Quando le nuove parole sbocciano come fiori petalosi

By Redazione Feb 24, 2016 #italia #lingua italiana

L’esercizio che il piccolo Matteo, allievo delle scuole elementari di Copparo, nel nord Italia, doveva fare, era: “Scrivi due aggettivi per ogni nome”.

E così Matteo scrive “Gatto leggero piccolo”, “Casa grande bella” e… “Fiore profumato petaloso”.

La maestra, Margherita Aurora, è costretta a correggere l’errore, perché la parola “petaloso” non esiste nella lingua italiana. Ma è una parola che le piace, tanto che sul quaderno lo segna come “1 errore bello”.

petaloso-quaderno

Ma la lingua, si sa, è una cosa viva, e ciò che oggi è un errore domani può essere una regola. Così la maestra decide di segnalare la cosa nientemeno che all’Accademia della Crusca, l’istituzione che regola la lingua italiana.

E proprio ieri mentre, ironia della sorte, si celebravano a Milano i funerali del celebre scrittore e linguista Umberto Eco, autore de “Il nome della Rosa”, la risposta dell’Accademia arrivava a destinazione. Una risposta rigorosa e affettuosa al tempo stesso.

“Caro Matteo, la parola che hai inventato è una parola ben formata, e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole formate nello stesso modo. Tu hai messo insieme petalo+oso = petaloso (pieno di petali, con tanti petali), come in italiano ci sono pelo+oso = peloso (pieno di peli, con tanti peli) o coraggio+oso = coraggioso (pieno di coraggio, con tanto coraggio)”.

Ma, prosegue la Crusca, non basta che una parola sia “bella e utile” per entrare nel vocabolario. Bisogna che sia anche conosciuta e usata. Se tante persone che parlano italiano inizieranno a dire e scrivere “Com’è petaloso questo fiore!” o, come suggeriva il piccolo Matteo, “le margherite sono fiori petalosi, i papaveri non sono molto petalosi”, ecco “allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano”.

Ed ecco allora che sulle reti sociali si è scatenata una gara ad usare subito il nuovo aggettivo, nei modi più fantasiosi. Su Twitter e Facebook migliaia di persone hanno iniziato a pubblicare post davvero molto petalosi 😉 Compresi la ministra dell’Educazione italiana Stefania Giannini e il primo ministro Matteo Renzi, per arrivare ad aziende come Fiat, KIKOVichy, LidlMicrosoft Italia, e ad altre realtà, come il Parco nazionale del Gran Paradiso.

Non sappiamo dire se la parola inventata da questo bambino entrerà davvero nell’uso e nel dizionario della lingua italiana. Ma credo che questa bella storia può essere per tutti noi una lezione preziosa, qualunque lingua (o lingue) noi parliamo. Che abitiamo in Italia, in un altro paese o magari in una bella isola piena di fiori colorati e petalosi che si chiama Corsica. Non dobbiamo avere paura di sbagliare quando parliamo, soprattutto quando parliamo una lingua che non conosciamo bene, o non conosciamo ancora… o non conosciamo più.

Correggersi è doveroso e ci aiuta a migliorare, è vero. Ma se non si prova e non si sbaglia, non si imparerà mai nulla. Perché sbagliando si impara. Ma magari si aiuta anche una lingua a crescere e trasformarsi. Insomma, ad essere viva.

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