CTC, Simeoni: situazione finanziaria tenuta nascosta e peggiore di quanto immaginato

By Redazione Mar 8, 2016 #ctc #politica

100 milioni di euro di passivo, questa è la drammatica situazione finanziaria della Collettività Territoriale di Corsica denunciata in questi giorni dal neo eletto presidente Gilles Simeoni.
Giovedì scorso Simeoni ha presentato davanti al Consiglio economico e sociale, il Documento per l’orientamente del budget (DOB) che sarà discusso l’11 marzo all’Assemblea. Il buco di bilancio di cento milioni riguarda spese sostenuti dalla precedente amministrazione, ma non messe a bilancio. Il passivo era stato subito reso pubblico dal sindacato Force Ouvrière, membro del CESC. Un sistema messo in piedi dalla squadra di Paul Giacobbi, che Gilles Simeoni ha spiegato venerdì in Commissione finanze.

In un’intervista a CorseNetInfos, il presidente dell’Esecutivo ha spiegato che la cifra è emersa dopo l’inventario che la nuova amministrazione ha condotto dall’inizio del suo mandato. Ma i dati che emergevano dall’inventario venivano rafforzati dalle chiamate che Simeoni ha iniziato presto a ricevere da parte di aziende, comuni e associazioni che non venivano pagate da mesi o in alcuni casi anche da oltre un anno. A quel punto ha sollecitato un resoconto completo sulla situazione finanziaria, che però non è stato semplice da realizzare, perché da due anni la gestione finanziaria è stata riformata e la Direzione delle finanze non centralizza più le informazioni. Non è più nelle condizioni di avere una visione globale della situazione economica della CTC, e tanto meno delle agenzie e degli uffici che da essa dipendono. Il nuovo sistema fa funzionare ogni Direzione a compartimenti separati, senza trasversalità né contatti diretti tra loro.

E secondo Simeoni questa nuova organizzazione è stata fatta di proposito e per motivi “non puramente tecnici”, ma per impedire di avere una visione globale delle spese, generando diverse forniture esigibili ma di cui non risultano documenti messi a bilancio. Lavorando per due mesi con le Direzioni generali si è riusciti a risalire a una somma complessiva che appunto si aggira sui 100 milioni di euro. Fatture che avrebbero dovuto essere pagate nel 2013, 2014, e 2015. Chi era responsabile di quelli uffici negli anni scorsi ha fatto spese senza avere le coperture finanziarie necessarie. Queste fatture non sono state mandate all’ufficio centrale, restando in coda per il 2016. Questo stratagemma ha permesso di avere un bilancio in ordine, e anzi in attivo di 3 milioni di euro.

Tutti i settori sono impattati, i servizi, la formazione, lo sviluppo sociale, la sanità, le attrezzature sportive… Solo per il Tour de Corse automobilistico del 2014 restano da pagare più di 500.000 € della sovvenzione di 700.000 € accordata. Per quanto riguarda i trasferimenti ai comuni per il 2015, il non pagato ammonta a 5,9 milioni €.

E la nuova maggioranza nazionalista cos’ha intenzione di fare di fronte a questa situazione?
Per prima cosa, dice Simeoni, l’Esecutivo ha scelto di portare alla luce la cosa, di fronte al CESC e all’Assemblea, perché vogliono “parlare ai Corsi con un linguaggio di verità” e definire gli interventi necessari a sanare la situazione in totale trasparenza. Riformeremo totalmente il sistema, mettendo in atto meccanismi di controllo e di avviso che impediranno questo tipo di derive. Inoltre faremo scelte di spesa non solo volte a sanare la situazione attuale, ma anche che sappiano guardare al medio e lungo periodo in modo strategico.

Data la cifra enorme la CTC dovrà per forza chiedere prestiti importanti per far fronte alla situazione. E dunque è importante – mentre si risana il passivo – razionalizzare le spese della CTC, facendo scelte attente e mirate in settori strategici. Investire meno ma mantenendo il livello degli investimenti in pochi settori importanti. Si dovranno fare anche scelte di organizzazione, cercando di rispettare il livello dei servizi e i diritti dei dipendenti.

Simeoni sottolinea però che per il momento scarta l’opzione di aumento della pressione fiscale. Aumentare le tasse in un momento di fragilità economica metterebbe in crisi i cittadini e le stesse imprese a cui già la CTC deve del denaro. Dobbiamo però migliorare la nostra gestione finanziaria e ottenete la territorializzazione della TVA (taxe sur la valeur ajoutée, corrispettivo dell’IVA italiana).

La CTC dovrà rimborsare tutte le spese in cui è stata impegnata nel precedente mandato, quindi sarà difficile poter tagliare alcune di quelle spese. Ma Simeoni punta tutto su una rivoluzione copernicana, un cambio radicale di metodo e di gestione che possa permettere di portare comunque avanti una politica innovatrice nonostante le risorse limitatissime. Dobbiamo anche batterci per rinegoziare con lo Stato il contratto Stato-Regioni e ottenere il trasferimento di certe competenze fiscali, e cercare al tempo stesso di avere nuovi finanziamenti dall’Unione europea.

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Fonte e immagine: CorseNetInfos

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