Verso “Legni Sacri”: il primo evento espositivo sui retabli e le sculture su legno del XV-XVI secolo in Corsica

By Luisa Nieddu Nov 14, 2023 #arte #patrimonio

Dopo il benemerito censimento condotto nel 1959 dall’ archeologa Geneviève Moracchini-Mazel, l’indagine conoscitiva del patrimonio storico-artistico della Corsica del Quattro- Cinquecento prende corpo in modo più analitico e sistematico, dopo una prima fase di catalogazione avviata già nel 2003, dalla Direction du Patrimoine della Collectivitè de Corse e svolta da chi scrive. Attraverso una vasta campagna di rilevamento, condotta nella moltitudine di comuni e micro-comuni dell’intero territorio insulare, dall’Haute-Corse alla Corse-du-Sud, il vasto progetto di valorizzazione si propone di produrre una documentazione fotografica e storico-critica del patrimonio mobile, che approderà nel primo evento espositivo mai realizzato, dedicato ai prodotti lignei della Corsica, tra pittura d’altare e scultura, a cavallo del XV e XVI secolo. Attraverso un’estesa campagna di restauro, (nonché un aggiornamento dei sistemi di catalogazione ministeriali del Patrimoine Mobilier) l’importanza del progetto è volta a recare un importante contributo alla conoscenza di un ingente patrimonio storico-artistico ancora da scoprire, rimasto finora frammentato nelle chiesette rurali del territorio, per renderlo per la prima volta fruibile ad un pubblico più vasto.

Nonostante lo sfasamento storico legato alla posizione di “ritardo culturale” dovuta alla condizione di “terra di confine”, la Corsica del Quattro e Cinquecento confermò la sua posizione di crocevia nell’ambito della trama di scambi figurativi lungo le coste del Mediterraneo nord-occidentale. L’isola, tuttavia, genovese dal punto di vista politico, non lo era esclusivamente dal punto di vista culturale figurativo. Entrambe le riviere liguri, di Levante e di Ponente, con il loro entroterra dell’Oltregiogo, rappresentavano le aree culturalmente dominanti per la trasmissione di formule figurative e di modelli dalla Terraferma all’Isola. L’impianto dei retabli oggetto dello studio, infatti, si configura di tipo pisano-ligure, con modelli di fine Trecento protrattisi a lungo, soprattutto nella Liguria di Ponente, addirittura fino alla metà del Cinquecento. Tale sistema architettonico a due registri su predella, sormontato da tre tavole cuspidate, si rivela predominante nella produzione di ancone insulari, come viene attestato dagli esemplari di Volpajola (1511), Giocatojo (1525 ca.), Morosaglia (1527), Oletta (1534), Brando e Guagno (1545). Nell’Isola confluirono inoltre, testimonianze figurative riconducibili a contesti culturali molto distanti dai centri rivieraschi, o dalla Madrepatria ligure, quale il pregevole trittico con predella su fondo oro, databile attorno al 1505 e conservato nella cappelle di Saint-Guillaume di Barrettali (Capocorso), raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra S. Guglielmo di Malavalle e S. Giovanni Battista, ed assegnato dalla scrivente alla cultura umbro-laziale di Marcantonio Aquili (doc. 1505-1521). Il patrimonio di dipinti d’altare della Corsica registra altresì, molteplici casi di prodotti aggiornati di carpenteria, come l’imponente polittico dell’Annunciazione del piemontese Agostino Bombelli (1480-1549?), presso la chiesa conventuale di S. Francesco a Canari (Capocorso), datato attorno al 1536. In questo caso l’apparato ligneo detto “a serliana” (caratterizzato da un arco trionfale nel pannello centrale), si palesa non tanto ligure o lombardo, quanto di carattere piemontese, come dimostra la pronunciata verticalità dello scomparto principale. Un’analoga soluzione strutturale si ritrova anche nei polittici di Tox e di Montifao, datato nell’iscrizione 1545 agusti.

Dal punto di vista stilistico, un ulteriore documento figurativo, espressione di una cultura già aggiornata sugli esiti della pittura ligure del Cinquecento, è dato dal bellissimo Dio Padre benedicente (fig. 1), datato nelle maiuscole epigrafiche dei lati nel 1510 (1510 Die 3 MARTII). Il dipinto, che presenta uno stile latamente assimilabile al nizzardo Antonio Brea, espone una problematica configurazione strutturale, che fa pensare ad un elemento di uno scomparto superiore di polittico, quasi un baldacchino, collocato quasi certamente sopra una statua. L’opera è stata oggetto di un recente restauro presso il Centre de Conservation-restauration du Patrimoine “Fort Charlet” di Calvi, dove operano esperti restauratori francesi e italiani.

Luisa Nieddu

Luisa Nieddu si occupa del patrimonio mobile della Corsica del Quattro-Cinquecento dal 2003 in qualità di ricercatrice a contratto presso la Direction du Patrimoine de la Collectivité de Corse. Laureata in Storia dell’Arte Medievale presso l’università di Bologna (facoltà di Lettere Moderne), Luisa ha conseguito un dottorato in Storia dell’Arte presso l’università di Ginevra e presso l’università Pasquale Paoli de Corse (Histoire medievale/ Histoirie de l’Art). Attualmente Luisa Nieddu è ricercatrice a contratto presso la Direction du Patrimoine de la CdC. Iscritta all’Ordine nazionale dei Giornalisti pubblicisti della Sardegna.

By Luisa Nieddu

Luisa Nieddu si occupa del patrimonio mobile della Corsica del Quattro-Cinquecento dal 2003 in qualità di ricercatrice a contratto presso la Direction du Patrimoine de la Collectivité de Corse. Laureata in Storia dell’Arte Medievale presso l’università di Bologna (facoltà di Lettere Moderne), Luisa ha conseguito un dottorato in Storia dell’Arte presso l’università di Ginevra e presso l’università Pasquale Paoli de Corse (Histoire medievale/ Histoirie de l’Art). Attualmente Luisa Nieddu è ricercatrice a contratto presso la Direction du Patrimoine de la CdC. Iscritta all’Ordine nazionale dei Giornalisti pubblicisti della Sardegna.

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