La Corsica per la prima volta riconosce il contributo dei soldati italiani alla liberazione dell’isola

Per la prima volta, i rappresentanti eletti della Corsica hanno reso omaggio ai soldati italiani caduti per liberare l’isola nel 1943. Questo evento commemorativo ufficiale mette in luce un aspetto poco conosciuto della storia della Corsica: il ruolo svolto dall’Italia nella liberazione dell’isola.

Si tratta di una prima volta, il cui carattere simbolico è fuori discussione. Nell’ambito delle celebrazioni per l’80° anniversario della liberazione della Corsica, una delegazione di rappresentanti eletti dall’Assemblea della Corsica – di ogni orientamento politico – si è recata a Livorno per rendere omaggio ai 600 soldati italiani caduti in quella che gli italiani chiamano comunemente “la battaglia della Corsica”.

“La nostra presenza qui è un segnale forte ed evidente di riconoscimento e di omaggio a coloro che, 80 anni fa, hanno contribuito alla liberazione della nostra isola aiutando le forze alleate e la resistenza corsa a sconfiggere i nazisti”, ha introdotto la Presidente dell’Assemblea corsa, Nanette Maupertuis, nel suo discorso pronunciato in italiano il 1° ottobre. Questo riconoscimento commemorativo senza precedenti si inserisce nell’ambito della creazione del gruppo parlamentare di amicizia Corsica-Toscana, proposto da quest’ultima nel luglio scorso.

Se finora non c’è stata alcuna visita ufficiale da parte delle autorità dell’isola, lasciando inascoltata questa complessa parte di storia, probabilmente non è un caso: “È l’8 settembre 1943 e i campi sono invertiti perché lo sbarco è appena avvenuto e Hitler sta perdendo. È successo nel giro di poche ore, ed è stato abbastanza sorprendente e ovviamente totalmente strategico”, spiega la storica Antoine-Marie Graziani. Siamo passati da un sistema in cui i soldati italiani, che fino a quel momento erano stati i carnefici della Resistenza, ora ne diventavano gli alleati. È quindi molto difficile spiegare che coloro che hanno combattuto contro la Resistenza diventeranno coloro che sono considerati eroi perché poi hanno perso la vita a fianco dei combattenti della Resistenza

Evocando la “storia comune” che lega l’Italia e la Corsica, Nanette Maupertuis non manca di sottolineare che “la Corsica è stata anche un territorio occupato dal regime fascista”. Prima di riassumere così questo periodo: “La storia è complessa, così come la memoria delle persone

Anche Paolo Grandi, presidente dell’associazione nazionale Reduci della Friuli, responsabile della memoria della Divisione Friuli, “in cui 143 uomini persero la vita per la liberazione della Corsica”, accenna a questa complessità storica e memoriale. “Inizialmente, nel 1942, i soldati vennero a occupare la Corsica. Fu l’8 settembre 1943, con l’armistizio, che decisero di allearsi con la Francia e divennero difensori della Resistenza”, spiega. Fu il generale Magli a dare l’ordine di combattere i tedeschi Porto di Bastia, Teghime, Casamozza… Le grandi battaglie a cui partecipò la Divisione Friuli furono tanto più importanti in quanto segnarono per prime il passaggio dell’Italia “dall’asse italo-tedesco, cioè Hitler-Mussolini, al sostegno agli Alleati”, sottolinea Antoine-Marie Graziani.

Ancora oggi, questo episodio storico rimane poco conosciuto. Innanzitutto “perché questi soldati parteciparono alla guerra contro la Resistenza”, ma anche e soprattutto “perché erano italiani”. “Dobbiamo ricordare il forte riflesso anti-italiano, che in realtà era un riflesso antifascista, che operò contro questi soldati che diedero la vita in questo conflitto”, analizza Antoine-Marie Graziani. Lo storico preferisce parlare di una “amnesia” da parte della popolazione, dovuta in parte, a suo avviso, “al fatto che venivano dalla parte sbagliata, anche se poi si sono rifatti”. Per questo “ovviamente non abbiamo lo stesso riconoscimento per i goumiers e i tabors, e siamo più preoccupati per loro che per la questione italiana”. Questa mancanza di riconoscimento è evidente anche da parte italiana. “Entrambe le nazioni hanno dato più importanza ad altre battaglie, e agli Stati Uniti come potenza che ha liberato l’Europa è stato dato maggior risalto”, spiega il presidente dell’associazione nazionale Reduci della Friuli.

Tuttavia, insiste Antoine-Marie Graziani, “non c’è motivo di tralasciare 600 persone che hanno dato la vita per liberare la Corsica, perché tenere conto di tutti gli attori fa parte del gioco storico”. È proprio questo il senso di questa prima visita politica ufficiale. la memoria è complessa e la guerra è bastata a cancellare secoli di cultura e di scambi reciproci”, ha aggiunto Nanette Maupertuis. Nulla cancellerà le tragedie individuali e collettive di quel periodo, ma nella celebrazione della libertà riconquistata, sappiamo che c’eravate anche voi”.


Fonte e immagine di copertina: Corse-Matin

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