Primarie Destra, Fillon e Juppé al 2° turno: le loro posizioni sulla Corsica

Le urne del primo turno delle Primarie della Destra e del Centro hanno parlato chiaro. Nel voto di domenica, il grande sconfitto è stato l’ex presidente Nicolas Sarkozy, che è invece giunto primo in Corsica e a Riunione.

Il vincitore è François Fillon, in passato ministro e braccio destro di Sarkozy, che ha superato con notevole distacco l’ex primo ministro Alain Juppé, dato in testa da molti sondaggisti. Juppé, secondo, nel secondo turno, il 27 novembre, un Fillon che ha ricevuto pubblicamente l’appoggio di Sarkozy, che nell’accettare la sconfitta ha dichiarato che voterà per lui. Il vincitore, ricordiamolo, sarà il candidato di questo schieramento alle elezioni presidenziali del 2017.

primairedroite1ok

Vediamo cosa avevano dichiarato i due candidati al 2° turno in occasione delle loro visite elettorali in Corsica a proposito di alcuni temi fondamentali per l’identità còrsa.

Alain Juppé aveva offerto una visione della questione còrsa molto prudente: pur acconsentendo alla necessità di una fiscalità derogatoria per l’isola, rifiuta categoricamente la co-ufficialità della lingua e l’amnistia per i prigionieri politici, di cui nega l’esistenza. Potete leggere qui le sue dichiarazioni, e qui un’analisi di Urelianu Colombani.

Per quanto riguarda François Fillon, in occasione della sua visita nell’isola si era detto pronto a prendere in considerazione l’identità “forte” della Corsica: “Penso che abbiamo bisogno che ci si muova nei confronti di tutti questi soggetti. Siamo in un mondo globalizzato in cui dobbiamo avere più fiducia per le persone che si fidano dei propri territori.” Il discorso però, era generale: “C’è una sorta di peso dello Stato che la burocrazia che ha accumulato nel corso degli anni, spesso per buone ragioni, in passato, ma che oggi è diventato eccessivo. questo vale per tutti i francesi, vale la pena lavorare per il lavoro, le tasse, le regole, ma anche per le identità.”

Nei fatti, però, è contrario alle questioni fondamentali dell’identità còrsa, in primis la co-ufficialità della lingua. Ricordiamo la sua reazione alla scelta di Gilles Simeoni, e soprattutto di Jean-Guy Talamoni di tenere in lingua corsa il suo discorso d’insediamento all’Assemblea di Corsica. Aveva chiesto al presidente François Hollande una reazione forte contro quel gesto: “ha tenuto un discorso in una lingua che, ad oggi, non è quella della Repubblica”, in cui si è riferito a dei “prigionieri politici” che esistono solo nell’immaginario dei nazionalisti e ha rivolto “insulti alla storia del nostro Paese”.

Forse la cosa che ama di più della Corsica, come scrive A Piazzetta, potrebbe essere il vino rosé, anche se berne troppo può rischiare di far straparlare.

—–
Copertina: ParisMatch – Cartina: francetvinfo

Related Post