La Corsica venne popolata dalla Repubblica di Pisa su incarico del papato, proprietario dell’sola intorno all’anno 1000. Il numero degli isolani crebbe da circa un massimo di 20.000 fino a 250.000 nell’arco di circa 2 secoli. Gli immigrati vennero dall’italia centro nord, come importando logicamente il loro dialetto o vernacolo ,dando ai nuovi luoghi di residenza il nome di una localita’ italiana , conservando usi e costumi e . Antichi prodotti tipici corsi chiamati “nicci” li ritroviamo nelle montagne degli appennini con il nome di “necci” e cosi pure un dolce tipico chiamato “fiadone” esiste in Italia trai pastori abruzzesi La popolazione fu indirizzata ad attivita’ agricole, come la piantagione degli ulivi e della vigna insieme ad attivita’ pastorali. I proprietari delle terre esportavano molti prodotti in Italia . A Livorno si ricorda ancora l’arrivo dei pastori corsi con il loro mantello fatto di lana di pecora chiamato “pilone” E’ bene ricordare anche che l’edilizia religiosa caratterizzata da bellissime chiese in stile romanico pisano prima e barocco dopo e diffusa in tutta la Corsica e purtroppo non molto valorizzata. Tenuto conto di tutte la premesse brevemente schematizzate mi pare ovvio trovare le origini dell’attuale parlare corso: e cioè un misto di tutte i vernacoli e dialetti delle popolazioni che venivano dall’Italia e che logicamente si continuava ad usare. con il toscano come parlata dominante. Va altresi tenuto contro che i padroni italiani inviavano esponenti della famiglia ad amministrare i prodotti della proprieta’ Queste persone dovevano avere un certo livello di cultura per scrivere e stipulare contratti. Gli studi li avevano fatti i Italia e certamente non parlavano tra loro usando la la parlata dei loro dipendenti. Queste logiche considerazioni danno a mio avviso una spiegazione logica chiara sull’origine del parlare corso, sull’etnia dei corsi e soprattutto sul fatto che giustifica la presenza dell’italiano in tutti gli scritti di coloro che scrivere sapevano. Francamente non me la sento di affermare che il corso sia una vera lingua.
Buongiorno, vorrei sapere il perché nel monumento di Pontenuovo viene citata la data dell’assedio di Furiani “1763” , quando invece è avvenuto nell’anno 1759 secondo i documenti archivistici. Se ci fate caso, la data giusta è stata cancellata e poi sovrascritta con quella sbagliata.
Congratulazioni per la vostra battaglia in favore della storia e della memoria.
Ho trovato con vivo interesse il vostro pezzo sul prigioniero Gallurese in Kenya e vorrei poter inserire nel sito www prigionieriinkenia.org che curo dal 2007, la parte che riguarda il Campo di Makindu . Naturalmente citando l’Autore e la fonte Corsica Oggi.
Grazie fin d’ora.
Sono un italiana che vive a isola rossa sono profondamente delusa da come gli stessi corsi stanno maltrattando e violentando quest’isola che una volta era bellissima oggi ridotta a una cementificazione che ricorda gli anni sessanta…ma dove siete voi ambientalisti mentre quattro famiglie stanno devastando il vostro territorio
Buongiorno,
sono di Parma – Italia e seguo la Corsica da tempo. Sono appassionato anche se neofita della causa corsa ed ho scoperto quanto siamo vicini. Purtroppo, per non turbare i vicini francesi l’isola è stata sempre cancellata dalle mappe, anche dalle previsioni del tempo in televisione!
Seguo l’Associazione italo-corsa Pasquale Paoli ed ho contattato vari politici nazionali e delle regioni Liguria, Toscana e Sardegna. Numerosi si sono detti favorevoli ad un gemellaggio con la Corsica, sto cercando qualcuno sull’Isola che sia disponibile a sostenere un gemellaggio con alcune regioni della Penisola… appunto le citate credo siano molto affini all’Isola!
