La rivincita dell’italiano

By Marco Bucci Lug 26, 2017

Ci sono lingue che dobbiamo studiare per necessità come l’Inglese, ormai diffusa e conosciuta in tutto il mondo, ma un domani dovremo imparare anche il Cinese, l’Arabo e magari il Russo, visto che le rispettive nazioni sono in crescita e la Cina nei prossimi anni diventerà la prima potenza economica mondiale, surclassando gli Stati Uniti. Ma ci sono anche lingue che si studiano per piacere, perché sono “musicali” e sono veicolo di una cultura di cui si è appassionati, come ad esempio il Portoghese. Ebbene negli ultimi anni l’Italiano sta conoscendo una sorta di rivincita ed è diventato la quarta lingua più studiata al mondo, secondo i dati resi noti dalla Farnesina, oltre ad essere l’ottava lingua più usata dagli utenti di Facebook.

Il primo posto è ovviamente occupato dall’Inglese, seguito poi dal Francese e dallo Spagnolo. La lingua del parlar materno viene studiato da quasi 700 mila studenti, soprattutto di nazionalità tedesca, australiana, statunitense, egiziana e argentina. È nei programmi scolastici del Giappone e dell’Australia e viene insegnato in ben 111 paesi, dall’Afghanistan allo Zimbawe. Un forte contributo alla diffusione dell’italiano è dato anche dagli accordi internazionali tra atenei. I programmi Erasmus e simili sono un mezzo molto efficace per fare conoscere l’idioma, tanto più che sono rivolti a studenti, persone giovani che potrebbero farne uso per il proprio lavoro. L’Italiano può essere impiegato con profitto come risorsa economica, un vettore a costo zero in grado di portare in Italia turisti e anche investitori. I fattori che hanno incrementato lo studio della lingua sono di natura culturale e riguardano la letteratura, l’arte e la buona cucina. Ma an che anche Papa Francesco contribuisce, grazie alle prediche tenute quasi esclusivamente in italiano, ciò ha permesso di guadagnare lingua nuovi cultori. L’auspicio di una collaborazione tra Islam, Cristianesimo ed Ebraico è stato pronunciato in italiano, così come il discorso che ha tenuto a Strasburgo, augurandosi che l’Europa ritrovi lo spirito che l’ha resa feconda e grande, le cui radici affondano proprio in Italia. La creatività italiana interessa e incuriosisce per l’eredità storica e per i frutti della contemporaneità, ciò viene confermato dalle numerose traduzioni librarie. Negli Stati Uniti, ad esempio, i libri scritti in Italiano sono al quarto posto, dietro a quelli in Francesi, Tedesco e Spagnoli, seguiti poi da quelli scritti in Giapponese. Per Marco Polillo, presidente di Aie, (Associazione Italiana Editori) è un dato storico, esiste un atteggiamento di simpatia nei confronti dell’italiano e della sua valenza culturale.

Italia<, di San Marino, della Città del Vaticano(assieme al Latino), è co-ufficiale in Croazia, Slovenia, Svizzera, è parlata anche dal Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, in tutto si contano oltre 60 milioni di parlanti in questi territori. Ma l’italiano ha avuto una diffusione significativa in diversi paesi in cui non è lingua ufficiale. Tale diffusione è legata a vicende storiche di vario genere, come ad esempio la perdita di territori italiani o di stati italiani come il Nizzardo o la Corsica, o la diffusione per emigrazione o per la presenza coloniale.

