Oggi in Italia è il “Giorno del Ricordo” dei massacri di italiani in Istria alla fine dell’ultima guerra

By Giorgio Cantoni Feb 10, 2017 #istria #italia #storia

Abbiamo parlato in passato dell’Istria, dove – soprattutto sulle zone costiere – la presenza italiana ed italofona è storicamente stata importante. Anche prima della nascita dello Stato italiano, la lingua ufficiale in quelle regioni, parte dell’Impero Austro-Ungarico, era quella italiana.

Tra la fine della prima guerra mondiale e la fine della seconda, l’Istria, il Quarnero e la Dalmazia furono annesse all’Italia.

Durante il ventennio fascista, ci furono aggressioni e intimidazioni da parte dei miliziani fascisti (le “camicie nere”) verso la popolazione di etnia slava, e un divieto di parlare sloveno, croato o lingue diverse da quella italiana.

Quando l’Italia fu sconfitta nella seconda guerra mondiale, la Jugoslavia guidata dal maresciallo Tito ebbe rivendicazioni territoriali su quelle regioni, sulla città di Trieste e parte dell’attuale Friuli Venezia Giulia.

Schema di una foiba fatto dai Resistenti italiani (1946)

Ci furono sia attentati ai danni degli italiani rimasti ad abitare quelle zone, come quella di Vergarolla, vicino a Pola, sia veri propri massacri, come quelle delle cosiddette “foibe“. Le foibe sono dei buchi, delle profonde voragini nel terreno, presenti in quelle zone. Gli italiani catturati venivano legati a due a due e posti sul ciglio della foiba, poi fucilati, in modo da cadere nella voragine. A volte solo uno dei due moriva, e l’altro restava agonizzante per molte ore, legato al suo compagno morto.

L’esito di questa politica fu una propria pulizia etnica, che eliminò molti degli italiani presenti e impaurì gli altri, che per la maggior parte scelsero di lasciare le proprie case e fuggire, dando vita al cosiddetto “Esodo giuliano-dalmata”. La città di Pola contava nel 1945 31.000 abitanti: nel 1947, dopo l’esodo degli italiani, ne contata 3000.

Recupero di cadaveri da una foiba

 

Imboccatura di una foiba

La nave “Toscana” porta a Venezia cittadini di Pola in fuga dalle loro case

In italia la tragedia di questi massacri fu a lungo dimenticata, anche per volontà politica: i rapporti del Partito Comunista Jugoslavo e di Tito con i comunisti italiani creava imbarazzo, e questi fatti furono a lungo taciuti.

Bisogna aspettare gli anni ’90 del XX secolo perché si cominciasse a parlare apertamente della questione, e il 2004 per l’istituzione ufficiale del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, giorno della firma del trattato che, nel 1947, assegnava alla Jugoslavia l’Istria, la Dalmazia e la maggior parte della Venezia Giulia.

Oggi celebrazioni ufficiali si svolgono al Parlamento italiano a Roma, e sui luoghi delle tragedie. Ma, 70 anni dopo, ci sono ancora polemiche politiche e interventi negazionisti.

La presenza italiana in quelle terre si è fortemente ridotta, fino a quasi scomparire in Dalmazia, mentre in Istria (oggi divisa tra Croazia e Slovenia) e Quarnero (città di Fiume) è un po’ più forte e conta, in alcuni comuni, del bilinguismo ufficiale.

Speriamo che, in un’Europa spazzata da venti che sembrano minare i risultati di un processo di integrazione e abbattimento delle frontiere durato anni, la Storia possa essere letta con il giusto distacco, e che possa insegnare ad evitare gli errori e le tragedie del passato.

Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

By Giorgio Cantoni

Nato nell'82 da genitori originari della città lombarda di Crema, di cui conosce e ama il dialetto, è appassionato di linguistica e di informatica. Vive vicino a Milano, dove lavora nel mondo della comunicazione digitale. Si è innamorato della Corsica e della sua cultura nel 2008, e sette anni dopo è stato tra i fondatori di Corsica Oggi.

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