Credo che creare un’alleanza, riconoscere gli interessi comuni, non dimenticare le radici, la storia e la cultura comune, sia utile per tutti, per non essere sempre periferia e marginali.
Credo sarebbe utile alla Penisola e all’Isola rispolverare lingua, tradizioni, storia, affinità… gestire al meglio il mare che ci unisce e che ospiterà sempre più infrastrutture e che è una risorsa sempre più preziosa per trasporti, telecomunicazioni, energia… La geografia parla chiaro, si possono nascondere le carte geografiche o far finta che l’Isola sia da un’altra parte, ma l’Isola è tra Liguria, Toscana e Sardegna e… siamo fratelli di antica data.
Ho scritto a consiglieri regionali della Sardegna sul tema della Macroregione sardo-corsa. Era stata avviata, ma sembra che quest’iniziativa non abbia l’impulso sperato. A mio parere Sardegna e Corsica non possono ignorarsi: collegamenti reciproci e con la Penisola, scambi culturali, cooperazione stretta tra l’Università di Corsica e le due Università sarde di Sassari e di Cagliari, scambi studenteschi regolari tra le due isole… Ancora! Perché non far partecipare i cantanti corsi al Festival della Musica di Sanremo? Perché non si possono organizzare tornei ed iniziative sportive con squadre della Penisola?
Non sono antifrancese, ma credo che l’approccio ‘imperiale’ francese ormai possa essere superato in Africa come nel Mediterraneo ed ovunque! Anche perché mi sembra che ovunque abbia fallito: la Libia ne sia solo uno degli esempi.
Sulla Penisola abbiamo bisogno di voi ed anche di una vostra iniziativa, sulla Penisola abbiamo bisogno di svegliarci, ma vedo che quando si parla di Corsica l’affetto non manca e non manca la nostalgia…
Se c’è qualcuno ad ascoltarmi lascio la mia mail e il mio numero di telefono: [email protected]
cell: +39 339 2153189.
La Corsica venne popolata dalla Repubblica di Pisa su incarico del papato, proprietario dell’sola intorno all’anno 1000. Il numero degli isolani crebbe da circa un massimo di 20.000 fino a 250.000 nell’arco di circa 2 secoli. Gli immigrati vennero dall’italia centro nord, come importando logicamente il loro dialetto o vernacolo ,dando ai nuovi luoghi di residenza il nome di una localita’ italiana , conservando usi e costumi e . Antichi prodotti tipici corsi chiamati “nicci” li ritroviamo nelle montagne degli appennini con il nome di “necci” e cosi pure un dolce tipico chiamato “fiadone” esiste in Italia trai pastori abruzzesi La popolazione fu indirizzata ad attivita’ agricole, come la piantagione degli ulivi e della vigna insieme ad attivita’ pastorali. I proprietari delle terre esportavano molti prodotti in Italia . A Livorno si ricorda ancora l’arrivo dei pastori corsi con il loro mantello fatto di lana di pecora chiamato “pilone” E’ bene ricordare anche che l’edilizia religiosa caratterizzata da bellissime chiese in stile romanico pisano prima e barocco dopo e diffusa in tutta la Corsica e purtroppo non molto valorizzata. Tenuto conto di tutte la premesse brevemente schematizzate mi pare ovvio trovare le origini dell’attuale parlare corso: e cioè un misto di tutte i vernacoli e dialetti delle popolazioni che venivano dall’Italia e che logicamente si continuava ad usare. con il toscano come parlata dominante. Va altresi tenuto contro che i padroni italiani inviavano esponenti della famiglia ad amministrare i prodotti della proprieta’ Queste persone dovevano avere un certo livello di cultura per scrivere e stipulare contratti. Gli studi li avevano fatti i Italia e certamente non parlavano tra loro usando la la parlata dei loro dipendenti. Queste logiche considerazioni danno a mio avviso una spiegazione logica chiara sull’origine del parlare corso, sull’etnia dei corsi e soprattutto sul fatto che giustifica la presenza dell’italiano in tutti gli scritti di coloro che scrivere sapevano. Francamente non me la sento di affermare che il corso sia una vera lingua.
