Italia: la regione Veneto chiede bilinguismo e autonomia

By Redazione Dic 9, 2016 #italia

A Venezia il Consiglio regionale della regione Veneto ha votato mercoledì una proposta di legge per il riconoscimento del popolo veneto come «minoranza nazionale». Una norma votata a maggioranza: 27 favorevoli (Lega Nord, Lista Zaia e tre consiglieri vicini a Flavio Tosi), 16 contrari e cinque astenuti.

«Miriamo a vedere riconosciuti ai veneti gli stessi diritti assicurati alle popolazioni dell’Alto Adige e del Trentino, alle quali sono garantiti dallo Stato italiano risorse e mezzi per tutelare le minoranze di cultura tedesca, ladina, cimbra», dice il relatore Riccardo Barbisan. Il provvedimento, che per molti ha forti dubbi di costituzionalità, non riguarda solo il bilinguismo. Oltre alla possibilità del rilascio di un patentino di lingua veneta e all’ipotesi della cartellonistica in due lingue, la legge 116 apre la strada all’insegnamento del dialetto (o lingua veneta) anche a scuola. Ma si chiede anche altro: «Mezzi di comunicazione ad hoc come giornali e tv e posti riservati nella pubblica amministrazione», sostiene Loris Palmerini, presidente dell’istituto di lingua veneta. Posti negli uffici pubblici in base alla «veneticità», dunque, sul modello altoatesino. Una “venetizzazione” degli impieghi, come nell’isola si parla spesso di “corsizzazione”. Ma la distinzione di una “componente etnica”veneta secondo molti potrebbe servire anche ad opporsi ad esempio all’accoglienza forzata di un numero elevato di migranti, che potrebbero minacciare l’equilibrio sociale e culturale del popolo veneto.

Dietr alla legge però, ci sarebbero anche motivi pragmatici di tipo economico, a sentire i sindaci dei 4 comuni veneti (Santa Lucia, Grantorto, Resana e Segusino) che per primi hanno proposto la legge. Il Veneto confina con le regioni Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, entrambe autonome e con tutele di tipo linguistico ma anche economico. E il Veneto sente il bisogno di avereanch’esso le stesse tutele di cui godono i suoi vicini.

Critico sul provvedimento è Stefano Allievi, professore di sociologia all’Università di Padova: «Il tema della ripartizione delle risorse c’è, ma lo strumento della lingua è il modo sbagliato per rivendicarlo. A un veneto l’idea di pagare per i forestali siciliani giustamente non va giù, ma quella della lingua è una pura follia anche perché un solo dialetto scritto non esiste: basta fare un giro in giornata tra Padova e Belluno per capire che le differenze sono enormi». Nessun bisogno di tutelare il veneto, dunque? «Macché, qui è già parlato dalla maggior parte dei cittadini. E non mi sembra siano dei panda, una minoranza in via di estinzione».

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Fonte: LaStampa.it – Foto copertina: La Presse

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2 thoughts on “Italia: la regione Veneto chiede bilinguismo e autonomia”
  1. Dalle mie parti recentemente hanno organizzato un corso di Sardo in Goceano, area del Sassarese più vicina a Nuoro, dove si parla quasi esclusivamente… sardo.
    In veneto più o meno è la stessa cosa, parlano tutti in dialetto, o quasi; è bene comunque non disperdere le tradizioni e la cultura popolare, ma c’è modo e modo.

  2. Quindi in sintesi ,mi par di capire,una situazione quellq del Veneto molto distante da quella della Corsica,in tutti i sensi.

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