La Costituzione italiana e la tutela di comunità locali e minoranze linguistiche

By Giorgio Cantoni Giu 2, 2017

Oggi in Italia è festa. È la festa della Repubblica, che ricorda il passaggio – con il referendum del 2 giugno 1946 – dello Stato italiano dalla monarchia alla repubblica.

L’Italia, dove il sentimento patriottico è decisamente diverso che altrove, per esempio la Francia, aveva cancellato nel 1979 questa ricorrenza per “motivi di risparmio”, ripristinandola solo nel 2006 per volere del Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
Ciò di cui parlerò in questo articolo però, è la Costituzione della Repubblica italiana, che entrò poi ufficialmente in vigore due anni dopo il referendum. In particolare, gli articoli 5 e 6 della Costituzione. Due articoli dunque tra i primi della Carta.

Eccoli qui sotto in uno dei cartelloni del magnifico “Sentiero della Costituzione” nel borgo di Barbiana, in Toscana, voluto dalla Fondazione Don Milani, sacerdote che nella sua innovativa scuola molto insisteva sui valori repubblicani.

L’articolo 5 parla delle autonomie locali che, pur all’interno della “Repubblica una e indivisibile” vengono riconosciute e tutelate:

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.

Come vediamo, successive integrazioni hanno anche definito i princìpi e le competenze di decentramento amministrativo.

In quest’ottica, dichiarazioni come quelle che invece il candidato Nicolas Sarkozy fece durante le primarie della destra secondo cui “l’unica comunità in Francia è quella nazionale” sarebber contrarie a un principio sancito dalla Carta fondamentale dello stato.

L’articolo immediatamente successivo, il 6, prosegue parlando delle minoranze linguistiche:

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche

Questo articolo è significativo, soprattutto se pensiamo al periodo fascista durante il quale le popolazioni alloglotte (per esempio del Sud Tirolo) vennero perseguitate, i nomi in lingua diversa dall’italiano cancellati e sostituiti da una nuova toponomastica, e anche lingue locali e dialetti vennero combattuti duramente.

E allora questo articolo, al di là dei dettagli delle varie “norme” che lo attueranno, vuole ribadire che l’identità linguistica deve essere difesa. Che la lingua è parte della propria identità, anche quando è diversa dalla lingua nazionale maggioritaria, e deve essere difesa anche dallo Stato.

Non esiste alcun articolo simile articolo 2 della Costituzione francese, nessun articolo della Costituzione che dica che la lingua ufficiale della repubblica italiana è l’italiano. L’italiano è ufficiale invece, ad esempio, nella costituzione della Svizzera e in quella del Canton Ticino, all’articolo 1. Insomma nell’Italia repubblicana è scontato che l’italiano sia la lingua di tutti,  ma è fondamentale tutelare pubblicamente la lingua di ognuno.

Con tutto questo voglio dire che in Italia le minoranze e le comunità locali non hanno problemi e le lingue regionali non corrono rischi? No, per niente. L’Italia ha tanti difetti e tanti problemi. Ma nella sua Carta fondamentale ricorda di essere stata un insieme di popoli prima di essere uno Stato, che condividevano una cultura e una lingua, ma senza rinunciare alle proprie culture e alle proprie lingue.

 

Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

By Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

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7 thoughts on “La Costituzione italiana e la tutela di comunità locali e minoranze linguistiche”
  1. Meh, tutt’al più tutela le minoranze linguistiche garantite da trattati internazionali, come l’austro-bavarese in Suedtirol e il francese in Valle d’Aosta. La costituzione italiana è piena zeppa di linee-guida programmatiche cui non è mai stata data applicazione per mezzo di decreti attuativi e norme di dettaglio, per cui si dovrebbe parlare del gap enorme tra costituzione formale e quella “materiale”. A riprova del fatto che l’Italia sia tanto guardinga quanto la Francia nei confronti delle sue minoranze linguistiche, anche riconosciute, entrambe non hanno mai manifestato la propria volontà a obbligarsi rispetto alla convenzione europea per la salvaguardia delle lingue minoritarie, che non ha ricevuto ratifica.

    1. Articolo superficiale,scontato: non tiene conto della realtà dei fatti degli “effetti reali” . Affidarsi solo alle carte o a internet per dipingere un quadro cosi idilliaco,dal sapore vagamente “risorgimentale”…..rattrista.
      Basterebbe verificare sul campo (magari vivendoci qualche anno) e non semplicemente citando articoli della Costituzione (peraltro rimasti lettera morta)per capire che la tutela di comunità locali e minoranze linguistiche in Italia è solo formale ,non incide…..come molte delle leggi dello stato. La questione è compessa e trovo riduttiva l’analisi che se ne fa in quattro righe.
      La Sardegna ad esempio ha una storia,una lingua,una cultura, millenarie!

      1. La Sicilia ad esempio, ha una storia,una lingua,una cultura, millenarie!
        La Puglia ad esempio, ha una storia,una lingua,una cultura, millenarie!
        Genova ad esempio, ha una storia,una lingua,una cultura, millenarie!
        Venezia ad esempio, ha una storia,una lingua,una cultura, millenarie!

  2. Il valore fondante della repubblica italiana è la truffa infatti aveva vinto la Monarchia.
    E da quel momento fino ad oggi hanno continuato a truffare , addirittura da 6 anni ci sono governi truffaldini del tutto illegali frutto di un golpe bianco organizzato dal comunista napolitano

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