Dopo la Rondinara, una petizione chiede l’abbattimento sistematico delle costruzioni abusive

By Redazione Lug 12, 2017

Dopo la decisione del 5 luglio della Corte di Bastia di non ordinare la demolizione delle ville costruite abusivamente sulla baia della Rondinara (Bonifacio) le polemiche si sono, com’era normale, scatenate.

Ieri, a pochi giorni di distanza, U Levante e le altre associazioni che avevano denunciato il fatto, hanno lanciato una petizione online sul sito MesOpinions.com, “all’attenzione dei rappresentanti dello Stato (Prefetti, DREAL, DDTM), CNPN, CSRPN, Ministero della Giustizia”.

I giudici, si legge nel testo, non hanno ordinato la demolizione del complesso edilizio di 670 m2 di Pierre Ferracci, costruite nello spazio inedificabile della baia della Rondinara, dentro una foresta litoranea, su territorio del comune di Bonifacio. Ciò significa, prosegue il testo, che chiunque può costruire in aree dove non è consentito farlo, pagando poi solo un’ammenda senza essere obbligato al ripristino del luogo deturpato.

La legge, dicono i sostenitori della petizione, non impedisce la demolizione di costruzioni realizzate su:

– Aree d’interesse e caratteristiche definite nella loi Littoral
– Terreni agricoli ad alto potenziale
– Zone Natura 2000
– Aree boschive classificate come tali
– Altre zone non edificabili secondo la legge (riserve naturali ecc…)

 

La petizione chiede che in questi casi sia ordinata sistematicamente la demolizione e il ripristino dei luoghi deturpati, e che nessuna ammenda possa evitare questo.

 

In caso contrario, concludono i firmatari, significa che i cittadini tutti avranno perso contro “il re Denaro”.

I firmatari della petizione:

  • U Levante
  • ABCDE (Association Bonifacienne Comprendre Défendre l’Environnement)
  • Le Garde (Groupement Ajaccio et sa Région Défense Environnement)
  • U Polpu

 

 

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