In Belgio, Germania, Lussemburgo e nel Regno Unitoviene parlato dai discendenti dell’emigrazione italiana, nel Liechtenstein è la seconda lingua più parlata dopo il tedesco mentre in Grecia viene utilizzato per motivi commerciali.In Francia viene compreso in Corsica (anche grazie alla notevole similitudine tra alcuni dialetti della lingua corsa e i dialetti Toscani, e quindi all’Italiano stesso) e sulla Costa Azzurra, in particolare a Nizza, Briga Marittima e Tenda. La Corsica fu ceduta alla Francia dalla Repubblica di Genova, ma fino alla Seconda Guerra d’Indipendenza l’Italiano fu la lingua co-ufficiale dell’isola, basti pensare che a Bastia si stampava un’edizione locale del quotidiano Il Telegrafo di Livorno e buona parte della borghesia locale si formava presso l’Università di Pisa, purtroppo però i titoli accademici conseguiti in Italia non furono più riconosciuti negli anni successivi, obbligando così i Corsi a rompere i loro antichi legami con la Toscana. Nel <Principato di Monaco la comunità italiana costituisce il 16% della popolazione, ciò è dovuto anche all’immigrazione dall’Italia, ma secondo i dati del 2004 del Ministero degli Affari Esteri italiano la percentuale salirebbe al 21%. Pur non godendo di alcun riconoscimento ufficiale, l’Italiano è la seconda lingua madre del Principato dopo il Francese e subito prima del Monegasco, una variante del ligure, che gode dello status di lingua nazionale e come tale viene tutelato e insegnato in alcune scuole.

Anche a Malta è diffuso oltre ad essere parlato e compreso dalla maggior parte della popolazione grazie ai programmi televisivi e all’insegnamento scolastico e universitario. L’Italiano è stata la lingua ufficiale assieme all’Inglese fino al 1936, per poi essere sostituito dal Maltese che si affiancò all’Inglese. Pur non godendo oggi di alcun riconoscimento ufficiale, la lingua italiana è da sempre impiegata da dalla popolazione maltese, visti i rapporti commerciali e turistici con gli Italiani. Dagli anni ’60 l’Italiano è tornato a diffondersi progressivamente a Malta, grazie ai programmi della RAI, la riapertura dell’Istituto Italiano di Cultura avvenuta nel 1974, la larga diffusione di giornali e periodici italiani, gli afflussi turistici dall’Italia sempre più crescenti e la liberalizzazione delle TV private libere di poter trasmettere anche in lingua italiana. Secondo le rilevazioni del biennio 2002 – 2003 il 2% della popolazione è di madrelingua italofona, mentre il 67% dei maltesi è in grado di parlare italiano correttamente, percentuale che sale all’83% se consideriamo anche le persone che hanno una base della lingua, avvicinandosi di fatto a quella dei locutori inglesi, che è circa l’88% della popolazione.

In Albania la conoscenza della nostra lingua è dovuta alle tv e radio italiane che possono essere viste attraverso una antenna televisiva, oltre ai continui spostamenti di albanesi sul suolo italiano per questioni economiche. Il Programma Illiria, avviato nel 2002 in seguito a un accordo tra Italia e Albania per poi essere rinnovato dieci anni dopo, ha come obiettivo l’introduzione dell’Italiano come prima lingua straniera nelle terze classi delle scuole dell’obbligo e nelle prime classi delle Scuole secondarie superiori in tutti i distretti scolastici albanesi. In Bulgaria, così come in tutta l’area dei Balcani, la lingua italiana sta assistendo a una diffusione esponenziale, le cui ragioni travalicano le tradizionali motivazioni culturali e per ragioni di lavoro. Dopo la caduta del Muro di Berlino, le relazioni commerciali tra Italia e Bulgaria si sono intensificate, grazie anche al costante aumento degli investimenti diretti delle piccole e medie imprese italiane sul suolo bulgaro. L’offerta di insegnamento della lingua italiana è ricca e variegata, anche se la sua concentrazione resta quasi esclusiva nei maggiori centri del paese, a Sofia, Varna e Plovdiv, penalizzando così la domanda localizzata nelle aree rurali.

