U Palazzu di i Guvernatori, un romanzo tra storia, politica e mistero nella Corsica Genovese

In questo scampolo d’estate si può sempre godere dell’ultimo sole per leggersi un buon libro. E magari un buon libro in lingua corsa.

L’ultimo romanzo in lingua corsa di Georges de Zerbi trasporta il lettore indietro nel secoli, fino al 1491. Il Regno di Corsica era amministrato dalla Repubblica di Genova, e il governatore risiedeva nel Palazzo nella cittadella di Bastia, oggi noto appunto come “U Palazzu di i Guvernatori”.

La storia prende spunto dall’insediamento del nuovo governatore Galeazzo di Lévanto e dei suoi collaboratori, tra cui il fido Melchiorre. Nella trama trovano posto anche la Governatrice, e altri personaggi della Corte e del mondo politico, economico ed ecclesiastico dell’epoca. Supportato da documenti storici minuziosamente analizzati dall’autore, il romanzo offre sullo sfondo un’immagine verosimile e precisa di come Genova vedeva la Corsica dell’epoca. Da un lato un possedimento prezioso, che in quanto Regno conferiva alla Repubblica di Genova uno status superiore e andava quindi trattato con riguardo e giustizia. Dall’altro, una mancanza di prospettive di sviluppo e di crescita per l’isola che fa profeticamente pensare a Melchiorre che prima o poi Genova potrebbe perdere il controllo sull’isola. “Eccelensa, ùn simu micca capaci di ricunnosce è cunsiderà l’omidi st’isula chì sò persone distinte d’usi è di core”, dice Melchiorre al suo governatore. L’impero romano, aggiunge, durò nei secoli perché – esclusi gli schiavi – tutti i cittadini dell’Impero potevano istruirsi e ambire a cariche pubbliche, mentre Genova non si comporta allo stesso modo con la gente di Corsica.

Per quanto riguarda l’azione, i primi capitoli hanno forse un ritmo un po’ lento, dovuto alla volontà di fornire al lettore un’introduzione precisa sul funzionamento della corte del Governatore, sulle istruzioni segrete che gli venivano consegnate, ai limiti e ai meccanismi di controllo sul suo operato, e così via. Poi la trama si anima, ed entrano in gioco storie d’amore, intrighi di palazzo e un mistero che riguarda uno dei prigionieri rinchiuso in condizioni disumane nelle segrete del palazzo.

Interessante anche la presenza di espressioni genovesi, alcune rimaste nel còrso moderno come “mandillo” (mandile) per fazzoletto, oltre che alla descrizioni di piatti tipici della Genova dell’epoca, servite durante le cene a palazzo. La lingua usata nel romanzo risulta scorrevole e molto ben comprensibile anche agli italofoni. L’ambientazione scelta è la città di De Zerbi, Bastia, e l’epoca genovese è un periodo che mostre, eventi ,libri e studi stanno di recente riscoprendo e in qualche modo rivalutando.

Un romanzo che consigliamo a chi voglia passare qualche ora immerso in un piccolo mistero ambientato nella Bastia degli albori, naturalmente… in lingua corsa.

È possibile acquistarlo in linea, dal sito delle edizioni Colonna. Prezzo 14 euro (spedizione in Italia +4 euro)

 

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