“Nessuna situazione o ragione valida può giustificare atti del genere. Certamente non il problema dei danni. Questi animali vengono abbattuti a grande distanza dalle aziende agricole“, afferma il PNRC, sottolineando che è in fase di individuazione una “soluzione molto concreta e operativa per implementare un sistema di protezione delle aziende agricole“. Comunque sia, il cervo è un animale protetto e non c’è alcuna giustificazione per il suo abbattimento. Va ricordato che questo atto, che ha gravi conseguenze, è punibile con due anni di reclusione e una multa di 150.000 euro.
La presenza del cervo in Corsica oggi è il risultato di una lunga lotta per la sua reintroduzione, che rende l’animale ancora più prezioso per la biodiversità della Corsica:
“È importante ricordare che il cervo è apparso in Corsica in epoca preistorica, ben prima dell’arrivo dei primi uomini. La specie attuale è apparsa in tempi antichi in Corsica ed è scomparsa nel 1969 nel Fium’Orbu. La sua estinzione è stata in gran parte dovuta alla caccia incontrollata e al bracconaggio intensivo. Nel 1975, il PNRC ha iniziato a collaborare con le sue controparti sarde a un programma di reintroduzione del cervo in Corsica. Tra il 1998 e il 2017, diversi rilasci in Corsica hanno permesso di reintrodurre la specie in natura, nel suo habitat originario, in aree storiche a cui i nostri antenati avevano attribuito un toponimo in riferimento alla specie (Punta di u cervu, Monte cervellu, piedicervu…). Da oltre 20 anni, il PNRC si occupa di educare le scolaresche e il pubblico in generale alla gestione e alla protezione di questo animale emblematico, che è parte integrante del nostro patrimonio naturale comune”
Il Parco Naturale Regionale della Corsica ha annunciato di aver presentato una denuncia e ha chiesto all’Office Français de la Biodiversité di condurre un’indagine.
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Fonte e immagine di copertina: Parc Naturel Régional de Corse