Il rispetto è la base del dialogo

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Corsica Oggi è nato con lo scopo di diffondere conoscenza e stimolare il dialogo. Conoscenza dei fatti, dell’attualità, della storia, della cultura e della lingua còrse per gli Italiani – e per chi nel mondo è legato alla lingua e alla cultura italiane – e conoscenza di questo mondo e dei suoi legami con la Corsica per gli isolani.

Tutti noi, Corsi e Italiani, che collaboriamo gratuitamente per portare avanti questo progetto, vogliamo che questo spazio virtuale sia uno strumento a disposizione di chi, liberamente, vorrà usarlo per conoscere un po’ meglio due realtà vicine nello spazio e nel tempo, che tanto hanno condiviso in passato, che tanto condividono nel presente, e che potrebbero ancora dare molto l’una all’altra in futuro.

Ma alla base di tutto questo deve esserci il rispetto reciproco.

Questo vogliamo dirlo con forza. Non solo perché è giusto, ma perché la mancanza di rispetto è fonte di tanti pregiudizi che ancora permangono su entrambe le sponde del Mar Tirreno, e che ostacolano il dialogo che noi vorremmo invece contribuire a costruire.

Ad esempio c’è, da parte còrsa, il pregiudizio che molti italiani considerino la lingua corsa “un dialetto dell’italiano” e quindi in qualche modo di rango inferiore, con minore dignità.

E allora fa male leggere, in gruppi Facebook che dicono di essere dedicati all’italofonia, dei post e dei commenti come questi:

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Commento di un utente in un gruppo fb, agosto 2016

 

Un insulto a chi parla la lingua corsa, definito “comico” perché convinto “di parlare una lingua colta romanza”. Per quanto il suo sviluppo a partire dal latino sia avvenuto a stretto contatto con il toscano, e per quanto il toscano/italiano sia stata la “lingua tetto” delle parlate còrse per secoli, oggi il còrso è considerato dalla sua comunità parlante una lingua. E di conseguenza, anche i linguisti la considerano tale. Per approfondire, potete leggere questo articolo.

Aggiungendo che ci sono molte persone che hanno dedicato e dedicano la loro vita alla militanza per la lingua corsa, si capisce come prima di scrivere o di parlare si debba sempre tenere a mente il rispetto per queste persone e per tutti i corsofoni.

Ciò detto, tutti gli italiani la pensano come lo stupido commentatore di quel gruppo facebook? No. Non è così, ci sono tanti italiani che conoscono e rispettano la lingua corsa.

E ce ne sono tanti che non lo conoscono, che non conoscono la sua storia.

Così come non la conoscono anche molti Corsi. E questo genera pregiudizi verso gli italiani e verso chi, come noi, cerca di (ri)costruire ponti. In particolare, si vuole vedere il còrso come una lingua non solo isolana, ma isolata. Dove la sua straordinaria somiglianza con l’italiano standard (e con tante lingua locali presenti in Italia) sembra essere una pura casualità. Oppure viene messa sullo stesso piano della somiglianza con le altre lingue romanze. Ma se un italofono capisce perfettamente il discorso pronunciato da Jean-Guy Talamoni al suo insediamento ad Ajaccio, forse per chi parla solo rumeno – altra lingua neolatina – non è altrettanto facile.

La lingua corsa non è italiano. E’ un’altra lingua. Ma è un po’ di più di una semplice lingua neolatina, è una lingua italoromanza.

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Un altro timore è quello irredentista, che settant’anni fa Benito Mussolini concretizzò nella dolorosa occupazione fascista dell’isola.

Scrive la pagina Ampargu a Lingua Corsa, che aveva ripreso il post riportato sopra:

Ne vous laissez pas avoir par ces sites, pages ou journaux (forse intendeva anche noi? 😉 ) qui prétendent aimer la Corse mais la veulent en réalité enchaînée à un autre maître (que malheureusement nous ne connaissons que trop bien). N’ayez pas la mémoire courte ! Ceux d’avant n’ont pas fait mieux que ceux d’aujourd’hui !

Su questo tema, occorre notare che, da lungo tempo, in Italia, né la gente né i governi hanno più parlato di riconquistare “terre irredente”. Il tempo è passato e la storia qualcosa ha insegnato, fortunatamente.

