A piedi dalla Liguria alla Corsica su una ruota marina, tentativo fallito

By Redazione Set 17, 2016 #ambiente #Liguria

A piedi da Vado Ligure (Savona) alla Corsica camminando… sull’acqua! Come? All’interno di una grande ruota formata da 1280 bottiglie di plastica. L’impresa dell’inventore Vittorio Schincaglia ha preso il via la mattina del 12 settembre dal molo Bricchetto del porto di Vado, dove attraccano le navi che collegano l’isola alla terraferma italiana. L’obiettivo è raggiungere Capo Corso (Macinaggio), distante 107 miglia marine, in meno di cinquanta ore. «Perché lo faccio? Non lo so nemmeno io – ha scherzato l’inventore – la mia intenzione è dimostrare come si possa fare il riutilizzo dei materiali».

A muoversi all’interno di “Camminò” – così è stata chiamata la ruota marina -, si alterneranno dieci giovani atleti, secondo tabelle e prestazioni, che tengono conto della fatica di ciascuno, e dalle condizioni meteo incontrate lungo la traversata.

ruotacammino-LaStampa.it

Il primo giorno, a causa delle correnti e dei forti venti, solo dopo 2 ore e numerosi tentativi, gli atleti savonesi Maurizio Zambito e poi Claudio Saettone, sono riusciti a superare il molo del porto di Vado e portarsi al largo. Alle 11,30 avevano già percorso due miglia. L’impresa è seguita dagli osservatori del Guinness dei primati, essendo la prima al mondo per le caratteristiche dell’imbarcazione e la tecnica usata per lo spostamento nell’acqua.

Schincaglia aveva già compiuto 13 anni fa, in cinquanta ore con successo, la rotta dei traghetti della Corsica Ferries. In quell’occasione si servì di una bicicletta marina, sempre costruita con bottiglie di plastica. Quella volta però i commissari dei Guinness non inserirono la prova nel libro dei record, perchè nessuno nella storia aveva mai provato a navigare con un mezzo di bottiglie di plastica, e quindi non c’erano record da battere. Ora però esiste, ma gli atleti invece di pedalare su una bicicletta, camminano all’interno di una ruota. La ruota è composta da 1.280 bottiglie di plastica circondate da un cerchio di allumino di 2,20 metri e legate tra loro con le canalette dei fili elettrici. «Ai lati ci sono due galleggianti, come nelle canoe polinesiane», ha precisato l’inventore.

L’Università di Genova insieme ad un gruppo di medici sportivi, ha calcolato che, “camminare” per 45 minuti in acqua, è come percorrere sei chilometri in salita, con una pendenza del 10 per cento. La squadra prevede, oltre ai dieci atleti, uno staff di appoggio con tre imbarcazioni, comprendente tecnici, personale sanitario e skipper. «Raggiungere la Corsica – aveva dichiarato alla vigilia Schincaglia – è veramente una grande sfida, ma i temerari atleti hanno sostenuto allenamenti severi, in notturna e con il mare mosso, percorrendo numerose miglia».

Purtroppo ieri, dopo 4 giorni di tentativi ostacolati dalle avverse condizioni meteorologiche, l’impresa è stata dichiarata fallita. «Camminò» è stato costretto al ritiro mentre si trovava a circa 25 miglia al largo di Imperia, a causa delle condizioni marine sfavorevoli. «La decisione è stata sofferta – questo il primo commento di Vittorio Schincaglia  -.Abbiamo pensato innanzitutto alla sicurezza degli atleti anche tenuto conto di un peggioramento meteorologico previsto nei prossimi giorni». La ruota marina, trainata da una delle barche di appoggio, ha raggiunto il porto di Vado in serata.

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Fonti e immagini: il Secolo XIX e La Stampa

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