Ci si aspettava molto dalla visita del presidente della Repubblica Emmanuel Macron in Corsica, in particolare dei nazionalisti.
Va ricordato che il presidente è venuto a commemorare l’80° Anniversario della Liberazione della Corsica dagli occupanti fascisti e nazisti il 4 ottobre 1943. Corsica, prima terra francese liberata. È stato a Bastia, l’ultima città liberata e dopo aver subito danni significativi a causa dei bombardamenti americani e britannici, che Macron ha presieduto un’imponente cerimonia in Piazza St Nicolas. Per l’occasione erano presenti importanti delegazioni dell’esercito, terrestre, del mare e dell’aeronautica militare, nonché un distaccamento della Marina Militare Italiana. È noto che dopo la capitolazione del generale Badoglio le truppe regolari italiane che occuparono la Corsica passarono dalla parte degli insorti e parteciparono alle battaglie della liberazione. La scelta di questa data è piuttosto un simbolo. I resistenti corsi caduti in battaglia stavano combattendo per la liberazione della Corsica ma anche dell’intero territorio francese. La Corsica liberata ha segnato in modo indelebile la sua appartenenza a tutta la Francia.
È questo periodo che il Presidente della Repubblica ha scelto per il suo discorso sulla riforma istituzionale dell’isola, pronunciato ad Ajaccio all’Assemblea della Corsica giovedì 28 settembre. I nazionalisti aspettavano che il presidente tenesse conto delle proposte della loro mozione votata il 4 luglio e che chiedeva piena autonomia per la Corsica. La destra sperava che la sua mozione, che è l’opposto di quella dei nazionalisti, sarebbe servita da base per le proposte del Presidente. I rappresentanti eletti di destra sono stati soddisfatti perché hanno detto di aver trovato nel discorso di Macron l’essenza delle loro proposte. Di fronte ai rappresentanti eletti dell’Assemblea corsa in un emiciclo, che sventolava, fatto raro, una bandiera francese incorniciata da quella corsa ed europea, quel presidente Macron alla fine del suo discorso è stato applaudito dalla cortesia di alcuni, dalla convinzione da altri.
Come riassumere il suo discorso? Si potrebbe dire che assomigliava al detto normanno “forse sì, forse forse no”. Ma ci si può chiedere su cosa i nazionalisti, che erano tutti sorrisi, tranne i separatisti, potrebbero trovare motivi di soddisfazione? I loro fondamenti sono stati respinti a titolo definitivo. Certamente Macron ha pronunciato la parola autonomia ma specificando “non contro lo Stato ma con lo Stato”, certamente era d’accordo con l’inserimento della Corsica nella costituzione “ma per ancorare meglio la Corsica nella repubblica”, certamente ha parlato di una specifica comunità culturale e linguistica corsa ma non di riconoscimento del popolo corso. Certamente ha promesso una tassazione speciale per combattere la speculazione immobiliare, ma non si tratta di uno status di residente. Certamente vuole promuovere la lingua corsa con mezzi aggiuntivi, ma nessun riconoscimento della co-ufficialità del còrso con il francese. Quanto alla richiesta di un potere legislativo per la Corsica, il presidente si è accontentato di evocare “una capacità normativa”. Senza dirlo, rifiutando i capitoli fondamentali voluti dai nazionalisti Macron dice no a una piena autonomia della Corsica come richiesto dai simeonisti.
Di fronte alle posizioni apparentemente inconciliabili tra i nazionalisti e la destra, Macron ha gettato le sue proposte nel loro campo e ha dato loro sei mesi per raggiungere un consenso. Ci sono poche speranze che ciò accada. Poi verrà il turno del processo parlamentare e del congresso (Assemblea Nazionale e Senato insieme). Per una revisione costituzionale è richiesta una maggioranza dei 3/5. E per il momento non è acquisito. La destra e l’estrema destra sono contro il progetto di autonomia e la sinistra è divisa. Già le parole di Emmanuel Macron hanno suscitato invidia ad altri. Durante l’assemblea dei dipartimenti, diversi presidenti hanno chiesto l’autonomia come i bretoni, gli occitani e i provenzali. Queste reazioni potrebbero essere un freno al progetto dell’isola. Anche la stampa di destra è molto critica. In un editoriale sulla rivista ” Le Point” il costituzionalista Benjamin Morel accusa Macron di “essere caduto nella trappola dei nazionalisti” e con le sue concessioni di “minare le fondamenta della repubblica” e “l’unità del paese”. La partita è tutt’altro che vinta, ma per ora per sei mesi le discussioni continueranno.
Intervista di Jean Martin Mondoloni
Jean Martin Mondoloni, leader del gruppo di destra “Un soffiu Novu” nell’Assemblea corsa, ha fornito a Pierre-Louis Alessandri la sua analisi delle proposte del presidente Macron, ma era scettico sulla possibilità di trovare un consenso entro sei mesi.
Petru Luigi Alessandri
Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.