Francia, legge sulle pensioni: Macron promulga “come un ladro”

Il Consiglio costituzionale è stato l’ultimo passo istituzionale per la riforma delle pensioni che i francesi respingono a grande maggioranza. Tutti speravano che i saggi attribuissero loro una vittoria e gli opponenti più degli altri, perché il clan Macron non temeva la censura. Aveva ragione.

Mai questa istituzione emanata dalla costituzione del 1958 che ha implementato la Quinta Repubblica in Francia avrebbe corso il rischio di destabilizzare il potere in atto. È fatto per confortarlo e soprattutto quando è conservatore. I saggi, come vengono chiamati -ma non sono così tanti- hanno quindi convalidato gran parte della legge e in particolare la pensione a 64 anni. Ma chi l’avrebbe mai detto diversamente? La speranza dei sindacati è stata finta o ha obbedito a una strategia per far aspettare le loro truppe? O hanno commesso un errore completo scommettendo sul Consiglio Costituzionale? È difficile da credere.

Basta guardare la composizione del Consiglio per conoscere in anticipo la risposta: due ex primi ministri (tra cui il presidente del Consiglio) che quando erano in carica hanno subito le lotte dei sindacati simili a quelle delle pensioni, di fronte alle leggi che avevano pianificato e che sono state denunciate dalla maggioranza dei francesi, una ex e un ex ministro di Macron, l’ex direttore di gabinetto del ministro macroniste Dupond-Moretti, un ex direttore del gabinetto dell’ex ministro della Giustizia di destra Rachida Dati, un ex senatore LR (a destra) ed alti funzionari vicini al potere politico.

Ma ovviamente non mettiamo in discussione la loro indipendenza e neutralità! E tutte queste persone benpensanti hanno superato l’età canonica, la media è di 70 anni, quindi la pensione se ne fregano, e si pagano un’occupazione di oltre 15.000 euro al mese che vengono aggiunti alle loro pensioni. Non è la stessa cosa delle centinaia di pensionati che donano gratuitamente il loro tempo ai “restos du cœur”, al “secours populaire” o ad altre associazioni di solidarietà. Come ti aspetti che questi “saggi” possano misurarsi al posto di uno scolapiatti che rimarrà altri due anni tra i topi delle fogne, come vuoi che capiscano che i netturbini rimarranno altri due anni in mezzo alla spazzatura, come vuoi che siano vicini a una manovra che terrà la sua pala o il piccone sotto il sole o il freddo altri due anni? Ecc, ecc…

Il Consiglio Costituzionale è lì per fare causa comune con gli articoli costituzionali 49.3 e 47.1 che consentono al potere macronista di liberarsi da un voto negativo del Parlamento e di dare a una legge illegittima un carattere legale. E inoltre Macron non ha aspettato i 14 giorni previsti, e subito conosciuto la decisione non ha esitato un secondo, il suo dito non ha tremato a promulgare la legge nel cuore della notte. “Come un ladro” ha detto il Partito socialista. I sindacati hanno parlato di un atteggiamento “vergognoso” e i partiti di opposizione non sono stati più gentili con parole dure, “arroganza”, “provocazione”, “disprezzo per il popolo”. Un disprezzo per mostrargli che c’è una sola legittimità in Francia, la sua. Per quanto riguarda il referendum di iniziativa popolare “non si tratta” di dire i “saggi”, per timore forse che il suo risultato contraddica la sua decisione e dia così una vera legalità al testo, quella del popolo.

Dal canto loro i sindacati non mollano. Rimangono piu che mai mobilitati e chiamano a una grande manifestazione unita il 1° maggio. Di fronte alla riunione del partito del presidente questo fine settimana, la prima ministra ha affermato la sua determinazione a continuare le sue riforme. Lo stesso sarà possibile in una Francia distrutta da un potere autoritario che si è stabilito, e da una democrazia moribonda? Sembra che Macron sia riuscito in una cosa: dare un colpo di grazia alla Quinta Repubblica che non è più in grado di rispondere alla realtà di un paese, e un presidente che non è più in grado di governare in serenità. Arriverà alla fine del suo mandato? La domanda potrebbe sorgere.

Petru Luigi Alessandri

Petru Luigi Alessandri

Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.

By Petru Luigi Alessandri

Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.

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