Bilinguismi a confronto /3: Friuli-Venezia Giulia

Riprende il nostro viaggio nei bilinguismi istituzionali.  Dopo Valle d’Aosta e Alto Adige, continuiamo a spostarci verso est, arrivando al confine orientale d’Italia con Austria e Slovenia.

fvg-mappa

Qui troviamo la regione Friuli-Venezia Giulia, che conta circa 1.223.000 abitanti, su una superficie di 7862 chilometri quadrati (poco più piccola della Corsica).

fvg-tutteIl FVG ha in realtà al suo interno un plurilinguismo, dato dalla presenza, in determinate province e comuni della comunità slovena, e la contemporanea presenza di una lingua friulana che gode di tutele sul territorio.

La regione è una delle cinque regioni autonome d’Italia. Il suo Statuto Speciale (Legge Costituzionale n.1 del 31 gennaio 1963) non cita specificatamente le minoranze linguistiche se non in termini di principio di eguaglianza: Nella Regione è riconosciuta parità di diritti e di trattamento a tutti i cittadini, qualunque sia il gruppo linguistico al quale appartengono, con la salvaguardia delle rispettive caratteristiche etniche e culturali. Ma singole leggi proteggono il friulano da un lato e la minoranza storica slovena dall’altro, oltre che altre lingue a livello locale.

Cenni storici

Il Friuli Venezia Giulia è una terra di confine e di incontro di popoli.

Queste terre sono entrate a far parte dello Stato italiano al termine della Prima Guerra Mondiale. Una parte di questo territorio è stato poi nuovamente perso dall’Italia in seguito alla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale, cedendole alla Jugoslavia, e oggi amministrare dalle repubbliche di Slovenia e di Croazia.

Nel Friuli Venezia Giulia l’italiano, lingua ufficiale dello Stato, lingua di cultura e principale lingua d’uso, è parlato praticamente dalla totalità degli abitanti. La Regione autonoma, costituita nel 1963, ha via via riconosciuto ufficialmente altre lingue regionali co-ufficiali.

Situazione attuale

Attualmente, accanto all’italiano, hanno status di coufficialità le seguenti lingue.

Friulano

fvg-friul-1Il friulano, un idioma retoromanzo conosciuto oggi da circa 600.000 persone, è tutelato in 15 dei 25 comuni della Provincia di Gorizia, in 36 comuni su 51 della Provincia di Pordenone e in 125 comuni su 136 della Provincia di Udine (nonché, fuori dal Friuli Venezia Giulia, in 3 comuni del Veneto Orientale). Dal 1996 il friulano gode in regione di un livello minimo di tutela con la legge reg. 15/96. Dal 1999 con la legge statale 482/99 lo Stato italiano ha riconosciuto ai friulanofoni lo status di “minoranza linguistica storica” ai sensi dell’art. 6 della Costituzione italiana. La L.482/99 prevede la tutela della lingua friulana, e in particolare il suo insegnamento a scuola anche come lingua veicolare.

 

Sloveno

Lo sloveno è diffuso nella parte orientale della regione a ridosso del confine con la Slovenia (circa 61.000 parlanti) e possiede il riconoscimento del suo uso in sede amministrativa ufficiale nei 6 comuni della provincia di Trieste e in 8 comuni su 25 della Provincia di Gorizia, nei quali vi sono scuole statali di ogni ordine e grado in lingua slovena (l’italiano viene studiato a parte, ma alla pari) e viene fornita la Carta d’identità bilingue.

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Altre lingue

Minori tutele sono comunque accordate anche ad altre lingue. È riconosciuto uno status di tutela al resiano, considerata come una lingua a sé stante, distinta dalla lingua slovena, in 18 comuni su 136 della Provincia di Udine (Slavia friulana, Val Canale e Val Resia). Sempre in Val Canale e in due piccole “isole linguistiche” in provincia di Udine, cioè il comune di Sauris e la frazione di Timau appartenente quest’ultima al comune di Paluzza, esiste una minoranza che parla tedesco. Mentre in Val Canale e a Timau si parlano dialetti di tipo carinziano, il tedesco parlato a Sauris è imparentato con le parlate tirolesi. Non esistono statistiche ufficiali sul numero dei parlanti. Dal 1999 il tedesco gode in regione di un livello minimo di tutela, attraverso la Legge Regionale n. 4 del 15 febbraio 1999 (Disposizioni per la formazione del bilancio pluriennale ed annuale della Regione: Tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale delle comunità locali di cultura germanofona) ed è presente una citazione alle popolazioni germanofone della Val Canale all’art. 5 della Legge n. 38 del 23 febbraio 2001.

Considerazioni

Questa regione è davvero un caso particolare di convivenza tra realtà linguistiche diverse ed eterogenee, vedendo la presenza di ceppi linguistici di lingue neolatine, slave, ladine, e di altre famiglie linguistiche. Lo statuto autonomo ha dato modo dalla Regione di garantire tutele a diverse lingue, a differenti livelli, dall’uso amministrativo, all’insegnamento scolastico, alla promozione culturale.

Inoltre la Regione stessa di anno in anno si sta facendo promotrice di iniziative che mirano a rinsaldare i legami con le terre perdute in seguito al secondo conflitto mondiale, quelle dell’Istria slovena e croata e della Dalmazia, dove pure vigono forme di bilinguismo con l’italiano e dove esiste una comunità italiana storica, che meriterà certamente un approfondimento in un prossimo articolo.

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4 thoughts on “Bilinguismi a confronto /3: Friuli-Venezia Giulia”
  1. Anch’io trovo interessante questo servizio sul bilinguismo nelle regioni italiane. Auspico che anche in Corsica s’inizi un processo del genere verso vedute più ampie. Auguri alla Corsica!

    1. E non solo italiane. Prossimamente Istria (slovena e croata), Lussemburgo, Catalogna.

  2. Una precisione: il Friuli fu acquisito dall’Italia nel 1866 insieme al Veneto. Nel 1919 acquisì anche la Venezia Giulia che poi perse dopo la seconda guerra mondiale. Solo nel 1954 gli fù restituita Trieste, unico lembo della Venezia Giulia rimasto all’Italia.

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