Sardegna: il sardo sarà standardizzato e co-ufficiale, riconosciute anche le altre lingue

 

Per la prima volta nella storia dell’Autonomia che la Sardegna ha una legge che disciplina la lingua sarda e tutte le altre parlate nell’Isola: catalano, gallurese, sassarese e tabarchino. Il testo è stato approvato oggi.

La finalità principale del testo unificato “Disciplina della politica linguistica regionale” è quella di garantire uno status ufficiale all’idioma e riattivare la trasmissione intergenerazionale delle competenze linguistiche.

Di fatto, ha commentato il padre del provvedimento e relatore di maggioranza Paolo Zedda (Mdp), «questa legge avvia un percorso verso una pubblica amministrazione bilingue come già avviene in altre comunità linguistiche meglio tutelate, a partire da Trentino Alto Adige e la Val d’Aosta». Con questa legge la Sardegna attua anche la riforma Moratti sulla quota regionale dei piani di studio, cosa che consentirà di insegnare la storia della lingua sarda nelle scuole. In generale, spiega Zedda, «acquisiamo le competenze nella gestione amministrativa degli sportelli linguistici, anziché il ministero se ne occupa la Sardegna, abbiamo la funzione di coordinamento nell’insegnamento della lingua». Altra novità: sono previsti contributi a mass media, editoria, strumenti informatici e web parametrati al reale utilizzo della lingua. Si va, in pratica, verso una tv e una radio completamente in lingua sarda.

Organismo centrale istituito dalla legge è la Consulta de su sardu con lo scopo di elaborare la proposta di uno standard linguistico e di una norma ortografica. La proposta tiene conto delle macrovarietà storiche e letterarie e delle parlate diffuse nelle singole comunità locali. La Consulta svolge anche una funzione consultiva nei confronti della Regione per l’applicazione delle norme.

LA CONSULTA DE SU SARDU. Ne fanno parte 30 componenti. Tra questi: l’assessore regionale alla Cultura, un dirigente dell’amministrazione, quattro rappresentanti di Anci e Cal, quattro dal mondo dell’università, 12 esperti eletti dal Consiglio regionale e otto dalla Giunta.

Tutto il piano prevede uno stanziamento di 7 milioni di euro nei prossimi tre anni.


Fonti: sardiniapost – lettera43

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