La quarantaquattresima edizione del Festival Rossini di Pesaro si è conclusa con “La petite Messe Solennelle” nella sua versione orchestrale, sotto la direzione di Michele Mariotti, questo giovane pesarese la cui carriera si sta affinando in rinnovati successi. D’ora in poi, la presenza di Mariotti alla testa di un’orchestra è una garanzia di qualità e successo che attira un vasto pubblico.
Lo abbiamo potuto vedere durante le sue apparizioni all’Opera di Parigi in particolare. Per questa serata conclusiva, non solo la Vitrigrigo Arena ha accolto il pubblico dal vivo, ma la gente di Pesaro ha potuto seguire lo spettacolo da un maxischermo allestito nella piazza principale. Quaranta eventi erano in programma di questo ROF 2023. Tra le opere liriche rappresentate, la prima a Pesaro “di Eduardo e Cristina”, una ripresa de “l’Aureliano in Palmira” regia di Mario Martone già presentata nel 2014, e una nuova produzione di “Adelaide di Borgogna” già al ROF 2011 con un allestimento di Pier’alli, affidato per questa estate al francese Arnaud Bernard. Tre opere serie della giovinezza rossiniana, che non sono capolavori ma che racchiudono momenti musicali di intensa bellezza. Ci sarebbe piaciuto essere intrattenuti, tra due drammi, con una farsa alla rossiniana che avrebbe alleggerito la nostra digestione lirica.
Se dovessimo qualificare questa quarantaquattresima edizione del ROF potremmo dire che è stata un buon millesimo di voce e orchestrale. Le voci di Anastasia Bartoli in Cristina, Sara Blanch (Zenobia) e del tenore René Barbera (Adelberto) hanno dominato un’unità vocale di qualità. Le messe in scena, come sempre, sono oggetto di dibattito. Questa edizione 2023 è stata particolarmente ricca di polemiche alimentate dal pubblico o dai giornalisti presenti. Alcuni come Mario Martone (Aureliano in Palmira) vogliono ripristinare una verità storica che il libretto distorce e ricolloca i rapporti occidente-oriente al di fuori di un rapporto di dominio, altri come Stefano Poda (Eduardo E Cristina) si discosta dal libretto. Tratta l’opera “come un’opera d’arte contemporanea e la trasforma in una poesia sull’alterità”. La scena è onirica, costantemente attraversata da personaggi (ballerini) vestiti con una sola copertura sessuale, e che costituiscono una sorta di movimento perpetuo. Arnaud Bernard ci offre due libretti, quello originale di Giovanni Schmidt (Adelaide di Borgogna), e il suo un dietro le quinte, sulle prove e sui rapporti (a volte intimi) tra artisti. A volte non sappiamo più quale libretto domina l’altro e il dramma assume l’aspetto di una farsa. Arnaud Bernard, però, ha il genio di riprendere il controllo con sontuose scenografie e costumi d’epoca dando all’opera la sua drammatica verità che la musica fortunatamente non ha mai abbandonato. Nonostante alcuni mormorii ostili, il pubblico ha amato questi tre allestimenti, confermando così l’etichetta di Pesaro come laboratorio per la creazione scenica.
In termini di cifre, il ROF 2023 con queste quasi 14.000 iscrizioni è stato un po ‘meno affollato rispetto allo scorso anno. Il pubblico straniero è ancora in maggioranza (in testa Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti), e Pesaro dirige la stampa specializzata internazionale con ben 153 giornalisti.
Chiuse le porte del ROF 2023 si apre qui quelle del 2024 con, come incoronazione, Pesaro Capitale Italiana della Cultura.
2024: Pesaro al centro della cultura italiana
L’anno 2024 si aprirà per Pesaro sotto il segno della cultura poiché diventerà la capitale per l’Italia. Oltre al fatto che il suo patrimonio presenta con Urbino un importante insieme culturale. Pesaro è una dei poli dell’opera italiana, non solo con il ROF, ma anche con una dei massimi rappresentanti di quest’arte, Gioachino Rossini, nato lì.
Il ROF (Rossini Opera Festival) 2024 sarà quindi un evento eccezionale. Il suo programma è stato presentato alla stampa in agosto, da Daniele Vimini (presidente del ROF), Ernesto Palacio (sovrintendente) e Cristian Della Chiara, direttore generale. Questa quarantacinquesima edizione sarà un po’ più lunga. Si svolgerà dal 7 al 23 agosto, con cinque produzioni liriche e non tre come da tradizione. Il festival si aprirà con “Bianca e Falliero” rappresentata per la prima volta alla Scala il 26 dicembre 1819, la cui ultima rappresentazione al ROF risale al 2005. Roberto Abbado sarà sul podio e Jean Louis Grinda alla regia. Seguì “Ermione” presentata al Teatro San Carlo di Napoli il 27 marzo 1819. Il ROF lo ha ospitata nel 2008. L’opera sarà diretta da Michele Mariotti e la regia di Johannes Erath. Queste opere saranno due nuove produzioni e le prossime due saranno revival.
“L’equivoco stravagante” ha debuttato nel 1811 al Teatro Del Corso di Bologna e al ROF nel 2019. Michele Spotti dirigerà, Moshe Leiser e Patrice Caurier saranno alla regìa. Infine, “Il Barbiere di Siviglia” presentato per la prima volta al Teatro Argentino di Roma il 20 febbraio 1816. Pierluigi Pizzi per il ROF 2018 ha firmato la regìa, l’opera per l’edizione 2024 sarà diretta da Lorenzo Passerini. L’inarrestabile “Voyage à Reims”, cantata composta in occasione dell’incoronazione del re di Francia Carlo X e data a Parigi al Théâtre Italien il 19 giugno 1825, concluderà il ciclo di produzioni operistiche.
“Le Voyage à Reims” è, in un certo senso, l’opera preferita del ROF che è stata data per la prima volta a Pesaro nel 1984 con le più grandi voci rossiniane dell’epoca e la direzione di Claudio Abbado. Da allora, la cantata non ha lasciato il palcoscenico ROF ed è un trampolino di lancio per gli studenti dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”. La versione 2024, che festeggerà i 40 anni di presenza, sarà come quella del 1984 con un prestigioso direttore Diego Matheuz e interpreti che non saranno da meno. Gli spettacoli dovrebbero svolgersi al Teatro Rossini il cui restauro sarà, speriamo, completato, e al nuovo auditorium Scavolini atteso da diversi anni. Ma oltre al ROF quest’anno di Capitale sarà punteggiato da molti altri eventi. Daniele Vimini, vicesindaco di Pesaro ha fornito a Pierre-Louis Alessandri una panoramica.
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Petru Luigi Alessandri
Giornalista radiofonico di RCFM, si occupa tra l'altro anche della trasmissione Mediterradio, che mette in contatto gli ascoltatori di Corsica, Sardegna, Sicilia, e occasionalmente Malta e altre terre mediterranee. Per Corsica Oggi scrive in lingua corsa o, in traduzione, in italiano.