Una ventina di attacchi e tentativi di attacco, che hanno preso di mira in particolare le seconde case, hanno avuto luogo sull’isola domenica notte. Questi attacchi fanno parte di un processo politico tra l’Assemblea della Corsica e lo Stato.
Il censimento è ancora in corso, ma la conta provvisoria è già lunga. Almeno 22 attacchi o tentativi di attacco hanno avuto luogo nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 ottobre.
Si sono verificati in tutta l’isola, in 16 comuni diversi, la maggior parte quasi contemporaneamente, e la maggior parte di essi ha preso di mira le seconde case, alcune ancora in costruzione, altre completate. Tutte, eccetto una, erano non occupate in quel momento.
Sebbene due persone siano state curate per lo shock e trasportate all’ospedale di Ajaccio dopo l’esplosione nella loro villa di Coti-Chiavari, nessuno è rimasto ferito. La Procura nazionale antiterrorismo è stata informata e dovrebbe occuparsi del caso in giornata.
In mezzo alle discussioni sull’autonomia
Oltre al loro numero e alla capacità di agire di concerto su un’ampia parte del territorio che riflettono, queste azioni si inseriscono soprattutto in un contesto: quello del processo politico aperto tra la Corsica e lo Stato. Un processo in cui gli immigrati clandestini hanno deciso di autoinvitarsi.
Solo dieci giorni fa, il 28 settembre, il capo dello Stato, Emmanuel Macron, ha annunciato in un discorso simbolico all’Assemblea della Corsica la volontà di iscrivere l’isola nella Costituzione e di procedere verso l’autonomia.
Questa posizione può aver fatto piacere ad alcuni nazionalisti. Ma i movimenti pro-indipendenza sono stati più critici, affermando che non c’era abbastanza per salvare“il popolo corso minacciato di estinzione“.
Già prima della visita del Presidente della Repubblica, il collettivo Patriotti, allargato ad altri movimenti e associazioni di detenuti, aveva addirittura invitato tutti i nazionalisti ad aderire a un “approccio patriottico di resistenza allo Stato“, e aveva invitato tutti i militanti a una grande riunione il 15 ottobre a Corte.
In attesa di richieste
Inoltre, il 1° agosto di quest’anno, il FLNC – che aveva annunciato la sua smilitarizzazione nel 2014 – ha rilasciato un comunicato stampa in cui riaffermava la sua disponibilità a compiere azioni violente, rivendicando 16 attacchi. In un documento di quattro pagine, il movimento ha messo in guardia“i complici corsi che confondono il successo finanziario con quello sociale, perché sarà troppo tardi“, e ha chiesto la creazione di una “piattaforma di resistenza patriottica che trascenda partiti, sindacati e associazioni”.
Questo 8 ottobre 2023 segna la prima “Notte Blu” dal dicembre 2012, quando furono registrati 21 attacchi e fu trovata una scritta FLNC a Sartène. A undici anni di distanza, non c’è dubbio che questa nuova serata di attacchi non resterà senza conseguenze. Al momento sono state trovate solo tre scritte “FLNC” sulle case prese di mira a Lecci.