Lo studio della lingua Italiana è in forte crescita anche in Macedonia, tanto che dalla metà degli anni 2000 è diventata la seconda lingua straniera studiata dopo l’Inglese, superando il Tedesco, il Francese e il Russo. È stata inserita nell’offerta formativa delle scuole medie del paese dal 2003, successivamente a tutto il ciclo dell’obbligo, dalle elementari alle superiori, coinvolge oggi 26 istituti. L’italiano è inoltre insegnato in quattro differenti atenei universitari: l’Università dei Santi Cirillo e Metodio, a Skopje, dove tra l’altro ha sede dal 1997 l’unica cattedra di italianistica, l’Università Statale e l’Università Europea del Sud-Est a Tetovo e l’Università di Goce-Delcev a Stip, A Cattaro, In Montenegro, ha sede la Comunità Nazionale Italiana del Montenegro che raccoglie oltre 500 abitanti presso le Bocche del Cattaro di lingua italiana, anche nota come veneta da mar. Dal 1995 l’italiano è inserito come lingua straniera nel secondo ciclo della scuola dell’obbligo, oggi è insegnato in tutte le scuole superiori della costa e nelle maggiori città dell’interno, a Podgorica, Cettigne e Nikšić. Le maggiori difficoltà riguardano il reperimento di docenti di lingua preparati, vista data la crescente domanda di insegnamento. In Serbia la lingua italiana è stata inserita nei programmi didattici delle scuole primarie e secondarie dal 2001, dal 2007 è inclusa nel “Concorso nazionale di lingue straniere”, a Belgrado la scuola “Terzo Liceo” ha istituito una intera sezione bilingue serbo-italiana. Dal 2009, poi, l’italiano è stato introdotto anche a livello universitario. In Ungheria è la seconda lingua studiata dopo l’inglese, mentre in Russia si contende il secondo posto con il Francese e il Tedesco; in Romania e in particolare in Ucraina è la più studiata tra le lingue straniere secondo un’indagine effettuata dall’Accademia delle Scienze di Kiev. In Bosnia ed Erzegovina viene parlato da profughi fuggiti in Italia durante la guerra di Jugoslavia e da persone lavoranti nella cooperazione.

Si riscontra anche una sensibile crescita dell’apprendimento dell’italiano come lingua seconda in tutta l’Africa subsahariana, anche se i numeri sono ancora bassi. Nel 2010, solo nelle istituzioni pubbliche, la stima per l’Africa subsahariana era di circa 11.586 di studenti di italiano, di questi circa 5.900 nell’Africa francofona. In Eritrea, la prima colonia dell’Italia, l’Italiano è la lingua co-ufficiale de facto, storicamente usata per scopi amministrativi e commerciali al pari dell’Inglese, dopo l’Arabo e il Tigrino. In Somalia è stata la lingua ufficiale fino al 1960, quando terminò l’amministrazione fiduciaria italiana del paese, rimanendo tuttavia la lingua veicolare dell’insegnamento universitario fino allo scoppio della guerra civile avvenuta nel 1991, subendo quindi un calo. Tuttavia la Carta Federale di transizione della Repubblica Somala dal 2004 riconosce l’Italiano, alla pari dell’Inglese, come seconda lingua e nel 2014 è stata riaperta L’Università nazionale somala con la speranza che la lingua Italiana venga ripresa e insegnata accanto a Inglese, Somalo e Arabo, nel frattempo viene usata per scopi amministrativi e commerciali. L’Italiano viene compreso in Etiopia nonostante sia stata una colonia italiana per soli sei anni. In Libia è stata la lingua ufficiale fino al 1943, anno dell’occupazione degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre ora viene usata per scopi commerciali; in Sudafrica viene parlato dai discendenti degli emigrati italiani. In Tunisia

l’interesse verso la lingua e la cultura italiana è notevolmente aumentato, sia a scuola che a livello universitario. Secondo l’Istituto Italiano di Cultura (IIC) tunisino, la lingua Italiana è insegnata in quasi 300 licei, offerta come lingua opzionale negli ultimi due anni del ciclo secondario. Nel 2007 è stato scelto come lingua straniera da 56.000 studenti, di questi circa la metà hanno affrontato e superato la prova di lingua italiana a gli esami di maturità. Attualmente vi sono più di 500 docenti tunisini laureati e abilitati all’insegnamento della lingua Italiana, per i quali l’IIC organizza specifici corsi di aggiornamento in collaborazione con il Ministero dell’Educazione e della Formazione tunisino. La lingua Italiana viene impartita in sei delle dieci università presenti nel paese, nel 2008-2009 il numero di iscritti ai corsi era pari a circa 3.500 studenti. Tra l’altro l’università La Manouba ha anche attivato un Master e un Dottorato in italianistica. La Società Dante Alighieri è attiva nel paese dal 1892, dagli anni’60, i programmi della RAI sono ricevuti in tutto il territorio nazionale grazie a un accordo col governo tunisino e si aggiungono anche il programma radiofonico “Tunisi internazionale radiofonica” e Il Corriere di Tunisi, giornale quindicinale disponibile anche online.