La stessa parola “Italia”, inoltre, è fuorviante. Oggi il termine indica un Paese, uno Stato. Che però esiste solo da 155 anni. Prima, per molti secoli, la parola “Italia” indicava un’area geografica, e poi culturale e linguistica. Un’area a cui anche la Corsica partecipava. Vi partecipava, come gli altri piccoli stati in cui era divisa la penisola italiana. Riconoscere questo e riflettere se possa essere una risorsa per la lingua corsa oggi, non è irredentismo, non c’entra nulla. Significa solo pensare a possibili rapporti alla pari tra le due lingue, quella corsa e quella italiana.

Lo dice bene Paul Colombani in un commento sulla pagina Ampargu a Lingua Corsa. Ecco le sue parole:

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Chi, liberamente, nutre interesse per un dialogo culturale e linguistico tra le due sponde del Mediterraneo, troverà in Corsica Oggi uno strumento utile fatto da persone appassionate. Tutti, senza distinzioni, devono però sempre tenere a mente un concetto: il rispetto per l’altro non è un’opzione, è un dovere.

 

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Foto di copertina “Respect by Canoneos”, da Urla dal silenzio.

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6 thoughts on “Il rispetto è la base del dialogo”
  1. Il gruppo che tollera quei commenti schifosi si chiama ‘Essere Italofoni’. Chi l’ha fatto finge di amare la Corsica ma è solo un neofascista irredentista. E quel gruppo è un covo di quella gente lì. Gli Italiani, per fortuna, non son tutti come loro….

  2. Penso che se chiunque prima di fare un giudizio di valore provasse a capire la storia in questo caso la storia corsa si accorgerebbe ch’è miracoloso il fatto di trovare dei corsofoni oggi anche se sono pochi oramai i veri cioè quelli chi hanno l’abitudine di utilizzarlo quotidianamente

    il primo fatto che bisognerebbe ricordare é che l’insegnamente della lingua corsa é possibile solo dal 1974 prima di questo il corso non aveva nessuno statuto legale altro punto importante la Corsica é francese dal 1769 2 secoli dunque di coabitazione con il francese hanno lasciato delle tracce sulla lingua l’accento il lessico etc non lo nega nessuno ma tutto ciò non é per me un motivo di disprezzo

    se davvero quel gruppo facebook si batte per l’italofonia invece di picchiare sul corso dovrebbe picchiare sull’italiano stesso che tutt’oggi si imbastardisce sempre di più se il corso fa ridere l’Italia a dire il vero ne sono anche grato perché sono piuttosto scarse le occasioni di ridere ultimamente cmq rimane il fatto che il corso é il riflesso della nostra storia che ci piaccia o meno non c’e modivo di vergognarsi in Canada nella provincia di Quebec parlano francese a modo loro il loro accento e ovviamente diverso dal accento Parigino visto come la norma ogni tanto si fanno prendere in giro per questo da certi francesi credo per mia parte che sia il prezzo da pagare per essere diversi come si dice in corsu diversità face richezza allora ridete pure se vi fa piacere

    1. Sono pochi, per fortuna, quelli che ridono. Tanti italiani conoscenza e rispettano la cultura corsa. Questi pochi cretini però mi fanno comunque arrabbiare tantissimo! X(

  3. Vorrei esprimere, da Umbro, tutta la mia indignazione, nei confronti di un gruppuscolo, che oltre a denotare una totale mancanza di rispetto nei confronti del Popolo Corso e della sua Lingua, dimostra una altrettanto assoluta mancanza di rispetto nei confronti di chi, come il sottoscritto e tante altre persone, parla quotidianamente una lingua, l’umbro, cosi’ straordinariamente e meravigliosamente simile alla Lingua Corsa. Pace e Salute a tutti

  4. Ridono per ignoranza,perché non conoscono,non sanno…..tanto coraggio stando dietro una tastiera.
    La lingua corsa è bellissima!

  5. La democrazia consente a chiunque di esprimere liberamente le proprie opinioni, giustamente. Anche agli idioti purtroppo.
    I social ormai son diventati uno strumento di insulto quanto di conoscenza, sta a noi decidere da che parte stare e che uso farne.
    Viva la Corsica e la sua parlata simpatica e meravigliosa…

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