che la sfortuna delle due isole hanno avuto per lungo tempo “più grandi significati esterni che la propria realtà.” Ma per il rappresentante del potere esecutivo della Corsica, il cemento della riconciliazione dovrebbe essere prima di tutto politico. “Il Consiglio sardo-corso sarà la matrice della riconciliazione e di emancipazione delle nostre isole sorelle nella prospettiva di una costruzione più grande ancora, quella di un euro-regione mediterranea. L’obiettivo è quello di avviare una nuova era per dare vita ad un futuro comune. Entrambe le isole vogliono scegliere il proprio destino, scrivere le proprie pagine della propria storia, una storia scritta a due mani, in due lingue, ma per tracciare una sola strada.”

Una speranza rinnovata

In chiusura dei discorsi dei presidenti di gruppo, Petr’Anto Tomasi insiste sul significato umano e politico della manifestazione: “E’ per noi un onore essere qui oggi. Accogliendoci ci avete offerto ciò che di più prezioso possedete: la vostra lingua, le vostre lingua, ed è con grande gioia che abbiamo ascoltato i vostri interventi gallurese e in maddalenino, varietà così vicino alla nostra lingua. Ci avete offerto le vostre canzoni, i vostri balli. Ci avete offerto di celebrare assieme la vostra festa nazionale Sa Die de Sa Sardigna nel vostro Parlamento, il luogo sacro della democrazia e il potere in Sardegna. Quanto a noi, siamo venuti qui nella diversità delle nostre idee con la nostra lingua, un pezzo dell’Assemblea della Corsica, luogo sacro della nostra democrazia, la nostra volontà e la nostra capacità di decidere il nostro futuro, e, soprattutto, la speranza rinnovata da qualche mese per vedere i nostri due isole cooperare per il diritto dei popoli al trionfo della libertà.”

Una promessa mantenuta

Una sensazione ampiamente condivisa da Hyacinthe Vanni che torna alla dimensione simbolica di questa giornata storica: “Siamo stati profondamente toccati dall’accoglienza calorosa che abbiamo che ci ha riservato la Sardegna. Siamo stati ricevuti, dal punto di vista formale, come capi di stato. Sedersi insieme in un’assemblea e votare una dichiarazione congiunta sono degli atti politici e simbolici forti. L’alleanza sardo-corsa è la realizzazione della volontà comune, condivisa, espressa dai due esecutivi della Corsica e della Sardegna per lavorare insieme nel quadro di un reale partenariato strategico del Mediterraneo. E ‘stata una delle promesse elettorali del Presidente dell’Esecutivo, Gilles Simeoni. Una promessa mantenuta. Torniamo ora nella fase operativa e inizieremo a lavorare su questioni concrete”.

Stessa posta in gioco

Il calore dell’accoglienza, l’attesa e anche il fervore dei rappresentanti sardi è all’altezza dell’importanza della posta in gioco per entrambe le regioni che attraverso le difficoltà economiche quasi simili di fronte gli stessi problemi gravi non riuscendo a risolverli, insabbiati entrambi, nel rapporto conflittuale con i loro rispettivi stati. Le invettive dei rappresentanti contro il centralismo di Roma, con cui fortemente farcito il discorso, sembra punto per punto quello della Corsica fatto contro Parigi. A volte sulle stesse questioni: la richiesta sulla riforma istituzionale, l’allargamento delle competenze, fiscalità, specificità insulare … E gli stessi problemi di trasporto, delle infrastrutture, dello sviluppo economico, dello spopolamento di all’interno, le risorse energetiche, la debolezza produttiva, l’occupazione, la tutela dell’ambiente, speculazione edilizia, perdita di identità, di svalutazione della lingua e della cultura …

Un voto unanime

E’ su questa constatazione comune che si appoggia la dichiarazione scritta dalla due assemblee e firmata da tutti i gruppi politici: “Troppo spesso, le due isola hanno subito delle scelte determinata da organismi esterni che non hanno tenuto conto di ripercussioni economiche e sociali nei territori, sacrificando e distruggendo le loro particolarità. Di conseguenza, è necessario che la Sardegna e la Corsica mobilitino per aiutare a fermare il percorso di accentramento dei poteri da parte degli organismi sovranazionali europei. Sardegna e Corsica, pur avendo un enorme potenziale, con un ambiente unico, sono tra i più poveri in Europa per reddito pro capite. “

La dichiarazione è stata approvata all’unanimità da tutti i rappresentanti presenti. Sarà ratificata dall’Assemblea della Corsica per la prossima sessione prevista a fine maggio. Poi, i presidenti delle due assemblee hanno firmato il documento che approva la creazione del Consiglio sardo-corso che sarà composto in parti uguali da rappresentanti della Corsica e della Sardegna. Gli incontri si faranno, in maniera alternativa, a Cagliari e Ajaccio. La prima Consulta deve essere convocata prima dell’estate per sviluppare una metodologia, delle norme di funzionamento e selezionare i dossier da trattare.

Le reazioni, in video, dei due presidenti, Jean-Guy Talamoni (in francese) e Gianfranco Ganau (in italiano) ai microfoni di CorseNetInfos.


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Fonte: CorseNetInfos – Traduzione di Bruno Nasone

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One thought on “Tutto ciò che c’è da sapere sullo storico patto tra Corsica e Sardegna”
  1. Spero che questo vento di ritrovata fratellanza, soffi forte come il maestrale,ma che duri in eterno : non solo tre giorni o una settimana.

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