Viene parlato anche in Israele, parlato per lo più da ebrei italiani che si sono stabiliti lì dopo la creazione dello stato avvenuta del 1946. In Crimea è presente una piccola comunità storica di discendenti di Italiani emigrati all’inizio del XIX secolo, principalmente nella città di Kerč’: sono gli italiani di Crimea, di circa 500 persone, tutti italofoni e iscritti alla locale associazione degli italiani etnici. Nel 2015 agli italiani di Crimea è stato riconosciuto dal governo russo lo status di minoranza perseguitata e deportata durante lo Stalinismo.

Nel resto del mondo ha un ruolo di rilievo grazie a gli emigrati. Il Brasile è la nazione con il più alto numero di abitanti di origine italiana, si stima che ci siano quasi 33 milioni di italo-brasiliani, circa il 18% della popolazione, di questi solo un quinto sono italofoni e/o conoscono parzialmente l’italiano i suoi dialetti. Gli Stati del Brasile con la più alta presenza di Italo-brasiliani sono San Paolo (dove si registra la più alta concentrazione di italo-brasiliani), Rio Grande do Sul, Santa Catarina, Mato Grosso do Sul, Paraná, Espírito Santo e infine Minas Gerais. Recentemente l’italiano è stato riconosciuto come “lingua etnica” della popolazione di Santa Teresa e di Vila Velha, due comuni dello stato dell’Espírito Santo, ed è insegnato come seconda lingua obbligatoria in tutte le scuole comunali. L’Argentina è un altro paese del continente americano che ha conosciuto una forte e massiccia emigrazione di italiani, quasi tutti provenienti dalle regioni del Nord Italia. Qui llingua italiana ha conosciuto una notevole diffusione negli ultimi decenni soprattutto grazie ai discendenti degli emigrati italiani, sentendo un forte desiderio di riscoperta delle proprie origini e a quelli che sperano di trovare in Italia condizioni economiche migliori. Infatti, secondo l’indagine Italiani nel Mondo effettuata nel 2010, i principali motivi sono quelli personali e familiari che fanno dell’Italiano la lingua straniera più studiata in Argentina dopo l’Inglese. Per valutare le motivazioni i responsabili dell’indagine hanno proposto un questionario in cui ordinare quattro fattori in ordine di importanza: “tempo libero e interessi vari”, “motivi personali e familiari”, “lavoro” e “studio”; per ciascuno di essi c’è un ventaglio di opzioni più specifiche. Secondo i risultati pervenuti dagli IIC, l’America Latina privilegia i “motivi personali e familiari” (secondo il 37% degli Istituti) senza trascurare lo “studio” e “tempo libero e interessi vari” (per il 27%); è molto calato il “lavoro” (solo per il 9%). In Argentina prevale la “volontà di ricongiungersi con i familiari in Italia”, alla pari con “famiglia di origine italiana” e più del “partner italiano”. Per soddisfare tale richiesta sia degli oriundi che di tutti quegli stranieri attratti dalla nostra lingua, sono aumentati i corsi di lingua e cultura italiana in America Latina, passando da 900 corsi nel 2000 ai 1.766 nel 2010. In Argentina sono presenti 125 comitati Dante Alighieri.