Buongiorno, vorrei sapere il perché nel monumento di Pontenuovo viene citata la data dell’assedio di Furiani “1763” , quando invece è avvenuto nell’anno 1759 secondo i documenti archivistici. Se ci fate caso, la data giusta è stata cancellata e poi sovrascritta con quella sbagliata.
Congratulazioni per la vostra battaglia in favore della storia e della memoria.
Ho trovato con vivo interesse il vostro pezzo sul prigioniero Gallurese in Kenya e vorrei poter inserire nel sito www prigionieriinkenia.org che curo dal 2007, la parte che riguarda il Campo di Makindu . Naturalmente citando l’Autore e la fonte Corsica Oggi.
Grazie fin d’ora.
Sono un italiana che vive a isola rossa sono profondamente delusa da come gli stessi corsi stanno maltrattando e violentando quest’isola che una volta era bellissima oggi ridotta a una cementificazione che ricorda gli anni sessanta…ma dove siete voi ambientalisti mentre quattro famiglie stanno devastando il vostro territorio
Buongiorno,
sono di Parma – Italia e seguo la Corsica da tempo. Sono appassionato anche se neofita della causa corsa ed ho scoperto quanto siamo vicini. Purtroppo, per non turbare i vicini francesi l’isola è stata sempre cancellata dalle mappe, anche dalle previsioni del tempo in televisione!
Seguo l’Associazione italo-corsa Pasquale Paoli ed ho contattato vari politici nazionali e delle regioni Liguria, Toscana e Sardegna. Numerosi si sono detti favorevoli ad un gemellaggio con la Corsica, sto cercando qualcuno sull’Isola che sia disponibile a sostenere un gemellaggio con alcune regioni della Penisola… appunto le citate credo siano molto affini all’Isola!
Credo che creare un’alleanza, riconoscere gli interessi comuni, non dimenticare le radici, la storia e la cultura comune, sia utile per tutti, per non essere sempre periferia e marginali.
Credo sarebbe utile alla Penisola e all’Isola rispolverare lingua, tradizioni, storia, affinità… gestire al meglio il mare che ci unisce e che ospiterà sempre più infrastrutture e che è una risorsa sempre più preziosa per trasporti, telecomunicazioni, energia… La geografia parla chiaro, si possono nascondere le carte geografiche o far finta che l’Isola sia da un’altra parte, ma l’Isola è tra Liguria, Toscana e Sardegna e… siamo fratelli di antica data.
Ho scritto a consiglieri regionali della Sardegna sul tema della Macroregione sardo-corsa. Era stata avviata, ma sembra che quest’iniziativa non abbia l’impulso sperato. A mio parere Sardegna e Corsica non possono ignorarsi: collegamenti reciproci e con la Penisola, scambi culturali, cooperazione stretta tra l’Università di Corsica e le due Università sarde di Sassari e di Cagliari, scambi studenteschi regolari tra le due isole… Ancora! Perché non far partecipare i cantanti corsi al Festival della Musica di Sanremo? Perché non si possono organizzare tornei ed iniziative sportive con squadre della Penisola?
Non sono antifrancese, ma credo che l’approccio ‘imperiale’ francese ormai possa essere superato in Africa come nel Mediterraneo ed ovunque! Anche perché mi sembra che ovunque abbia fallito: la Libia ne sia solo uno degli esempi.
Sulla Penisola abbiamo bisogno di voi ed anche di una vostra iniziativa, sulla Penisola abbiamo bisogno di svegliarci, ma vedo che quando si parla di Corsica l’affetto non manca e non manca la nostalgia…
Se c’è qualcuno ad ascoltarmi lascio la mia mail e il mio numero di telefono:
[email protected]
cell: +39 339 2153189.
Viva la Corsica!
Emiliano Zasa