U sestu benefiziu

Abbiamo scritto ieri a proposito della bella campagna d’informazione “Primi passi in lingua corsa” presentata pochi giorni fa dalla CTC per incoraggiare la trasmissione familiare e l’insegnamento della lingua còrsa ai più piccoli.

Per farlo, il materiale informativo spiega i 5 principali vantaggi che il bilinguismo porta alle persone, e in particolare ai bambini: apprendere più facilmente nuove lingue, avere una miglior attitudine alla comunicazione, una maggiore flessibilità mentale, un metodo di riflessione più ampio e creativo e una maggiore capacità di risoluzione dei problemi.

Tutto questo è vero. Ma è anche vero che lo si può raggiungere affiancando al francese qualsiasi altra lingua.

Perché allora scegliere proprio la lingua corsa? In una società dove (dati del 2012) solo il 3% delle famiglie parla con i figli in còrso, la motivazione più ovvia, quella che riguarda i propri padri, le proprie radici, la propria terra, evidentemente non basta più.

Ma forse resta ancora una carta da giocare. Forse c’è un sestu benefiziu che non è stato elencato.

Il dépliant informativo dice infatti che il còrso consente di comprendere più facilmente le altre lingue neo-latine. Ma perché non dire che consente di capirne una più di tutte le altre? Sì: si tratta della lingua italiana. Una lingua internazionale, parlata da oltre 60 milioni di persone nella vicina Penisola italiana, che dista poche miglia dalle coste dell’isola, che alla Corsica è legata da secoli di storia e di cultura, da continui contatti commerciali e turistici, e separata da poche miglia di mare.

sestubenefiziu-cover-v2bIl rapporto che la lingua corsa ha con l’italiano non è lo stesso che ha con lo spagnolo, il portoghese, il rumeno, il catalano o il francese.

I primi passi in lingua corsa (in talianu: primi passi in lingua corsa) non solo permetteranno di acquistà a maestria d’altre lingue (acquistare maestria nelle altre lingue) cù u fattu chì u corsu sia una lingua rumana (con il fatto che il corso sia una lingua romanza) tinendu e so radiche di u latinu, mamma di parechje lingue di u Mediterraniu (tenendo le sue radici nel latino, madre di parecchie lingue del Mediterraneo). Permetteranno anche di imparare una lingua che è una porta d’ingresso per la lingua e la cultura italiana.

Chi parla corsu può capire quasi tutto ciò che dice una persona che parla italiano, e far capire subito quasi tutto quello che dice.

Un turista che parla italiano, davanti a un pannello con un testo scritto in còrso e uno in francese, tenderà a leggere quello in còrso, e lo capirà più facilmente. Un Francese, uno Spagnolo, un Portoghese… e forse persino un Corso, tenderanno invece a leggere quello in francese.

Inoltre, un corsofono avrà un grandissimo vantaggio se un giorno volesse imparare la lingua italiana, grandemente superiore a un locutore di un’altra lingua neo-latina, di un’altra lingua romanza. Perché u corsu e u talianu sono davvero duie lingue surelle.

E allora ragioniamo su questo vantaggio, pensiamo se non sia il caso di parlarne, di sfruttarlo, di usarlo per aiutare la lingua corsa, che l’UNESCO ha messo tra le lingue a grave rischio d’estinzione. Come diceva Petru Paulu De Casabianca rispondendo a una nostra recente intervista: “Avemu a furtuna d’avè una lingua surella, hè cusì peccatu d’ùn apprufittanne”.

 

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8 thoughts on “U sestu benefiziu”
  1. Penso che tutti i corsi sarano d’ accordo per ammettere che corso e l italiano sono simili ma esiste sfortunatamente una barriera psicologica dovuta ovviamente a l irredentismo ma non solo per “riprestinare” (se si puo dire cosi) il legame tra corso e italiano bisognerà prima o poi fare delle scelte e sopratutto delle scelte colletive perché e l unico modo per salvare il corso credo a mio parere che il corso possa vivere accanto a l italiano senza problemi la storia ci mostra anche che funziona

    1. Siamo d’accordissimo con la tua analisi. Il momento delle scelte però è giunto, perché il degrado linguistico nell’isola negli ultimi 20 anni è cresciuto talmente da mettere il corsu a rischio di scomparsa. Chi è d’accordo con un ripristino dei contatti tra lingua corsa e italiana dovrebbe cominciare a dirlo apertamente, a farsi sentire, bisognerebbe cercare di rompere questo tabù e parlarne pubblicamente, mettendo avanti tutte le iniziative che, come tu dici, mostrano che la convivenza funziona ed è benefica.