L’Uruguay ha una popolazione stimata di 3.431.932 abitanti secondo il censimento effettuato nel luglio del 2006, per una densità di popolazione pari a 19,7 abitanti per km². Questo piccolo paese sudamericano ha subito l’influenza culturale e architettonica europea grazie ai migranti, Italiani e Spagnoli in particolare. Sono proprio gli Italiani e/o gli Italo-Uruguayani a costituire la seconda componente principale dell’Uruguay, dietro a quella di origine Spagnola ma davanti a tutte le altre (Francesi, Tedeschi, Asiatici, ecc.) e la lingua italiana è molto diffusa, soprattutto tra la popolazione oriunda. Nel 1942, tramite un decreto legge firmato dal presidente Alfredo Baldomir Ferrari, venne imposto lo studio obbligatorio dell’italiano nelle scuole superiori uruguayane. La cosa che sorprende degli Italo-Uruguayani sta nel fatto che conoscono la storia dell’Italia più degli Italiani stessi, tanto da fare di Garibaldi il loro eroe nazionale (non a caso era l’eroe dei due mondi). Tutta la comunità italiana viene stimata dalla popolazione uruguaiana, per via del marcato processo di italianizzazione nella società, in particolare quello gastronomico locale (come la salsa caruso), dando addirittura origine a dialetti locale come il Lunfardo, che probabilmente deriva dalla parola dialettale “lumbard” degli emigranti lombardi. Anche in Costa Rica, così come in Paraguay, Perù e Cile, l’Italiano viene parlato dai discendenti dell’emigrazione italiana. In Venezuela l’italiano è la lingua straniera più diffusa dopo l’Inglese, viene insegnato in molte scuole del paese ed è sostenuto dalla presenza della Società Dante Alighieri che ha sede a Maracay. La lingua italiana è anche intesa, se non parlata, da molti venezuelani che non hanno ascendenze italiane ma che per ragioni familiari, di studio o di lavoro sono entrati in contatto con la comunità italiana, presente soprattutto in alcune importanti città della zona centro-settentrionale del paese come ad esempio Caracas o Valencia. L’Italiano sta inoltre influenzando lo Spagnolo Venezuelano e viene studiata con interesse sempre maggiore da molti italo-venezuelani delle nuove generazioni. Come lingua acquisita o riacquisita è largamente diffuso, recenti studi stimano la presenza di circa 200.000 studenti di italiano nel Paese. Grazie alla politica di diffusione della lingua e della cultura attuato dal Ministero degli Esteri italiano, lo studio della lingua italiana si è sviluppato molto anche nei paesi dell’America Centrale in particolare in Guatemala. È in vigore un Accordo triennale di Cooperazione Culturale, convertito in legge nel 2006, che eroga un contributo a sostegno della creazione di cattedre di lingua italiana in scuole e università guatemalteche. Con 4.400 studenti iscritti, l’Italiano è la terza lingua straniera più studiata, dopo l’Inglese e il Francese. A Cuba la lingua Italiana viene utilizzata per i sempre più crescenti flussi di turisti italiani che visitano l’isola caraibica.

Se parliamo di Italiani e Stati Uniti, la prima cosa che pensiamo è Little Italy a New York. Proprio qui, come nel Massachusetts e nel New Jersey, si sono concentrati gli Italiani che cercavano la fortuna nel Nuovo Mondo, tutti provenienti dall’Italia Meridionale. Secondo il censimento ufficiale (United States Census Bureau) effettuato nel 2000, sono quasi 16 milioni (quindi il 5,6%) di persone residenti negli Stati Uniti che dichiararono di avere ascendenze italiane, rappresentando così il sesto gruppo etnico della nazione, di fatto l’Italiano sta al 6º-7º posto tra le lingue più parlate in casa da circa 1.008.370 di locutori. Purtroppo la famosa trilogia de Il Padrino di Francis Ford Coppola ha contribuito a rafforzare lo stereotipo Italia = mafia, che già godevano di questa brutta fama per colpa di criminali come Al Capone, causando così nei confronti dell’Italiano e degli Italiani una visione abbastanza negativa, nonostante si fossero affermati attori famosi come Silvester Stallone. Fortunatamente l’immagine dell’Italiano in America sta migliorando, un contributo significativo lo ha dato il 2013, istituito come l’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, con l’obiettivo di presentare l’Italia come Paese all’avanguardia nella modernità innovativa, nella scienza e nelle produzioni di qualità, promuovendo di fatto discipline come arte, Musica, Teatro, Patrimonio architettonico e paesaggistico, Cinema, Letteratura, Scienza, Design, Moda, Cultura politica, giuridica ed economica, Cultura alimentare e… la lingua Italiana! Non a caso sta crescendo l’interesse per l’italiano come “lingua due”, ossia una lingua appresa successivamente a quella materna, con un continuo aumento degli iscritti ai corsi di italiano nel ciclo scolastico primario e secondario statunitense. Gli studenti di italiano nelle scuole primarie e secondarie erano 65.058 nel 2005, 77.615 nel 2008 e 80.752 nel 2009, con un aumento di 15.694 unità in circa quattro anni. Un contributo significativo lo ha dato anche la Nazionale Italiana di calcio quando vinse la Coppa del Mondo nel 1982 e nel 2006, dopo queste vittorie gli Italo-Americani sentivano di poter uscire a testa alta per le strade senza essere visti male, fieri della loro etnia e della loro lingua.

