Sei candidati alle elezioni presidenziali la scorsa settimana hanno denunciato il “ricatto” dei grandi partiti verso i propri eletti, per impedire “a voci nuove di esprimersi”.
In difficoltà nella raccolta delle 500 sponsorizzazioni necessarie per accedere al primo turno delle elezioni presidenziali, i sei candidati minori hanno tenuto una conferenza stampa congiunta a Parigi: erano il candidato di Nouvelle Donne Pierre Larrouturou, quello dell’NPA Philippe Poutou, del Mouvement Bleu Blanc Zèbre Alexandre Jardin, Charlotte Marchandise-Franquet, Christian Troadec e l’indipendentista polinesiano Oscar Temaru.
La lamentela è che le nuove regole, volute per rendere l’appoggio degli eletti più trasparente, in realtà complichino molto le cose per i candidati indipendenti come loro. I grandi partiti infatti, dal momento che l’appoggio è pubblico, eserciterebbero pressioni sugli eletti nelle proprie fila per escludere i candidati minori.
“Ci sono partiti politici che hanno già raccolto 2.000 o 3.000 eppure ricattano i propri eletti di non ricandidarli o sovvenzionarli se daranno appoggio a candidati esterni al partito.
Non sappiamo se le accuse siano fondate, sappiamo che per tutti questi candidati la strada – anche solo per accedere al primo turno – è molto in salita. Ciascuno di loro ha oggi tra le 100 e le 350 firme.e c’è tempo fino al 17 marzo per consegnarne almeno 500. Il 21 verrà annunciato l’elenco ufficiale dei concorrenti per le elezioni di aprile.
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Fonte: BFMtv