Catalogna: arresti e perquisizioni in corso contro il referendum per l’indipendenza

Tensione altissima in vista del referendum del 1° ottobre per l’indipendenza, ritenuto illegale dalle istituzioni nazionali. Tra i fermati il segretario generale dell’economia della Generalitat. Il primo ministro Rajoy: “Unica risposta possibile”. Il presidente Puidgemont: “Ma faremo il referendum lo stesso”. La sindaca di Barcellona Colau: “Scandaloso”.

La Guardia Civil ha perquisito anche gli edifici dell’ufficio delle Entrate, del Welfare e del Centro Telecomunicazioni regionale, mentre ieri gli agenti avevano perquisito una società di posta privata, sequestrando l’80 per cento delle notifiche di convocazione ai seggi referendari destinate agli elettori in vista del voto del 1° ottobre.

Dopo gli arresti, davanti alla Generalitat si sono radunate centinaia di persone per protestare contro l’azione dei militari. La manifestazione è tuttora in corso, con striscioni e cori contro le “forze di occupazione”.

Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, parlando nell’aula del Congresso dei deputati spagnolo, difende la decisione dell’esecutivo: “Il governo tutela i diritti di tutti gli spagnoli”, ha dichiarato in Parlamento, “i giudici si sono espressi contro il referendum, come democrazia abbiamo l’obbligo di far rispettare la sentenza”. In aula, a Rajoy si è duramente contrapposto il dirigente della sinistra repubblicana catalana Gabriel Rufian: “Tolga le sue sporche mani dalla Catalogna” gli ha intimato.


Fonti: Le Monde – La Repubblica

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