Nuove tensioni Italia-Francia: accuse per il franco CFA

By Redazione Gen 21, 2019

 

La tensione tra Italia e Francia, che negli ultimi anni ha interessato la sfera economica e la vicenda dei migranti, torna a salire. Nei giorni scorsi alcuni esponenti di del Movimento 5 Stelle, uno dei due partiti ora al governo, Alessandro Di Battista e Luigi di Maio, e la leader del partito d’opposizione di destra Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, hanno accusato la Francia di essere con la sua politica una delle cause principali dei flussi migratori dall’Africa al Mediterraneo.

In particolare hanno citato il CFA (la valuta utilizzata in 14 ex colonie francesi dell’Africa). CFA è il nome di due valute comuni a diversi paesi africani, create nel 1945 e la cui convertibilità esterna è garantita dal Tesoro francese. Il franco CFA viene utilizzato oggi in sei Paesi dell’Africa centrale (Camerun, Repubblica centrafricana, Congo, Gabon, Guinea equatoriale, Ciad) con banca centrale la BEAC, la Banca degli Stati dell’Africa Centrale. E in otto Paesi dell’Africa occidentale (Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guina Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo) con banca centrale la BCEAO, la Banca centrale degli Stati dell’Africa Occidentale. Il franco CFA aveva parità con il franco francese e ora 655,957 FCFA equivalgono a 1 euro. Da anni la moneta in Francia e in Africa è al centro di controversie, tra chi ne invoca lo stop e chi invece la difende.

Ieri a evocare il franco CFA è stato il vicepremier italiano Luigi Di Maio. Affrontando il tema migranti a una manifestazione del M5S ad Avezzano, il vicepremier ha tirato in ballo la Francia, “che in Africa continua ad avere delle colonie di fatto, con la moneta, che è il franco, che continua a imporre nelle sue ex colonie”. Si tratta di soldi, ha tuonato Di Maio, che Parigi “usa per finanziare il suo debito pubblico e che indeboliscono le economie di quei paesi da dove, poi, partono i migranti”.

Parole che in serata sono rimbalzate in tv. Ospite a ‘Che tempo che fa, sulla Rai, Alessandro Di Battista si è presentato da Fazio con in mano il fac simile di una banconota da 10mila franchi CFA che poi ha strappato in diretta. “Questa è una banconota da 10mila franchi delle colonie francesi, il franco CFA – ha spiegato l’esponente pentastellato – se non affrontiamo il tema della sovranità monetaria in Africa non se esce più”.

“Attualmente, vicino Lione, la Francia stampa questa moneta utilizzata in 14 paesi africani, tutti paesi della zona subsahariana i quali non solo hanno una moneta stampata dalla Francia – ha sottolineato Di Battista – ma per mantenere il tasso fisso con l’euro sono costretti a versare circa il 50 per cento dei loro denari in un contro corrente gestito dal Tesoro francese col quale ci pagano una cifra irrisoria del debito pubblico francese pari circa allo 0,5 per cento”. “Ma soprattutto – ha incalzato Di Battista – con questo controllo geopolitico dell’aera, la Francia gestisce la sovranità di questi paesi impedendo la loro legittima indipendenza, la loro sovranità monetaria e fiscale”.

Quindi, strappando la banconota in mille pezzi, ha aggiunto: “Finché non si strapperà questa banconota, che è una manetta, le persone continueranno a scappare, a morire in mare e a trovarsi altre rotte”.

Ma la polemica sulla ‘moneta delle colonie’ non è finita qui. E ieri sera ha travolto anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che più volte in passato aveva sollevato la questione. Ospite di Massimo Giletti a ‘Non è l’Arena’, Meloni ha sventolato un fac simile della stessa banconota mostrata in tv da Alessandro Di Battista: “Questo si chiama franco CFA – ha spiegato Meloni – è la moneta coloniale che la Francia stampa per 14 nazioni africane alle quali applica il signoraggio e in forza delle quali sfrutta le risorse di questa nazione. La soluzione non è prendere gli africani e spostarli in Europa ma liberare l’Africa da certi europei che la sfruttano e consentire a queste persone di vivere di quello che hanno”.

In realtà sembra non esserci correlazione diretta, perlomeno tra Paesi che adottano questa valuta e sbarchi sulle coste italiane. Nell’elenco dei paesi da cui sono arrivati i migranti in Italia, diffuso dal ministero dell’Interno e aggiornato a dicembre 2018, il primo paese che adotta il franco CFA è la Costa D’Avorio, ottavo in lista, da cui sono arrivate 1.064 persone su 23.370. Tra i paesi di provenienza dei richiedenti asilo, invece, non c’è nessuna ex colonia francese. Il primo Paese in lista è la Tunisia, ex colonia francese che però non adotta il CFA. Il secondo è l’Eritrea… ex colonia… italiana.

Questo non significa certamente che non si debba proseguire la discussione sul rapporto dell’Eliseo con le ex colonie africane, ma la polemica esplosa in questi giorni sembra essere strumentale alle polemiche internazionali sul cambio di politica effettuato dal governo italiano sui salvataggi in mare.

 

 

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