Impiego locale: Réunion, Guadalupe, Parigi, gli esempi citati da Talamoni

Durante il dibattito di ieri all’Assemblea di Corsica sull’impiego locale, alla presenza anche di sindacati studenteschi e non, e di rappresentanti del mondo dell’impresa e dell’educazione, il presidente Jean-Guy Talamoni ha tenuto un discorso – in francese – per spiegare le sue ragioni a favore di una Carta che favorisca la corsizzazione degli impieghi.

Talamoni porta a sostegno di questo progetto il fatto che il governo francese ha già messo in atto misure simili, mirate a favorire l’assunzione di personale proveniente dal territorio prima di andarlo a cercare fuori. In Corsica invece avviene sistematicamente – dice – l’esclusione o la sostituzione dei candidati còrsi, spesso in posizioni dirigenziali. Ricordiamo le polemiche ad esempio attorno ai direttori di alcuni uffici postali isolani.

Il primo esempio concreto portato da Talamoni riguarda l’isola della Riunione, dove l’11 giugno 2015, dopo un rapporto del deputato Patrick Lebreton, è stata firmata dal Prefetto una «carta per l’impiego locale» insieme a Pôle Emploi e nove aziende. La firma è avvenuta alla presenza del primo ministro Manuel Valls.
Il leader nazionalista porta ai membri dell’Assemblea di Corsica alcuni punti di quella carta:

  • Studiare in modo sistematico la possibilità di dare gli impieghi a risorse prese dal territorio della Riunione
  • Assicurare una maggiore trasparenza delle offerte di lavoro verso le persone del posto in cerca di impiego o disporre una mobilità verso l’esterno
  • Preparare la domanda d’impiego sul territorio per anticipare i bisogni
  • Associare le imprese che hanno firmato la carta
  • Chiaramente questa carta risponde a un’ugenza ma andrà poi sviluppata e mantenuta sul lungo periodo

“Mi sembra che una simile misura sarebbe molto interessante per la Corsica” commenta poi Talamoni, che poi precisa che questa carta riunionese è stata resa operativa senza modificare la Costituzione francese, e che viene applicato a un territorio che si era volontariamente escluso dall’evoluzione istrituzionale che nel 2003 aveva dato maggiore competenze alle terre d’Oltremare. Qui l’amministrazione francese ha consentito l’utilizzo del concetto di « centro d’interessi materiali e morali » per permettere l’incentivo dell’impiego locale. E l’Assemblea di Corsica, su proposta nazionalista, aveva inserito un dispositivo simile nello statuto di residenza votato nel precedente mandato, così che la cosa di potesse applicare anche ai Corsi fuori dall’isola.

Il leader indipendentista continua ad elencare altri esempi come quello di una carta della Guadalupe per favorire l’assunzione di manodopera locale, accorso firmato con i sindacati nel marzo 2009.

Talamoni respinge in anticipo le eventuali obiezioni di chi pensa alla particolarità dei territori d’Oltremare, dicendo che contro la disoccupazione bisogna essere pragmatici e badare alla risoluzione del problema. Ma in ogni caso, accordi simili si sono siglati anche nella Francia metropolitana, e precisamente a Parigi. Qui il comune ha firmato una carta di sviluppo dell’impiego locale con un grande gruppo agroalimentare per«facilitare l’accesso all’impiego dei parigini», lo scorso febbraio.

In Corsica lo spirito di una Carta simile dovrebbe essere: «Partiamo dalla necessita che i posti di lavoro disponibili possano essere proposti ai Corsi, se essi hanno le competenze per ricoprirli». Queste parole in realtà non sono mie, dice Talamoni, né di un nazionalista còrso, sono di François Hollande, pronunciate nel 2014 a Saint-Joseph de la Réunion. Io ho solo sostituito«Riunionesi» con «Corsi». E non vedo perché una soluzione che va bene per un’isola dell’Oceano indiano non si possa applicare a un’isola del Mediterraneo.

 

Gli esempi dunque non mancano, ora sta a noi costruire un modello còrso che promuova i nostri talenti. Sta a noi tutti insieme di scrivere una Carta che possa fare questo, dice il presidente dell’Assemblea, che dice poi di darsi tre mesi di tempo per incontrare tutti gli attori economici in ciascun settore d’attivita, il BTP, l’agroalimentare, il turismo, il digitale, i servizi alla persona, la sanità e così via… Vedrò i punti di convergenza e le eventuali criticità.
In un secondo tempo andrò dai responsabili delle collettività locali.
In termini di metodi e di obiettivi:
– Coinvolgerò attori pubblici e privati (quelli che avete accolto qui oggi)
– identificherò i bisogni di formazione
– Elaborerò un documento che ci riunisca tutti, costruito con la collaborazione di ciascuno, presente qui oggi o meno. Ci prederemo il tempo per farlo.
– Far aderire a questa carta il più alto numero di imprese possibile.
– Farla firmare da organizzazioni rappresentative della società còrsa.
– Coinvolgere tutti attivamente nella sua stesura.
– Valutare la carta ex post, in modo regolare.

Siamo consapevoli delle difficoltà che incontreremo, e sappiamo che l’Assemblea di Corsica oggi non ha tutte le competenze per lottare contro la disoccupazione, ma non può neanche rassegnarsi alla situazione con fatalismo. Non dimentichiamoci il contesto particolare in cui ci troviamo. Il Presidente della Repubblica francese a gennaio si è augurato che le regioni rinforzino le loro competenze in materia di impiego. Dal canto nostro, lo sapete, noi non siamo una regioen come le altre. Mi sarà permesso di dire ancora una volta che noi non siamo affatto una regione! Nell’ultima seduta l’Assemblea di Corsica ha votato un trasferimento di competenze sulla formazione e l’insegimento al lavoro da parte dello stato centrale.

Sono convinto che insieme potremo trovare soluzioni originali, innovative, che rispondano realmente ai nostri bisogni. Lasciamo da parte i nostri interessi di parte, pensiamo alla Corsica che vogliamo lasciare ai nostri figli.

 

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Fonte: Corse.fr

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