Valls: Collettività unica senza calo servizi; no alla coufficialità ma ogni scuola avrà la filiera bilingue

Manuel Valls ha parlato davanti all’Assemblea di Corsica, ad Ajaccio, illustrando ciò che il governo intende fare nei confronti della Corsica.

Nel preambolo del suo discorso ha voluto ricordare l’azione di personaggi come Lionel Jospin e Michel Rocard, scomparso pochi giorni fa, che tanto hanno fatto per trovare un quadro istituzionale che rispecchiasse le particolarità della Corsica. Specificità, dice, che lo Stato riconosce e vuole valorizzare.

Il filo del discorso segue il percorso dei tre gruppi di lavoro che dal mese di febbraio hanno lavorato a Parigi mettendo insieme eletti còrsi e rappresentanti dell’esecutivo di Parigi.

Si comincia con la Collettività unica, oggetto principale di questa visita del primo ministro, che “non significherà in nessun modo una diminuzione dei servizi”. A un nuovo assetto istituzionale, dice, deve corrispondere un nuovo assetto finanziario e da questo punto di vista il governo è all’ascolto.

Un’apertura cui invece non fa eco l’atteggiamento verso un altro tema cruciale, quello della lingua corsa. Valls ricorda che “la Repubblica ha una sola lingua, il francese, che è usata da tutti” e su questo non ci sono ripensamenti. Ma il premier riconosce l’esistenza di una lingua corsa frutto di una cultura specifica sviluppatasi nel tempo, che deve essere trasmessa. Per questo assicura che i 9 milioni di euro stanziati saranno messi a frutto per garantire possibilità di formazione e di carriera agli insegnanti di còrso e per fare in modo che ogni scuola sia obbligata a fornire la possibilità di seguire le classi bilingui francese-corso. Imparare il còrso resta dunque facoltativo, ma ogni istituto scolastico dovrà poter offrire questa possibilità.

Poi la sicurezza, tema cruciale dopo i fatti di Parigi dello scorso novembre e vista l’attuale situazione internazionale. Ma le parole di Valls fanno un forte riferimento anche ai pericoli e alla violenza nati sull’isola, citando l’assassinio del prefetto Erignac e i fatti dei Jardins de l’Empereur ad Ajaccio. Fatti contro cui nessuno deve abbassare la guardia. Un rappresentante di Valls incontrerà più tardi Maxime Beux, ma nessuna apertura per quanto riguarda i “prigionieri politici” còrsi, uno status che per la giustizia francese non esiste.

Altri punti toccati sono quello della Sanità, che dev’essere anche nell’isola una sanità di qualità e per tutti, e dell’agricoltura, che la CTC sta sostenendo e cui anche lo Stato darà il suo contributo.

Chiudendo il suo discorso, il primo ministro dice di amare la Corsica e di rispettarla per la sua identità, così come il suo Governo vuole fare. La Corsica non è un “fardello” per la Repubblica, ma è una parte importante di essa. Vuole che i Corsi siano fieri della Corsica nella Repubblica, e che tutti i Francesi sono legati e interessati al destino della Corsica. “Vive la Corse, Vive la République, Vive la France!”, conclude.

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Fonte: Corse-Matin

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