In Canada, stando al censimento effettuato nel 2006, l’Italiano è al terzo posto come lingua madre, con 660.945 parlanti, dopo l’inglese e il francese. L’italiano è più diffuso nelle aree metropolitane di Toronto, Montreal e Ottawa. Secondo il censimento del 2011, l’italiano nella zona di Toronto è parlato dal 3,5% della popolazione, pari a 195.000 persone, dato che ne fa la lingua più parlata dell’area urbana dopo l’inglese. Sempre a Toronto, l’1,5% della popolazione dichiara di parlare italiano come prima lingua a casa. A causa della crisi economica che ha colpito duramente l’Italia, il flusso migratorio degli Italiani in Canada è ripreso, si tratta per lo più di giovani studenti in cerca di fortuna, ma vi sono anche molti professionisti e imprenditori in fuga dalle alte tasse imposte dallo stato italiano. In Australia l’Italiano è la seconda lingua più parlate in casa dopo l’inglese, con 316.893 parlanti, un numero che è aumentato visto che nel 2001 erano circa 353.605, quindi l’1,9% della popolazione. Gli Italo-Australiani, secondo il censimento del 2006, sono il quarto gruppo etnico australiano con 850.000 persone, dei quali 199.124 sono emigrati della prima generazione, dopo inglesi, scozzesi e irlandesi. Nel periodo della massiccia immigrazione italiana in Australia, fecero la loro comparsa in edicola due giornali che sono ancora adesso i mezzi a stampa in lingua italiana più importanti d’Australia: La Fiamma di Sydney, fondato dai missionari Cappuccini alla fine degli anni Quaranta, e Il Globo di Melbourne, fondato nel 1959, attualmente è il giornale italiano più diffuso ed è venduto negli Stati del Victoria, dell’Australia Meridionale, dell’Australia Occidentale e del Territorio del Nord. L’informazione in lingua italiana viene anche offerta da due stazioni radiofoniche (SBS Radio e Rete Italia) e dalla stazione televisiva SBS Television, in precedenza anche da Rai Internazionale.

Anche in Giappone la richiesta di apprendimento di Italiano come lingua seconda è notevole: si calcolano circa 10.000 studenti frequentanti a vario titolo corsi strutturati di lingua italiana, in aggiunta a 350.000 studenti fruitori di corsi televisivi e radiofonici di lingua italiana offerti dal servizio radiotelevisivo pubblico giapponese, per un totale di 360.000 parlanti non madrelingua di vari livelli. Circa 80 atenei giapponesi propongono corsi di lingua italiana, in particolare nelle facoltà linguistiche o umanistiche, dove i corsi si affiancano a studi di letteratura, arte e storia italiana, e anche le facoltà scientifiche, che coordinano i propri piani di studio con approfondimenti linguistici. È attivo l’Istituto Italiano di Cultura di Tokio, che con la sezione di Osaka organizza corsi di lingua e cultura italiana, offrendo servizi bibliotecari e di reperimento di materiali in lingua italiana, eroga borse di studio a gli studenti Giapponesi e anche alla comunità italiana. La Società Dante Alighieri, radicata tramite i Comitati di Tokio e Osaka e la sezione territoriale di Nagoya, opera per la diffusione della lingua e della cultura italiane a favore della popolazione giapponese e della comunità italiana, offrendo corsi di lingua per adulti e bambini, formando insegnanti di italiano e organizzando eventi culturali.

Insomma, la lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio sta vivendo una sorta di rinascimento, viene letta e studiata nelle più prestigiose università del mondo, gli studenti della nostra lingua stanno aumentando e la sua diffusione nel mondo è molto più grande di quanto possiamo immaginare. Una lingua bella, nobile e molto musicale che merita molto!

