In un lungo pezzo sul suo blog, Edmond Simeoni, padre dell’autonomismo isolano (e dell’attuale leader Gilles Simeoni), ripercorre la storia recente del movimento nazionale còrso e traccia la rotta che, secondo lui, è l’unica verosimilmente possibile.
Lo Stato francese ha preso possesso della Corsica secondo logiche coloniali, e ha portato avanti questo tipo di logiche fino ai giorni nostri. Accanto a risvolti positivi in molti campi (educazione, sanità, sicurezza da attacchi esterni, buon livello di vita, integrazione nell’Unione europea…) lo Stato si è reso complice di aver appoggiato e sfruttato il sistema clanista e di aver messo in atto politiche dannose per il popolo Corso (in termini di proprietà terriera e sfruttamento agricolo, di speculazione edilizia, ed altri ancora) e di aver sistematicamente rifiutato la specificità dell’isola e l’instaurazione di un dialogo costruttivo, aprendo così la stagione del terrorismo e della violenza, con migliaia di attentati e l’uccisione del prefetto Erignac. E il popolo Corso, a dispetto della sua resistenza storica e multisecolare, porta secondo Edmond Simeoni una parte di responsabilità, perché si è abbandonato a un lassismo che sta bloccando ogni possibile evoluzione. Evoluzione che invece può cominciare solo grazie a una rivoluzione pacifica e generalizzata contro il sistema che per decenni ha governato l’isola e contro il legame coloniale con lo Stato centrale.
Secondo Simeoni senior, la Corsica ha tutte le risorse per giungere a un’emancipazione politica e culturale: risorse umane qualificate, nell’isola e nella diaspora, risorse naturali, 10 miliari di euro di fondi, e ha delle richieste assolutamente coerenti, conformi al diritto europeo e internazionali, pacifiche e ragionevoli.
Un processo di emancipazione che a suo dire lo Stato rifiuta e cerca di distruggere attraverso tre mezzi: l’alienzazione, la repressione, l’arrivo massimo nell’isola di non-corsi che la debolezza dell’economia attuale non permettono più di integrare. La via d’uscita, secondo Simeoni, è rinforzare e rendere operativi i legami internazionali e la coscienza pubblica della questione còrsa che ormai sono una realtà solida.
Nell’impossibilità di raggiungere l’emancipazione con i mezzi attuali, il rapporto con lo Stato va rivisto e superato, nel quadro europeo, da un nuovo “contratto” rispettoso degli interessi legittimi delle parti e delle loro specificità; unica via per una Corsica nuova, democratica e sviluppata.
Come fare per tradurre in pratica quest’intenzione? Anzitutto non arrendersi, non abbandonare la causa ma resistere, costruire, informare, mobilitarsi, dare alla “questione còrsa” una dimensione internazionale, sfruttando tutti i mezzi di lotta legale, senza alcuna violenza, e arrivare a imporre uno Statuto d’Autonomia Interna nell’ambito della Repubblica Francese, unica soluzione credibile e ragionevolmente raggiungibile nella situazione attuale.
Il vecchio leader conclude dunque con un appello: “Corsi dell’isola e della diaspora, amici della Corsica, Corsi d’origine o d’adozione, società civile, giovani còrsi, pensionati, donne, impegnatevi, coinvolgetevi, date seguito alle vostre scelte, prendete iniziative, fate progetti, sostenete la strada del progresso, partecipate a circoli di riflessione, collettivi, associazioni, partito, a manifestazioni pacifiche e non violente; si è finalmente aperto uno spirgaglio verso un avvenire migliore di democrazia e di giustizia. La vittoria attendere le future generazioni perché essa rispecchia la Storia e il Diritto. Io – e con me molti altri – non ho mai rinunciato e non ne ho mai dubitato”.
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Fonte: edmondsimeoni.com
Credo che la risposta migliore la dia Corsica Oggi attraverso l’impegno quotidiano ed il tentativo (forse tardivo) di riavvicinare l’isola al bacino storico e geografico d’appartenenza.
Dio ti Benedica Edmond!!!