Un canale TV italo-còrso come nuovo ponte tra le culture?

Alla luce della ritrovata amicizia tra l’Italia e l’isola di Corsica, perché non costruire un ponte di comunicazione radiotelevisiva, che ponga in risalto le relazioni tra questi due lembi del Mediterraneo, che per secoli hanno proficuamente dialogato, nutrendosi l’uno della cultura dell’altro in un rapporto di perfetta simbiosi progressivamente tramontata per effetto, nel secondo Settecento, dell’annessione della Corsica alla Francia.

L’isola, infatti, da quel momento storico, è stata impossibilitata a partecipare a quei mutamenti della situazione linguistica della Penisola, che, a distanza di circa un secolo, cominciarono a concretizzarsi sotto la spinta dell’unificazione politica dell’Italia, in grado di imprimere un rinnovamento dal profondo dell’esistenza della nazione italiana fino alla sua completa emancipazione non solo in campo sociale ed economico, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto dell’acquisizione dell’idioma nazionale, fin quasi ai primordi del Novecento sostanzialmente lingua scritta e dunque collocata, a séguito dell’unità, in antitesi con i dialetti, cui spettava, in buona parte dei casi, la comunicazione orale.

Per tale ragione l’Italia ha visto diffondere la propria lingua comune, sotto il profilo dell’oralità, oltre che per effetto del sistema di istruzione nazionale e di una serie di migrazioni interne, anche e soprattutto a séguito della comparsa dei mezzi di comunicazione di massa (radio, televisione), non senza tener conto di un dato precedente rappresentato dall’influsso esercitato, in primis, dal teatro, dal punto di vista quantitativo inferiore a quello garantito, in seconda battuta, dal cinema, ma qualitativamente non trascurabile, considerando il fatto che il teatro di prosa ha influenzato direttamente, attraverso la propria azione, le classi sociali culturalmente più elevate, specie agli albori dell’unità della nazione e fino all’affermarsi del cinema sonoro e delle radioaudizioni. Degno di nota, in proposito, è il forte richiamo per il teatro dialettale, che si rivela più accentuato là dove maggiore è il declino delle parlate dialettali.

Col sorgere della radio prima e della televisione poi, non solo in riferimento all’Italia, si può parlare di vera e propria rivoluzione sociale. Il diffondersi delle trasmissioni radiotelevisive presenta vantaggi soprattutto sul versante economico, poiché se radio e TV mostrano di essere, in termini statistici, strumenti informativi  maggiormente accetti rispetto ad altri tipi di spettacolo e di informazione, tale fattore è da imputare ad un esiguo costo per gli utenti, che, in gran parte dei casi, nel secondo dopoguerra, hanno beneficiato persino di una ricezione gratuita, come emerge, ad esempio, da un’indagine condotta dall’ISTAT, l’istituto statistico italiano, (Vita della popolazione), in base alla quale nel 1958 il 92% dei fruitori della televisione assisteva ai programmi televisivi al di fuori delle proprie abitazioni. Questi benefici in termini economici hanno favorito la fruizione su larga scala delle trasmissioni radiotelevisive anche in aree geografiche e classi sociali svantaggiate dal punto di vista del reddito, che risultavano (e risultano in non rari casi tuttora) essere terreno di pervicace presenza del dialetto, a fronte della quale di fondamentale importanza si è rivelata l’azione mediatica della radiotelevisione ai fini della diffusione, ma, in special modo, dell’apprendimento spontaneo della lingua in quei contesti sociali in cui l’urbanesimo, la scuola e la stampa, ancora fino al secondo dopoguerra, tardavano a radicarsi (fonte: Tullio De Mauro 2003, Storia linguistica dell’Italiano, pagg. 351-353).

Un simile processo di diffusione e di acquisizione spontanea dell’italiano è avvenuto e tuttora si verifica, pur se in via del tutto marginale, anche in Corsica, dove il segnale delle emittenti radiofoniche e televisive italiane si irradia solo lungo parte della fascia costiera dell’Isola che fronteggia l’Italia.

Dunque, il rafforzamento del sodalizio còrso-italiano, già in atto grazie al tenace impegno di un gruppo di intellettuali, studenti e cittadini, tanto della sponda insulare, quanto di quella peninsulare, volto a valorizzare concretamente le storiche relazioni culturali tra Corsica e Italia attraverso il giornale on line Corsica Oggi, potrebbe incrementarsi tramite la creazione di un canale radiotelevisivo bilingue còrso-italiano, se non addirittura trilingue còrso-francese-italiano sul modello della trasmissione radiofonica Mediterradio: una rete, dunque, che si occupi di cultura, arte, attualità, cronaca, sport, spettacoli di intrattenimento, films, da collocare su piattaforma digitale o su Internet, che consenta di tradurre in realtà la locuzione che riassume in sé tutta la storia linguistica isolana in funzione di auspicio per l’avvenire culturale della gente di Corsica: il Francese quale lingua del pane; il Còrso quale lingua del cuore; l’Italiano quale lingua della memoria.

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Giuseppe Vitolo                                                      Dottore di ricerca in Linguistica Italiana

Giuseppe Vitolo

Linguista, ricercatore, esperto in dialettologia, ha scritto per Corsica Oggi diversi articoli sul ruolo della lingua italiana quale lingua della memoria in Corsica, ed esplorato ipotesi su possibili modi di favorire un suo ritorno nell'isola accanto al francese e alla lingua corsa.

By Giuseppe Vitolo

Linguista, ricercatore, esperto in dialettologia, ha scritto per Corsica Oggi diversi articoli sul ruolo della lingua italiana quale lingua della memoria in Corsica, ed esplorato ipotesi su possibili modi di favorire un suo ritorno nell'isola accanto al francese e alla lingua corsa.

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2 thoughts on “Un canale TV italo-còrso come nuovo ponte tra le culture?”
  1. Pur avendo letto solo ora quest’articolo posso riaffermare che condivido in pieno questi progetti purchè diventino,si spera, operativi.Ho precedentemente già espresso alcuni miei pensieri in proposito e penso che possa essere un veicolo di diffusione e conoscenza veramente efficace la costituzione di una rete televisiva italo-corsa , non solo ma anche potendo fruire dei tanti canali televisivi italiani già esistenti,utilizzati già proficuamente in paesi più lontani.Mi colpì il racconto di una mia amica che recatasi in vacanza a Bastia in Novembre mi disse di non aver potuto seguire alcun programma televisivo in albergo dove la tv era sintonizzata solo con canali francesi.Ancora oggi stento a crederci,a me non è capitata una cosa simile in paesi europei molto distanti dall’Italia.Speriamo ci sia una vera volontà di costruire in questo senso c’è solo da guadagnarci.

  2. Beh non in Francia ma nel Principato di Monaco (e anche a Milano) si trasmette in lingua italiana Radio Monte Carlo che poi da lì su tutta la costa azzurra e in tutta Italia.

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