Ripartire i flussi turistici aumentando i collegamenti aerei con la Corsica: e l’impatto ambientale?

Foto di Patrick Janicek, Wikimedia

Con l’ingresso graduale nell’alta stagione turistica in Corsica, si pone inevitabilmente il problema di come gestire i flussi di visitatori e il loro impatto ecologico ed economico. Mentre l’Agenzia del Turismo della Corsica ribadisce la sua volontà di portare quest’anno la sua comunicazione al di là dei luoghi famosi per incoraggiare il pubblico ad allargare i propri orizzonti verso attività e luoghi più riservati, giovedì 30 maggio l’Esecutivo ha messo ai voti all’Assemblea della Corsica un piano per aumentare i collegamenti aerei sull’isola. L’obiettivo è quello di rendere l’isola più accessibile al di fuori dell’alta stagione.

Come riportato da France 3 Corse in un articolo del 1° giugno, il rapporto presentato ai membri eletti dell’Assemblea corsa propone di aumentare il traffico aereo verso Italia, Belgio, Inghilterra, Germania e Svizzera, annualizzandolo. L’obiettivo è di portare il numero di passeggeri da 132.000 a 280.000 all’anno. Lo stesso tipo di potenziamento è previsto anche su quattro rotte verso la Francia, a Nantes, Strasburgo, Tolosa e Bordeaux, con l’obiettivo di aumentare il numero di passeggeri da 323.000 a 400.000 all’anno. Il progetto, che dovrebbe iniziare nella primavera del 2025, è stato approvato all’unanimità, nonostante alcune riserve. Mentre i nazionalisti di Core in Fronte hanno deplorato che questo aumento del traffico non sia stato accompagnato da una vera e propria politica turistica globale, la destra ha puntato il dito contro il ritardo e la “timidezza” di questa proposta.

Come còrsi che desiderano beneficiare di un vero e proprio diritto di viaggiare al di fuori dell’isola, possiamo anche rallegrarci di questo aumento di opportunità. Ma è difficile non vedere in questo progetto, la cui vocazione è principalmente incentrata sul turismo ricettivo, un’idea che va controcorrente rispetto alle questioni ambientali. E quindi in contrasto con la “destinazione Corsica” che molti attori pubblici e privati stanno cercando di rendere davvero sostenibile. Inquinare di più per venire qui, mentre si chiede di inquinare meno quando si è lì, è un gioco di equilibri che non ha una vera vocazione – speriamo, per il bene del pianeta – a durare. È vero che oggi non possiamo fare totalmente a meno dell’aviazione e, come hanno sottolineato diversi studi sull’impatto ecologico dei mezzi di trasporto, i traghetti marittimi non sono esenti da gran parte della responsabilità per le emissioni di CO2 e l’inquinamento marino. Tuttavia, che ci piaccia o no, l’aviazione rimane il mezzo di trasporto da evitare in via prioritaria se esiste una soluzione alternativa. Non è forse questo il caso di una destinazione come la Corsica, che si propone di essere “sostenibile”, da cui la principale fonte turistica proviene dalla Francia e il cui principale Paese emittente al di fuori della Francia è l’Italia? Aumentare l’uso del trasporto aereo per scopi turistici teoricamente sostenibili sembra altrettanto discutibile da un punto di vista pratico che ideologico. Incoraggiamo piuttosto le persone a utilizzare i mezzi di trasporto meno inquinanti, anche se non i più pratici, e puntiamo il più possibile ad attirare persone che viaggeranno meno per venire in Corsica, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale del loro viaggio. C’è già tanto da fare verso l’Italia e il Sud della Francia che non è ancora stato fatto (collegamenti con Civitavecchia, ad esempio). Poi proviamo di “deconcentrare il turismo”, sopratutto : la nostra isola è ricca di luoghi che possono diventare il ricettacolo del turismo di domani, attuando una vera politica di sviluppo locale. Si può giustamente dire che le opinioni non costituiscono un progetto e che sono totalmente in errore nella mia ignoranza o ideologia; tuttavia, mi piace pensare che altri condivideranno l’idea che una destinazione è veramente sostenibile dal punto di partenza del turista, e non dai confini della destinazione.

Pur comprendendo le motivazioni economiche alla base del progetto di incremento del traffico aereo, in particolare per migliorare la redditività delle infrastrutture aeroportuali e, possiamo tranquillamente immaginare, per sviluppare il turismo d’affari, che è una buona fonte di viaggiatori fuori stagione (ma anche un turismo inquinante, con il 17% delle emissioni per il 9% del contingente turistico in Francia ad esempio), ci interroghiamo umilmente sulla sostenibilità di un progetto volto ad aumentare il traffico aereo verso la Corsica in un contesto di emergenza climatica da cui l’isola non è esente, e su una terra corsa che sta cercando ancora il suo modello di sostenibilità.

Fonte : France 3 Corse

Immagina di coppertina di Patrick Janicek, tramite Wikimedia

Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

By Guillaume Bereni

Di Felce (Castagniccia), è padre di 3 bimbi e lavora sia nell'azienda agricola di famiglia, che produce farina di castagne, sia come redattore freelance, per noi e per altre testate, scrivendo in lingua corsa, francese e italiana.

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