      1. Ciò chi manca alla Corsica e un posto dove ritrovarsi e poter parlare la sua lingua tutti i .giorni e non solo una settimana a l anno per esempio una chat in lingua nustrale o qualcosa del tipo darebbe penso una visibilità e anche una possibilità a tutti i corsi di ritrovarsi

        1. Il posto dove ritrovarsi è l’isola, coi suoi paesi, le sue piazze, le sue case, com’è sempre stato fino a vent’anni fa. Compru in Corsu è una bella iniziativa, che cerca concretamente di ricreare una rete di corsofoni. Si fanno grandi discorsi culturali e poi non lo si parla più in famiglia, né nei bar, dove basta che una persona arrivi a un tavolo dove si sta parlando còrso e dica una parola in francese per far passare tutti al francese. Tutti i còrsi sono francofoni da decenni e decenni ormai, perché fare lo sforzo (perché per molti di sforzo si tratta) di parlare un’altra lingua? Perché insegnarla ai propri figli, che poi con gli amichetti parlano in francese? Servono motivazioni e stimoli nuovi, e serve impignassi, naturalmente. Ma in fretta. E rendendosi conto che il còrso, da solo, è una “piccola lingua regionale contro una grande lingua internazionale”, le français. Bisogna tentare strade nuove… anche se magari vengono dal proprio passato.

          1. anche se il modo antico di trasmissione della lingua non funziona più abbiamo una cosa che i nostri vecchi non avevano cioè degli attrezzi utili come internet la TV etc non utilizzarli oggi che lo possiamo sarebbe un grave errore sono d ‘accordo per dire che non bisogna girare le spalle sul passato ed e anche un bene riunire quelli chi parlano il corso ma anche la tecnologia ” moderna” e una cosa da non sottovalutare purtroppo non tutti possiamo andare in paese o in bar ad ascoltare come parlano i vecchi il materiale per imparare la lingua corsa e raro o inesistente io per esempio per migliorare il mio corso adoperavo l infcor ciò chi manca a l infcor e una fonte audio perche lo scritto non basta e neanche la scuola il corso deve diventare piu accessibile per tutti molti di noi vogliono impararlo come si deve senza averne la possibilità secondo me e di quello che si tratta di dare alla gente che lo vuole la possibilità di parlare o imparare la sua lingua

          2. Sui nuovi “canali” in cui utilizzare la lingua, e sui metodi per impararla (ad es. ancora molto valido è il libro Assimil “Le corse sains peine/U corsu senza straziu” di Marchetti che anche audio ben fatto) siamo d’accordo. Ma il problema è la motivazione. Perché uno dovrebbe imparare il còrso (perché come dici tu per molti va imparato da zero) quando il francese funziona benissimo? Perché era la lingua dei nostri padri? Certo, ma i dati dimostrano che questo non basta. A parole tutti vogliono il bilinguismo, nei fatti però non fanno lo sforzo di usarlo al posto del francese. Allora, se si diffondesse l’idea che il còrso è NON SOLO la lingua della propria terra ma ANCHE una porta spalancata verso l’italiano, lingua colta storica dell’isola, parente stretta del còrso, e lingua internazionale parlata da oltre 60 milioni di persone, questo potrebbe dare un motivo in più per la acquisire la corsofonia. Il problema è più la motivazione che non gli strumenti per apprenderlo.

          3. io l’ho comprato il libro assimil e vero che il metodo e buono ma la verità e che e una cosa per imparare le basi insomma prendo l esempio del l italiano se uno vuole imparare la lingua italiana senza aver i mezzi di andare in italia e possibile trovare i mezzi tecnici dizionari audio filmi etc tutto quello in corsu non esiste la politica territoriale deve essere il riflesso della volontà dei corsi cioè di mettere in ballo un sistema per l apprendimento della lingua corsa finisco qui il paragono con l italiano si sa oggi che gli italiani hanno parlato l italiano grazie alla tv e non solo la scuola

          4. Tocchi un punto molto interessante, Eiu. La TV e il cinema. Nel piano della CTC “Lingua 2020” è previsto anche di impiantare uno studio di doppiaggio per doppiare i film in còrso. Qualche programma si potrebbe realizzare, ma è chiaro che commercialmente chi detiene i diritti dei film non ha interesse a doppiare i propri film in una lingua conosciuta da poche decine di migliaia di persone, che tra l’altro parlano tutte i francese. E potendo vedere un film in francese o in còrso, quanti còrsi sceglierebbero di vederlo in lingua nustrale?

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