In Sardegna si progetta il robot indistruttibile che esplorerà il suolo di Marte

By Redazione Gen 13, 2017 #spazio #tecnologia

Un pezzo di Sardegna su Marte. In un certo senso sarà così, dato che proprio nell’isula surella si sta progettando la nuova sonda che arriverà sul pianeta rosso. Nei laboratori dell’Università di Sassari, è nato infatti il progetto “Cerbero”. I partner del progetto sono diventati 11, in rappresentanza di 6 nazioni europee e di Israele: oltre all’Università di Sassari, per l’Italia partecipano l’Ateneo di Cagliari, poi le Università Politecnica de Madrid, della Svizzera Italiana, l’Institut National des Sciences Appliquées de Rennes, i centri di ricerche olandesi Tno e Science and Technology, l’azienda sassarese Abinsula, il Centro di ricerche Fiat, la Thales Alenia Space Spagna e il gruppo inglese Ambiesense Ltd, tutte imprese di alto profilo nel campo della tecnologia.

«L’Unione europea ha finanziato il nostro progetto perché mette insieme competenze diverse – spiega Francesca Palumbo, coordinatrice del progetto e ricercatrice di Ingegneria dell’informazione – Il punto di forza di questo lavoro è anche un altro: la possibilità di sfruttare gli studi e la tecnologia che si sta mettendo a punto in campi molto diversi tra loro. Non solo in ambito spaziale, dunque».

Il finanziamento dell’Unione mette 5 milioni di euro a disposizione, meno di 3 anni per completare la missione. Realizzare il robot iper moderno, dunque, è una corsa contro il tempo.

Per mettere a punto la nuova tecnologia spaziale è nato un consorzio internazionale: insieme agli atenei e alla società che progetta i robot spaziali ci sono alcune aziende che operano in settori apparentemente lontani. «Il denominatore comune – spiega Katiuscia Zedda, capo progetto della società sarda AbInsula – è la nuova tecnologia, la stessa che consentirà al robot spaziale di affrontare qualunque imprevisto, sarà utile per migliorare le prestazioni dei droni e dei robot che si occupano delle esplorazioni oceaniche e delle auto elettriche». E non a caso dell’équipe fa parte anche il Centro di ricerche della Fiat. I mezzi che attraverseranno le nostre strade, in un futuro non troppo lontano, saranno necessariamente interconnessi. Qualche esempio? «Saranno collegati all’agenda elettronica – raccontano i ricercatori – Oppure ricorderanno al conducente l’appuntamento dal medico o che quel giorno è necessario fermarsi all’ufficio postale per pagare la rata del mutuo». Questioni terrene, dunque: niente a che fare con Marte.

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Fonti: La StampaSardiniaPost

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