Autonomia della Corsica: dalle divergenze agli avvertimenti

Le discussioni a Parigi sull’autonomia della Corsica, si trascinano. La causa principale è la mancanza di consenso tra i nazionalisti e i partiti repubblicani. Un consenso che il presidente Macron voleva ottenere e che non sarà raggiunto nonostante l’insistenza fatta sulla destra guidata dal consigliere territoriale Jean-Martin Mondoloni che, in particolare, “non cederà al potere legislativo” che i nazionalisti stanno chiedendo. Questa è una posizione condivisa dal senatore LR Panunzi.

Nonostante questa situazione, che difficilmente cambierà, c’è chi ama presentarla come positiva, come il presidente dell’Esecutivo, Simeoni, che parla di una fase che si evolverà. È vero che, a seconda della bottiglia, si può considerarla mezza vuota o mezza piena, ma in entrambi i casi ne manca sempre una buona parte. Da parte sua, se dobbiamo credere a certe informazioni, il ministro dell’Interno è preoccupato, si dice addirittura che si pentirebbe privatamente di aver lanciato la possibilità di autonomia per la Corsica, preso dalla tempesta delle manifestazioni che denunciavano l’assassinio in carcere di Yvan Colonna, l’assassino del prefetto Erignac. Potrebbe essere stato un po’ frettoloso nel cercare di calmare la violenza dei giovani nazionalisti durante la campagna elettorale, che poteva mettere a repentaglio le possibilità di rielezione di Macron.

In ogni caso, abbiamo raggiunto il culmine del periodo di discussione e la conclusione è vicina. Dalla parte dei Simeonisti, stanno sparando su tutti i cilindri. I deputati nazionalisti corsi, guidati da Michel Castellani, hanno invitato sull’isola la Commissione Finanze dell’Assemblea Nazionale con il suo presidente appartenente al partito “La France Insoumise”. Questo partito, che è probabilmente il più giacobino della sinistra, ora si dichiara a favore dell’autonomia. Ma quando si leggono o si ascoltano le dichiarazioni del suo presidente, ci si rende conto che della Corsica, LFI conosce solo la realtà tradotta dai soli deputati nazionalisti, il che è tuttavia insufficiente. E forse il viaggio sull’isola avrà arricchito le loro conoscenze. Per misurare questo cambiamento a 90 gradi, ricordiamo che nel 2017 Jean Luc Melanchon, leader di LFI e candidato della sinistra alle elezioni presidenziali, rifiutava di accettare le bandiere corse sul podio durante il suo meeting a Bastia. I suoi sostenitori comunisti dovettero insistere affinché le bandiere della Corsica e della Francia fossero fianco a fianco.

La posizione di LFI soddisfa sicuramente il ministro Darmanin, che non riesce ad ottenere l’assenso della destra, guidata dall’assessore territoriale Mondoloni. Alla fine della settimana, i comunisti hanno reso note le loro richieste per una consultazione popolare sull’autonomia e una tabella di marcia sociale che, a loro avviso, non compare nelle discussioni. Hanno ricordato al presidente della commissione delle finanze che la Corsica beneficia di misure fiscale tra cui l’adeguamento della TVA che è deviata e che non va a vantaggio degli isolani, di cui si dovrebbe migliorare il potere d’acquisto. Per i comunisti non è necessario attuare una riforma costituzionale.

Ad’Aiaccio la Mossa Palatina ha lanciato ufficialmente il nuovo partito nazionalista, il cui principale obiettivo annunciato è la lotta contra Simeoni per metterlo fuori. Discorsi dai toni xenofobi vicini a quelli dell’estrema destra francese, i cui leader dicono di condividere le idee.

Nel corso di un colloquio organizzato sabato a Bonifacio sui benefici che l’autonomia della Corsica avrebbe sulle relazioni marittime Corsica-Sardegna, attualmente precarie, il sindaco macronista di Bonifacio ha tenuto a ricordare che gli eletti sardi “invidiano la politica di continuità territoriale portata avanti in Corsica dallo Stato in vista di quella dell’isola autonoma vicina che le destina 40 milioni mentre la Corsica ne riceve 180”.

L’inquietante monito di Benedetti

 

La posizione di Mondoloni è condivisa dalla maggioranza dei deputati e dei senatori di destra, e potrebbe mettere a repentaglio la maggioranza dei tre quinti necessaria per il voto congressuale. Di fronte a queste posizioni, che non sembrano cambiare, il separatista Benedetti di Core in Fronte ha lanciato un monito sotto forma di minaccia contro “la minoranza”: “che chi è in minoranza non cerchi di esercitare un diritto di veto. Si tratta di un gruppo politico che è stato sonoramente sconfitto nelle elezioni territoriali e nell’opinione pubblica corsa. Devono rispettarci come noi rispettiamo loro. Fare qualsiasi altra cosa ci costringerebbe a diventare più duri“. Gli oppositori sono stati avvertiti, cosa faranno di fronte a questo avvertimento? Ma non dimentichiamo che il vincitore delle elezioni territoriali è Simeoni e che Core in Fronte fa parte della minoranza nazionalista.

Petru Luigi Alessandri

Petru Luigi Alessandri

Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.

By Petru Luigi Alessandri

Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.

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