Quest’articolo è stato ispirato all’inchiesta pubblicata nel Settimana (supplemento del Corse Matin) del 24 marzo 2017.
Quest’ultima, molto interessante, tratta dei vari motivi per cui si è felici di vivere in Corsica.

Prima di tutto, mi piace tanto il passo di quest’inchiesta perché, sebbene i Corsi siano persone gradevoli, hanno spesso una tendenza al pessimismo che qualche volta può essere un po’ eccessiva.
Fra le numerose ragioni evocate, possiamo citare il meteo favorevole e spesso buono, l’ambiente preservato dall’inquinamento e dalla costruzione massiva sul litorale, la sicurezza ecc…
Ma, secondo me, hanno dimenticato la ragione forse più importante: l’identità.
I vantaggi citati qui sopra possono essere citati per ogni piccola regione rurale della Francia, ma l’identità tanto emblematica e specifica dell’Isola di Bellezza è veramente qualcosa di endemico (per usare le parole tanto amate dagli isolani).

Vivere in Corsica non significa solamente godere il sole 300 giorni su 365 o di sentirsi in sicurezza nelle città dell’isola.
Vivere in Corsica è soprattutto far parte di una grande famiglia, che come tutte le famiglie ha la sua storia complicata, i suoi litigi e disaccordi e che può contenere alcuni difetti per gli stranieri ( il non-anonimato per esempio ) ma il fatto di far parte di una comunità è qualcosa che diventa sempre più raro all’età del digitale in cui ognuno è isolato nell’individualismo tecnologico dalle reti sociali e altre.
Ma penso che siamo tutti consapevoli dei nostri difetti e cerchiamo comunque di far crescere la famiglia/comunità nel miglior modo possibile.


Copertina: particolare da “Village Corse” di José Fabri Canti

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