Nazionalisti còrsi schedati insieme ai potenziali terroristi islamici

Sono già tre i Corsi, prigionieri politici o terroristi a seconda dei punti di vista, ad essersi visti iscritti d’ufficio nel casellario giudiziale nazionale automatizzato degli autori di azioni di stampo terroristico (Fijait); ed altri certamente seguiranno, dicono avvocati esperti in materia.

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Il Fijait è in vigore dal 1° luglio e vuole “facilitare l’identificazione delle persone e prevenire i ripresentarsi di azioni a carattere terroristico’.

Vi sono iscritte le persone condannate per atti terroristici o per violazioni d’interdizione di uscita dal territorio, che obbliga a rendere noto ogni tre mesi il proprio indirizzo di residenza e chiedere autorizzazioni per lasciare il territorio. Chi non rispetta queste regole può essere condannato a due anni di prigione e 30.000 euro di multa.

Il ministro della giustizia ha dichiarato che il dispositivo vuole“sostenere il piano antiterrorismo francese, facilitando il lavoro di inquirenti e magistrati”.

Tutto questo detto, è però chiaro che il tipo di “azioni terroristiche” compiute da nazionalisti isolani sono di stampo ben diverso da quelli di matrice islamistica rivolti ad uccidere persone, come abbiamo visto purtroppo in Francia e all’estero negli ultimi mesi.

“Queste misure sono pensate per sorvegliare persone sospettate di appartenere a movimenti radicali islamisti”, dice Jean-Marie Poli. Per il presidente dell’associazione Sulidarità, dunque, “i prigionieri politici còrsi non dovrebbero essere iscritti in quel dossier”, il nazionalismo isolano non può “essere comparato al terrorismo islamista”.

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Fonte: Corse-Matin

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