Studiare lingua e cultura còrsa… nell’università italiana?

I Còrsi conoscono poco l’Italia e gli Italiani non sanno nulla della Corsica. Nei sei mesi trascorsi dalla nascita di Corsica Oggi l’abbiamo già scritto più volte sulle nostre pagine.

Questo è un problema? Ognuno giudicherà la cosa come crede. Secondo noi, nell’ottica di chi vuole mantenere la specificità culturale dell’isola, lo è.

Siamo infatti convinti – non è un mistero – che l’italiano per la Corsica non sia una semplice lingua straniera, ma una lingua che ha vissuto sull’isola per secoli e che è strettamente imparentata con le parlate che hanno dato origine alla lingua còrsa moderna.

Siamo convinti che una conoscenza più diffusa della lingua e della cultura italiana, accanto a quelle còrsa e francese, non possa che giovare alla salute della lingua còrsa e alla ricchezza culturale dell’isola.

Ma come ricordato in un recente articolo di Giuseppe Vitolo, lo studio dell’italiano può dare impulso per un compiuto sviluppo nell’ambito delle relazioni interregionali, in particolare tra Corsica, Toscana, Liguria e Sardegna, e nei settori economico e culturale. In questo senso il prof. Paul Colombani auspicava l’introduzione di un modello di politica linguistica già sperimentato per l’italiano presso l’”Académie” di Grenoble, quello delle “Classi mediterranee”.

Ma in quell’articolo si faceva riferimento anche a due proposte concrete del linguista còrso Olivier Durand, che vive e lavora a Roma.

La prima, riguardo proprio al rafforzamento della conoscenza dell’italiano in Corsica, è quella di istituire strutture scolastiche trilingui, nelle quali tenere parte delle lezioni in lingua còrsa, parte in lingua francese e parte in lingua italiana. Un simile progetto didattico darebbe maggiore forza al còrso come lingua d’insegnamento in ambito scolastico, mentre all’italiano la giusta rilevanza in qualità di idioma della tradizione storico-letteraria della Corsica, affinché la comunità còrsa odierna non disperda la memoria del proprio passato linguistico.

Ma è altrettanto auspicabile che sia l’Italia a riavvicinarsi alla Corsica, attraverso un maggiore interesse verso la sua cultura, non solo verso le sue splendide spiagge e la sua natura lussureggiante. Ed ecco qui la seconda proposta di Durand, ossia la creazione di un corso di studi universitario di “Lingua e Cultura Còrsa” presso un’università italiana. Tale iniziativa consentirebbe di far conoscere in maniera approfondita la realtà còrsa attraverso gli usi, i costumi e anche e soprattutto mediante la lingua dell’isola, la cui esistenza è quasi del tutto ignorata in Italia.

Si sa, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Letteralmente, in questo caso. Ma le proposte sono sul tavolo, e chissà che – in un clima di rinnovati rapporti della Corsica con la Sardegna e la Terraferma italiana cui anche noi cerchiamo di contribuire – non possano finalmente arrivare a compimento.

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