Simeoni in tv a LGJ: siamo un popolo, con la Francia ci sia rispetto reciproco

By Redazione Gen 14, 2016 #gilles simeoni #tv

Il presidente dell’Esecutivo della Collettività Territoriale di Corsica, Gilles Simeoni, è stato ospite ieri sera alla trasmissione televisiva “Le Grand Journal“, in cui ha potuto spiegare al pubblico nazionale il proprio punto di vista e quello dei Nazionalisti sulla Corsica.

Dopo i primi saluti – in lingua corsa – alla giornalista che prima di intervistarlo gli ha rivolto un “salute” pronunciato alla parigina, ha detto di aver percorso una strada che parte da lontano, che raccoglie un’eredità antica di donne e uomini che si sono battuti per un ideale.

La giornalista gli ha mostrato un’immagine dell’insediamento del nuovo governo regionale della Catalogna, che prepara la richiesta d’indipendenza della regione dalla Spagna chiedendo se lui vorrebbe fare lo stesso con la Corsica. Simeoni ha risposto che non si possono fare paragoni con una regione come quella catalana, con una popolazione di alcuni milioni d’abitanti (conto i 330.00o Corsi) e un’economia molto avanzata. Ma l’essenziale è che la Catalogna, come i Paesi Baschi ed altri, sono nazioni senza stato che, come la Corsica, si stanno risvegliando e vogliono riconoscimento e diritti.

La questione dell’indipendentismo è al centro anche della domanda seguente, e il presidente della CTC risponde che, a differenza degli indipendentisti con cui il suo partito governa, lui crede che oggi la strada sia quella dell’autonomia, culturale come anche economica, da raggiungere in modo progressivo con l’azione pubblica e il coinvolgimento di tutta la società.

Si sente più vicino a un basco, a un bretone o a un parigino? “A tutti, ho rispetto per tutti”, è stata la semplice risposta. Ma Simeoni riprende il tema della “nazione“, quale la Corsica è. Lo è perché “è stata indipendente” e “si è dotata di una costituzione prima di quella francese e americana”, ha previsto il voto femminile molto prima che questo fosse realtà in Francia.

Un popolo còrso in seno alla nazione francese? Gilles Simeoni dice che l’appartenenza allo Stato francese è un dato di fatto assodato, ma è lo Stato che deve cambiare il suo modo di pensare, è lo stato giacobino che deve finire, e iniziare ad avere con la Corsica un rapporto di “rispetto reciproco“. Perché oggi questo rispetto da parte dello Stato francese non c’è.

Occorre quindi che lo Stato riconosca l’esitenza di un popolo còrso di cui del resto parlò anche Mitterand, “che non era certo un pericoloso estremista còrso”. Valls lo nega? “Beh lo vedrò settimana prossima, ne parleremo”.

Inevitabili anche le domande sui fatti di Ajaccio e le accuse ai Corsi di razzismo. “Noi popolo còrso siamo una comunità di destino”, nessuno spazio per il razzismo, si è Corsi quando si appartiene all’isola, e questo vale anche per chi proviene dal continente o da un altro Paese. “Noi non viviamo l’appartenenza come un’esclusione”.

L’intervista completa è disponibile in questo video, dal minuto 19:12

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2 thoughts on “Simeoni in tv a LGJ: siamo un popolo, con la Francia ci sia rispetto reciproco”
  1. Interessante il passaggio in cui Simeoni parla di necessità di porre fine allo stato gioacobino, perché la falsa identificazione dei concetti di nazione e di stato porta a prese di posizione come quelle di Valls (certains parlent d’une natione corse. Mais je ne sais pas trop ce que cela veut dire) che, oltre a essere offensiva, appare come un’ammissione di crassa ignoranza.
    Ad ogni modo, il giacobinismo nasce in Francia ma purtroppo è un prodotto esportato in tutta Europa in quanto gli stati europei, pur essendo quasi tutti plurinazionali, hanno la pretesa di porsi e presentarsi come un blocco monolitico “uno ed indivisibile”.
    Esistono poi varie sfumature, la Spagna ad esempio rispetta le diversità linguistiche ma non è disposta a trattare sull’indipendenza (al massimo riconosce lo status di “comunità autonoma”, giammai quello di “nazione” perché tale sarebbe solo la Spagna).
    Lo stato italiano invece tutela adeguatamente solo certe minoranze linguistiche, riconosce le diversità culturali ma le degrada al rango di varietà regionale, concedendo lo statuto di autonomia quando questa diversità appare particolarmente marcata (Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, Sud Tirolo, Friuli, Venezia Giulia) ma rifiuta anch’esso di utilizzare il termine di “nazione” per riferirsi a queste comunità “speciali”.
    Personalmente anch’io non vedo nulla di strano nell’esistenza di stati pluri-nazionali, a patto però che vi sia il rispetto delle diversità reciproche. Due popoli possono tranquillamente essere cittadini dello stesso stato a patto che sia chiaro che si tratti di due popoli diversi e a condizione che le istituzioni dello stato tengano conto di tale diversità.
    Affermare che non esista un popolo corso o che non vi sia alcuna differenza fra la Corsica e il continente è offensivo e ridicolo. È comunque un fatto positivo che finalmente si parli di queste questioni. Tanti francesi continueranno a pensarla come Valls, ma tanti inizieranno piano piano a informarsi e capire.

  2. Ho ascoltato il discorso del presidente Simeoni ma purtroppo non ho capito niente.Sarebbe possibile inserire anche nel futuro eventualmente sottotitoli in italiano?

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