Il Parlamento italiano dà primo ok al reato di propaganda fascista

By Giorgio Cantoni Set 13, 2017 #italia #politica

A oltre settant’anni dalla fine del regime fascista, che tra il 1922 e il 1943 fu al potere in Italia, instaurando nel paese una dittatura, cancellando le opposizioni politiche e trascinandolo accanto alla Germania nazista in una guerra che comportò milioni di morti e la perdita di parti del territorio nazionale, ancora nella Penisola la politica ne discute.

Di ieri è la notizia che la Camera – uno dei due rami del parlamento italiano – ha approvato la proposta di legge del deputato Fiano, il reato di “propaganda fascista”. Esistevano già da tempo delle leggi che vietano la ricostituzione del Partito fascista e puniscono l’apologia di fascismo.

Alcuni episodi che in Italia sono stati al centro della cronaca degli ultimi mesi hanno però spinto a formulare una legge che punisse anche le azioni individuali. Durante l’estate l’opinione pubblica italiana è venuta a conoscenza del fatto che in una località marittima del veneto, uno stabilimento balneare esponeva scritte e immagini inneggianti a Benito Mussolini, al regime fascista, e diffondeva messaggi di odio razziale (e non solo). Poche settimane fa l’annuncio del partito di estrema destra Forza Nuova di voler organizzare per il prossimo 28 ottobre una Marcia su Roma, rievocazione della vera marcia sulla capitale che nel 1922 segnò l’inizio del potere fascista. Nelle vie di un comune del Lazio è comparso un manifesto che affiancava Mussolini all’ex premier Renzi, elencando le cose positive che Mussolini avrebbe fatto e che Renzi avrebbe invece distrutto. Eventi, che amplificati dalle reti sociali, hanno avuto una grande eco nel Paese.

La legge proposta consta di un solo articolo che stabilisce il reato di propaganda fascista. Si applica con l’introduzione dell’articolo 293-bis del Codice penale ed è stato approvato ieri in serata dalla Camera. La legge prevede l’introduzione del reato che punisce “chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco”. Ora il testo, passato con 261 sì, 122 no e 15 astenuti, deve superare lo scoglio del Senato. Il deputato del Partito Democratico (nato nel 2007 dalla fusione tra gli ex comunisti Ds e dai riformisti cattolici della Margherita) Emanuele Fiano, primo firmatario, sostiene che “non è una legge liberticida, ma serve a mettere un freno ai rigurgiti neo fascisti e al ritorno dell’ideologia di estrema destra”. I partiti di centro-destra e di destra (Forza Italia, AN/Fratelli d’Italia, Lega Nord) e il Movimento 5 Stelle hanno invece votato contro. Per alcuni di loro la nuova legge lederebbe la libertà d’opinione e d’espressione.

Ricordiamo che la politica estera e linguistica aggressiva portata avanti durante il ventennio fascista hanno avuto conseguenze gravi sulla presenza della lingua italiana fuori dai confini d’Italia: in Corsica anche le riviste in lingua corsa furono tacciate di essere filo-italiane e quindi filo-fasciste e chiusero nell’immediato dopoguerra, a Malta l’italiano smise di essere lingua ufficiale nel 1934 per paura che potesse spingere l’isola a chiedere l’annessione all’Italia, la Jugoslavia ebbe reazioni violente che parte della popolazione appoggiò dati i divieti fascisti di parlare il pubblico le lingue slave in Istria e Dalmazia.

 

 

E ancora oggi in Italia chi tenta di usare una parola italiana invece, per esempio, di un inutile sostituto inglese, si sente spesso dare del fascista, dato che il regime aveva vietato per legge l’uso di forestierismi, imponendo delle traduzioni a volte curiose (qui-si-beve al posto di “bar”, arlecchino al posto di “cocktail”…). Anche i dialetti e le lingue regionali, così come le comunità alloglotte, furono fortemente combattuti dal fascismo.

I rigurgiti neo-fascisti di oggi non sono interessati da questioni linguistiche né da politica estera, ma più che altro dai temi del contrasto all’immigrazione e a quello dell’integrazione e della cittadinanza per i cittadini di origine straniera.

La Repubblica italiana, nata da una guerra civili e sulle ceneri del fascismo, cerca una volta per tutte di chiudere questo capitolo della sua storia e di fare in modo che il dialogo politico e la libertà di opinione siano esercitati nel rispetto del sistema democratico.


Fonti: Secolo XIXLa Repubblica – radiche.eu

Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

By Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

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