I recenti attacchi a Romain Gaffory hanno destato particolare preoccupazione nella società civile. In primo luogo, perché è la terza volta che veicoli appartenenti alla sua azienda o a lui noleggiati vengono trovati bruciati, senza alcun dubbio sulla natura criminale del danno. Il caso di Romain Gaffory è particolarmente preoccupante anche perché si tratta di un giovane dirigente d’azienda di 22 anni. Se tutti, a prescindere dall’età, hanno ovviamente il diritto di lavorare in pace, sapere che è un giovane corso, impegnato e volenteroso, a essere preso di mira in questo modo aggiunge ulteriore indegnità ai responsabili di questi incendi.
Intervistato dalla stampa locale, Romain Gaffory ha espresso il suo sgomento e la sua incomprensione, pur ribadendo la sua determinazione a continuare a lavorare. Per lui e per i suoi dipendenti e le loro famiglie, che stanno subendo le conseguenze di questi attacchi all’azienda. Il giovane direttore dell’azienda dichiara di non aver ricevuto minacce e di non essere stato ricattato in alcun modo, e ritiene che i cantieri in cui lavora non debbano renderlo un ostacolo per certi interessi “superiori”. Anche se Romain Gaffory non ne ha parlato direttamente, il gruppo antimafia “Maffia Nò, Vita iè” non ha dubbi sul fatto che dietro i molteplici atti di vandalismo, che hanno nominato senza mezzi termini in un recente post sulla loro pagina Facebook, ci siano meccanismi di tipo mafioso.
In un’intervista a France 3 Corse, Romain Gaffori ha dichiarato:“Per il momento, continuerò a lavorare per me e per i miei dipendenti. Non mi fermerò perché ho ancora voglia di farlo”.
–
Fonti: France 3 Corse, Corse Matin (edizione cartacea)