Sperimentato in Sardegna il treno guidato dal satellite

By Redazione Mar 29, 2017 #sardegna

La sperimentazione è iniziata due anni fa, ma solo la scorsa settimana il progetto è stato ufficialmente presentato: Ansaldo Sts e Rfi (Rete ferroviaria italiana) hanno testato in Sardegna un treno che viaggia controllato da un satellite.  Corre nell’entroterra dell’isola, per una cinquantina di chilometri partendo da Cagliari. C’è un conducente a bordo, ma di fatto il treno è controllato da un satellite, grazie alla tecnologia del progetto europeo Galileo.

Lo scopo di questo progetto, tutto italiano, non è però l’eliminazione dei conducenti dei treni, ma incrementare “la capacità di traffico”, ridurre le emissioni di Co2, garantire più sicurezza nonché ridurre i costi di gestione.

In Australia, è già entrato in servizio il primo convoglio che – di fatto – è guidato da un sistema Gps: oltre 350 chilometri di linea che serve a trasportare al porto più vicino, sulla costa nord-occidentale del continente, i minerali ferrosi estratti nelle miniere di Roy Hill. Grazie alla “protezione automatica del posizionamento satellitare” è stato possibile risparmiare sui costi e la densità dei tempi che corre sulla linea.

Ma come è possibile e come funziona? In pratica, sostituendo l’attuale sistema di controllo del traffico ferroviario con la tecnologia satellitare. Al momento, il traffico è monitorato attraverso dispositivi installati a bordo e le radio localizzate a terra lungo la linea ferroviaria: i convogli passano e si registrano dati sulla velocità, i tempi di percorrenza, i ritardi, gli inconvenienti. E ci si regola in base alle informazioni raccolte, provvedendo ad accelerare o a ritardare i tempi di percorrenza a seconda delle tabelle previste.

L’antenna satellitare, bianca, visibile sul tetto della cabina

 

Con la tecnologia elaborata da Ansaldo Sts, le “paline radio” a terra vengono sostituite da paline virtuali a bordo, collegate con il satellite: questo permette un margine di errore nella raccolta dei dati infinitamente più piccolo e, di conseguenza, migliora le prestazioni. Ad esempio, consente di tenere il treno a una velocità costante, con meno frenate o accelerazioni, con risparmio di elettricità ma anche di emissioni di Co2. Diminuiscono i costi, perché non è più necessario installare, ma soprattutto manutenere i sistemi di rilevazione radio a terra; i quali spesso si trovano anche in zona difficile da raggiungere e isolate da strade e collegamenti. Oltre ad aumentare puntualità e sicurezza, grazie a una maggiore mole di informazioni.

 

Ansaldo ed Rfi hanno confermato la buona riuscita degli esperimenti finora condotti, e la volontà di mettere in produzione il convoglio in Italia entro il 2020.


Fonti: La Repubblica – Faro di Roma – Artes-Apps –TheMediaTelegraph

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