Marco Bucci

Romano classe 1986, Judoka specializzato in contro-tecniche e tecniche con l'uso prevalente della gamba (Ashi-waza). Sono un appassionato di Geografia, Geopolitica, lingue stranire, Storia, cucina, Judo, Rugby, Nuoto e di tutti gli altri sport. Mi sono laureto in Geografia con una tesi riguardante Newcastle come limes geo-linguistico, il mio percorso di studi, al di fuori del curriculum ambientale, si concentra anche su Geopolitica, Geografia dell'alimentazione e Geografia delle lingue. Recentemente ho anche ottenuto le qualifiche di rappresentante e Sommelier, quello dei vini è un mondo che mi ha sempre affascinato e recentemente sto mettendo in pratica le mie abilità da Sommelier giorno dopo giorno, cogliendo l'occasione di distribuire il vino nei ristoranti e nelle enoteche di Roma, sperando in futuro di portare i prodotti del Made in Italy al di fuori dei nostri confini nazionali, puntando in mercati dove il prodotto italiano va molto di moda come ad esempio Regno Unito o la Russia, il mondo arabo per quanto riguarda l'acqua. Proprio per questo ho deciso di imparare due lingue del futuro, Arabo e Russo, fondamentali se un domani dovrò comunicare con potenziali clienti di nazioni in forte crescita. Nel tempo libero mi piace leggere, dipingere, cucinare, fare Judo e Nuoto, scattare le foto, studiare le lingue.

By Marco Bucci

Romano classe 1986, Judoka specializzato in contro-tecniche e tecniche con l'uso prevalente della gamba (Ashi-waza). Sono un appassionato di Geografia, Geopolitica, lingue stranire, Storia, cucina, Judo, Rugby, Nuoto e di tutti gli altri sport. Mi sono laureto in Geografia con una tesi riguardante Newcastle come limes geo-linguistico, il mio percorso di studi, al di fuori del curriculum ambientale, si concentra anche su Geopolitica, Geografia dell'alimentazione e Geografia delle lingue. Recentemente ho anche ottenuto le qualifiche di rappresentante e Sommelier, quello dei vini è un mondo che mi ha sempre affascinato e recentemente sto mettendo in pratica le mie abilità da Sommelier giorno dopo giorno, cogliendo l'occasione di distribuire il vino nei ristoranti e nelle enoteche di Roma, sperando in futuro di portare i prodotti del Made in Italy al di fuori dei nostri confini nazionali, puntando in mercati dove il prodotto italiano va molto di moda come ad esempio Regno Unito o la Russia, il mondo arabo per quanto riguarda l'acqua. Proprio per questo ho deciso di imparare due lingue del futuro, Arabo e Russo, fondamentali se un domani dovrò comunicare con potenziali clienti di nazioni in forte crescita. Nel tempo libero mi piace leggere, dipingere, cucinare, fare Judo e Nuoto, scattare le foto, studiare le lingue.

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2 thoughts on “La rivincita dell’italiano”
  1. LA LINGUA MADRE E’ IL SARDO!!! (TRE LINGUE E TRECENTOSETTANTACINQUE IDIOMI), MADRE DELLE LINGUE NEO LATINE MA CONTRIBUENTE DELLE ALTRE! DATO CHE QUESTO POPOLO DI CULTURA PRIMARIA AL MONDO – LA CUI TERRA E’ PRESENTE SIN DA PRIMA E DOPO NELLA PANGEA – CHE NE DICHIARA LA PRIMORDIALITA’ DA L’EMERSINE DALLE ACQUE – CON LE SUE NAVI DEL MARE E DEL CELO – HA LEGATO LE PIU GRANDI CULTURE DEL PASSATO NEL MONDO – CON LA SUA IRRIPETIBILE E UNICA CONFORMAZIONE GEOLOGICA-CON I SUOI CENTOMILA TEMLPLI – UNA RELIGIONE PROPRIA USURPATA – TREMILA CINQUECENTO COSTUMI – UN’OREFICERIA PROPRIA E MILLE ALTRE PECULIARITA’ CHE IL MONDO PER INTERESSI VARI VULE IGNORARE !!! SHARDANA – ITTITI – SUMERO – ACCADICO – ETRUSCHI – LATINI !!! L’Editore Ettore Gasperini De Orange (Ectore De Gasparin De Saint Pierre De Orange1400)

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