Visitare Filitosa è esattamente come prendere questa sorta di macchina del tempo. Una macchina che vi porta nella preistoria corsa, da circa 6000 anni a.C. fino all’epoca romana. Gli “stantari“, scolpiti nel granito e per lo più antropomorfe; gli insediamenti e i vari oggetti riesumati dal 1946, data della scoperta del sito, sono preziose testimonianze dell’antica Corsica. C’è ancora molto da imparare e la scoperta di Filitosa ha segnato un passo importante verso la comprensione delle origine del nostro popolo. Filitosa è probabilmente il luogo preistorico più ricco della Corsica (senza offesa per gli altri) ed è classificato tra i “100 siti storici di interesse comune per i Paesi del Mediterraneo“. Il sito è stato classificato come “Monument Historique” nel 1980.
Osservare la (prei)storia
Filitosa si trova a Sollacaro, un piccolo paese nella valle del Taravo. Non lontano da Propriano. Il sito fu scoperto casualmente nel 1946 da Charles-Antoine Cesari, su un terreno di proprietà della sua famiglia. Nel corso degli anni, soprattutto con l’intervento dell’archeologo Roger Grosjean, Filitosa rivelerà la sua ricchezza culturale. Contro ogni aspettativa, in un periodo in cui il turismo culturale in Corsica non esisteva davvero, M. Cesari ha dedicato una parte della sua vita a fare di Filitosa l’incredibile tesoro che conosciamo oggi. Il locale è tuttora gestito dai discendenti di Charles-Antoine Cesari. Un affare di famiglia al servizio di tutti.
La visita a Filitosa offre l’opportunità di vedere 13 “stantari” e di conoscere la loro storia. C’è ancora molto da scoprire su di loro. Erano guerrieri? Contro chi combattevano? Quelli non antropomorfi venivano eretti come offerte per proteggere la terra? Stare di fronte a loro, fissando quei volti scolpiti dall’uomo, è un’esperienza che si aggiunge alle domande che ci poniamo. Tutto ciò che si sa finora su Filitosa può essere ascoltato (in varie lingue), utilizzando i box audio dedicati.
È impressionante vedere quanto siano dettagliate alcune statue. Dal volto alla rotazione e all’arma, la ricerca dei dettagli è stata reale. Alcune statue sono alte, tra le più alte del Mediterraneo per questo tipo di rappresentazione. Oltre alle statue, possiamo dare un’occhiata ad alcune abitazioni e capire passo dopo passo come è nata e si è evoluta Filitosa.
Visitare Filitosa
Il bello di Filitosa è l’atmosfera e la bellezza del luogo. È facile capire perché i nostri antenati abbiano scelto di vivere qui. Anche se decidessimo di eliminare ogni traccia di presenza umana, il luogo trasmetterebbe qualcosa di profondo e rilassante. La visita a Filitosa va comunque intesa quando l’affluenza è minima, in modo da poter godere del luogo al di là delle pietre. Io l’ho fatto nei giorni feriali di aprile, giugno e settembre e non mi sono mai sentito sopraffatto da altri visitatori.
Per visitare Filitosa ci vuole da un’ora a un’ora e mezza. Dalla mia prima e seconda visita (nel 2006 e nel 2011) alcune cose sono cambiate in senso positivo. Prima c’era una strana musica di sottofondo, ma ora non sembra più esserci. Una cosa positiva. Inoltre, questa volta il proprietario ci ha fornito un gioco per i bambini: una serie di domande su Filitosa li porta a scoprire una parola segreta e a guadagnare delle caramelle. È semplice ma molto efficace per mantenere i bambini concentrati e divertiti, poiché per trovare la risposta all’enigma è necessario dare un’occhiata a tutti i punti principali della visita.
L’aggiunta principale che ho scoperto durante la mia ultima visita è il Museo di Filitosa. È stato inaugurato nel 2016 e ci dà l’opportunità di saperne di più sulla scoperta del sito e di assistere ai ritrovamenti archeologici in una sala piccola ma molto ben organizzata.
- Filitosa è aperto tutti i giorni dal 1° aprile al 3 novembre.
- Orari: dalle 9 alle 19, secondo l’ultimo aggiornamento su Google.
- Prezzi: 9,00€ (18 anni+), 7,00€ (persone con disabilità, ragazzi dai 6 ai 17 anni). Il complesso offre anche un piano famiglia che costa 28,00€ per due adulti e due bambini.
Per ulteriori informazioni, consultare il sito ufficiale disponibile in francese, inglese, tedesco e russo. Ma purtroppo non in italiano o in còrso.
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Fonte: Questo articolo è una traduzione del mio lavoro, scritto per il mio blog inglese orientato al turismo sostenibile e chiamato “Sustainable Corsica”.
Foto : Sophie Bereni(@ephios.b)
Guillaume Bereni
Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.
Sono Piero Donati, storico dell’arte ligure e autore di alcuni studi sul patrimonio storico-artistico della Corsica; mi permetto di mandarle un piccolo lavoro sull’oratorio della Sainte-Croix di Pioggiola https://mapio.unige.it/node/18