80 anni fa, il 9 settembre 1943 suonava l’ora della libertà per la Corsica. Occupata da più di ottantamila fascisti italiani, e tedeschi, per una popolazione di 200.000 abitanti, la Corsica quel giorno insorse.
La rivolta era stata preparata da tempo dai militanti comunisti del “Fronte Nazionale”. E non appena Mussolini rese note le sue pretese sulla Corsica nel 1938, un giuramento solenne fu pronunciato a Bastia da migliaia di corsi che giurarono “di vivere e morire francesi”. Giuramento inciso nel marmo e apposto sulle pareti del “Café des Gourmets” nella via principale della città viale Paoli . Quando le truppe fasciste sbarcarono a Bastia l’8 novembre 1942, il prefetto di Vichy chiese ai corsi di accoglierli con rispetto. Sulle mura di Bastia i fascisti avevano tracciato “Con Mussolini Vinceremo” e mani clandestine avevano risposto in lingua corsa “Videremu” (vedremo).
Il 9 settembre 1943 suonava l’ora della rivolta dei corsi per cacciare le truppe di occupazione. Dalla pianura alle montagne, villaggi e città, armata di fucili e mitragliatrici contro un nemico surarmato, la resistenza corsa condusse una feroce lotta poi sostenuta dalle truppe della Francia Libera e dei Goumiers marocchini per arrivare alla liberazione finale dell’isola il 4 ottobre.
Il 9 settembre 1943 fu l’ora del ripristino dei valori repubblicani di libertà, uguaglianza e fraternità che i fascisti avevano rovesciato. Le decine di combattenti della resistenza fucilati all’alba dalle camicie nere morirono al grido di “Viva la Corsica Viva la Francia” suggellando così con il loro sangue “l’incrollabile attaccamento della Corsica alla nazione francese” come sottolineato dal Partito comunista in risposta alle attuali richieste di indipendenza o autonomia dai nazionalisti.
Il 9 settembre 2023, 80 anni dopo, la Corsica ha ricordato. Molte cerimonie si sono svolte davanti ai monumenti alla resistenza. A Bastia, l’avvocato Sixte Ugolini, Presidente dell’Associazione Nazionale dei combattenti della Resistenza (ANACR), ha raccontato davanti alle autorità civili militari e eletti il corso storico della resistenza corsa “che ha combattuto per la liberazione dell’isola ma anche per la liberazione della Francia”.
La Corsica fu il primo dipartimento francese ad essere liberato.
Ascoltiamo l’avvocato Sisto Ugolini interrogato da Pierluigi Alessandri
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Petru Luigi Alessandri
Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.
Ho assistito a una conferenza sulla liberazione della Corsica nel 1943. È stato semplicemente una diatribe contro l’Italia, me l’aspettavo! All’epoca gli italiani o piuttosto i fascisti erano i nemici. Ma nessun dei tre conferenzieri non ha menzionato che per la liberazione della Corsica, caduto Mussolini, gli italiani hanno aiutato a liberare la nostra isola, e sono stati 700 a morire in Corsica per cacciare i Germani : tanto morti Italiani quanto morti francesi… hanno presentato gli italiani come i nemici ereditari della Corsica, dicendo cose falsissime o arrangiate a modo loro : “Pasquale Paoli avrebbe odiato gli italiani perché odiava i genovesi”, allora che Pasquale Paoli è cresciuto a Napoli (mi sembra sia Italia), e suo fratello Clemente scappò a Livorno (mi sembra ancora che sia Italia) per non essere preso dai francesi che fecero una carneficina in Ponte Novu nel diciassettesimo secolo… Quello che mi impensierisce molto e che i tre conferenzieri hanno a che fare con i scolari, e sono certo che racconteranno palle come le hanno raccontato a noi in questa pseudo conferenza di pessima qualità ! Solo punto positivo : l’età media di i spettatori era ben sopra i 60 anni !
J’ai assisté à une conférence sur la libération de la Corse en 1943. C’était simplement une diatribe contre l’Italie, je m’y attendais ! À l’époque, les Italiens ou plutôt les fascistes étaient les ennemis. Mais aucun des trois conférenciers n’a mentionné que pour la libération de la Corse, apres la chute de Mussolini, les Italiens ont aidé à libérer notre île, et ils furent 700 à mourir en Corse pour chasser les allemands : Autant de morts italiens que de morts français… ils ont présenté les Italiens comme les ennemis héréditaires de la Corse, en disant des choses fausses ou arrangées à leur manière, Pasquale Paoli aurait haï les Italiens parce qu’il haïssait les Génois… oubliant le fait que PP a grandi à Naples (il me semble que c’est l’Italie), et son frère Clemente s’est enfui à Livourne (il me semble encore que c’est l’Italie) pour ne pas être pris par les Français qui firent un carnage à Ponte Novu au XVIIe siècle… Ce qui m’inquiète le plus est ce que ces trois conférenciers ont à faire avec les scolaires, et je suis sûr qu’ils vont raconter autant de bêtises comme ils nous les ont racontés dans cette pseudo-conférence de mauvaise qualité ! Seul point positif : l’âge moyen des spectateurs était bien au-dessus de 60 ans!